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Bologna

IL GRILLO PENSANTE – Nella mischia

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Foto Ansa


Se un tifoso bolognese tentasse di scorgere il futuro della sua squadra del cuore in una sfera di cristallo probabilmente vedrebbe soltanto un muro di nebbia, troppo cervellotico riuscire a distinguere o prevedere una rotta che fino ad oggi è stata piena zeppa di serpentine, brusche cadute ed impennate. “Del doman non v’è certezza” cantava Lorenzo il Magnifico in un una celebre ballata e, a distanza di oltre 5 secoli, riecheggia ancora la stessa musica dall’altra parte dell’Appennino.

 

La squadra aveva iniziato bene il campionato, i sudati ma vittoriosi confronti domestici contro Salernitana e Verona scanditi dal prezioso pareggio di Bergamo avevano ingolosito l’ambiente rossoblu a tal punto che, senza neppure eccedere in presunzione, razziare Milano sembrava un miraggio oltremodo realistico; la squadra di Inzaghi non si ritrova però lo Scudetto cucito sul petto per fatalità e i 6 schiaffoni incassati brutalmente a San Siro hanno stordito i ragazzi di Mihajlovic fino ai successivi match contro Genoa ed Empoli che, tradendo ben altre aspettative, hanno portato complessivamente in dote la miseria di un punto.

La sanguinosa debacle del Castellani ha incendiato i piani alti della torre rossoblu dalla quale è precipitato Walter Sabatini e tra le cui mura sono stati blindati tutti i giocatori per una settimana di ritiro, punizione che qualche scossone benefico deve averlo provocato essendo stato il preludio alla scintillante vittoria per 3-0 contro la Lazio di Sarri.

Forse complice la prima pausa autunnale per le nazionali, alla ripresa del torneo il vigore appena ritrovato si è dissolto in un batter di ciglia e, grazie anche ad una classe arbitrale profondamente in imbarazzo nell’utilizzo del VAR, il deludente pareggio di Udine e le successive sconfitte contro le capolista Milan e Napoli ributtavano nella mischia di centro classifica la banda di Mihajlovic.

Sotto le Due Torri gli sbalzi di umore rientrano ormai nella norma e, fortunatamente, nella gara successiva col Cagliari non è scattato il trabocchetto sardo; la sfida si è rivelata tosta e complessa, soltanto nella ripresa è stata sbloccata con De Silvestri che ha piazzato il suo terzo sigillo stagionale sfruttando un velo d’autore di Arnautovic e negli ultimi minuti aprendo la sliding door corretta: Skorupski ha sventato il pareggio di Lykogiannis con un balzo da pantera ed un istante più tardi Sansone ha spedito a rete ancora Arnautovic che inchiodando il 2-0 chiudeva formalmente le ostilità.

 

Gli alti e bassi, oltre ad essere ormai trapiantati nei cromosomi della squadra, caratterizzano il percorso di molte altre compagini del campionato a testimonianza di un grande equilibrio che si può facilmente riscontrare nella classifica dopo 11 giornate; senza considerare le 2 lepri Napoli e Milan oltre all’Inter che è il segugio più prossimo all’inseguimento, dalla Roma in quarta posizione al Cagliari fanalino di coda si sgomita in appena 13 punti con il Bologna che naviga a metà classifica ed incredibilmente a soli 4 punti dalla zona Champions League. Una congiuntura bizzarra che necessita ancora di alcune giornate per fotografare una situazione più fluida e sgranata, ovvero non è ancora il momento per definire con certezza i reali obiettivi che ogni squadra può permettersi di inseguire…ed il Bologna non fa eccezione in tal senso. La trasferta di Marassi con la Sampdoria sarà un termometro prezioso per misurare la temperatura ai rossoblu e capire se la febbre si è estinta con l’ultima vittoria oppure la salute è ancora cagionevole; una vittoria significherebbe spalancare le porte di nuove ambizioni considerando che, dopo la nuova sosta per la nazionale, i match con Venezia e Spezia assomiglierebbero a degli splendidi trampolini per saltare finalmente un po’ più in alto.

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