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Esame di maturità fallito: al Dall’Ara passa il Venezia

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Bologna che domina (emblematico il conto dei corner: diciassette contro zero), ma subisce il maggior cinismo del Venezia, che sfruttando una delle poche occasioni avute ottiene i tre punti. Esame di maturità fallito per la banda di Mihajlovic, che rimanda a data da destinarsi i sogni d’Europa.

 

FORMAZIONI. Mihajlovic sorprende tutti, gettando nella mischia Riccardo Orsolini come esterno di centrocampo al posto dell’infortunato De Silvestri: per il resto nessuna sorpresa, con l’undici che è lo stesso di Marassi, quindi Medel, Soumaoro e Theate (all’esordio in settimana col Belgio) davanti a Skorupski, linea di centrocampo con Soriano-Dominguez-Svanberg (centesima presenza per lo svedese in rossoblù) dietro alle punte Barrow ed Arnautovic. Dall’altra parte, Zanetti mantiene il solito 4-3-3, cambiando giusto due elementi rispetto all’undici vittorioso contro la Roma: il rientrante Vacca per l’assente Crnigoj, e l’esterno Johnsen per Kiyine. Per il resto solita linea a quattro difensiva con Mazzocchi, Ceccaroni, Caldara e Haps di fronte a Romero, la coppia millenials Ampadu-Busio a centrocampo, i killer della Roma Aramu e Okereke a completare la linea d’attacco.

 

PRIMO TEMPO. Tredicimila spettatori al Dall’Ara, mille dei quali da Venezia: tra le due tifoserie non corre buon sangue (specie per la storica amicizia dei lagunari col Modena), e i cori del pre-partita lo dimostrano ampiamente. Gelo novembrino sullo stadio, a riscaldare il clima c’è una Curva Bulgarelli pronta a riaccogliere tutti i suoi gruppi organizzati, che per l’occasione rispolverano l’ormai tradizionale coreografia “Bolognesi siamo noi”, con i simboli della città sullo sfondo rossoblù e fumogenata annessa; dall’altra parte si risponde coi colori dell’Unione, e scritta “Siamo l’Armata Arancioverde”. Partenza sprint dei rossoblù, che si guadagnano ben tre calci d’angolo nei primi minuti: non saranno gli unici; la spinta del pubblico è notevole, l’inizio tutto di marca casalinga. Il primo squillo verso la porta avversaria è di Arnautovic, che al decimo minuto raccoglie un assist di petto di Soriano e prova il tiro verso Romero, col pallone che però finisce fuori. Al dodicesimo c’è il quarto calcio d’angolo per il rossoblù: Barrow fa partire una traiettoria velenosa sulla quale s’avventa Soumaoro, che di testa fa venire i brividi alla difesa ospite. Poco dopo ci prova dalla distanza Theate, ma Romero fa buona guardia. Si fa vedere anche il Venezia: Aramu, uno dei più temuti sulla sponda unionista, prova a beffare Skorupski da lontano, ma il portiere polacco è attento. Il volume dei cori aumenta i decibel, quello del gioco rimane per lo più addormentato: nessuno su entrambe le sponde riesce ad accendere la luce, l’attendismo la fa da padrone. Alla mezz’ora altro calcio d’angolo per i padroni di casa: questa volta è Orsolini a battere, ma il risultato sempre lo stesso. Poco dopo c’è una bella discesa di Hickey sulla fascia: assist per Svanberg che ci prova, ma Romero para: è nei fatti il primo tiro in porta della partita. Al quarantesimo c’è poi l’ennesimo corner per il Bologna, che stravince questa particolare classifica: Romero smanaccia, Arnautovic raccoglie dal limite dell’area e ci prova, ma il tiro è alto sopra la traversa. 0-0 all’intervallo, dopo quarantacinque minuti di noia e freddo.

SECONDO TEMPO. Si torna in campo con un protagonista sempre più in ascesa: la nebbia, che costringe i fari all’accensione. Riccardo Orsolini prova subito a salire in cattedra con la specialità della casa: dribbling e tiro, ma Romero si fa trovare pronto. La trama del gioco è la stessa del primo tempo: Bologna che costruisce e Venezia che si difende, chiudendo alla perfezione gli spazi. Zanetti rompe il ghiaccio e dà il via alla giostra dei cambi: Henry per Johnsen. Hickey si guadagna il primo corner della ripresa, sugli sviluppi ci prova da fuori area Orsolini, il cui tiro illude il pubblico del Dall’Ara. L’esterno ascolano è tra i più attivi di questo inizio di ripresa. La fiera dei corner continua, ma il bunker veneziano resiste. Bologna padrone del gioco, la squadra ospite si limita ai tentativi di contropiede. Doppio cambio per il Venezia: dentro Kyine e Tessmann per Aramu e Vacca. Gli ingressi dei nuovi portano risultati, perché a sorpresa all’ora di gioco passano gli ospiti: parapiglia al limite dell’area, il pallone arriva a Okereke che beffa Skorupski, scatenando la gioia del settore veneziano. Doccia fredda per il Bologna, costretto ora a rincorrere. Mihajlovic passa al contrattacco, dentro Sansone e Vignato per Barrow e Orsolini, tolto nonostante il buon inizio di ripresa. I rossoblù aumentano la pressione sulla squadra di Zanetti, continuando a far collezione di calci d’angolo. Dominguez fa ammonire Haps, il pubblico spinge i rossoblù. Mihajlovic pareggia il conto dei cambi: dentro Santander per Hickey, Bologna a trazione iper-offensiva. Zanetti risponde con le ultime cartucce disponibili: dentro Peretz e Modolo per Okereke e Busio. Tiro di Svanberg centrale, l’urlo del Dall’Ara rimane strozzato in gola. Il Venezia si fa vedere con Henry, ma Skorupski è sicuro. Si gioca ormai solo nella metà campo veneta, anche se il bunker della Serenissima regge. Sinisa manda nella mischia Viola, al suo esordio in rossoblù, scende un applaudito Dominguez. La sfida si trascina stancamente verso un destino già scritto, che i rossoblù non sembrano in grado di cambiare. L’arbitro dà cinque minuti di recupero per alimentare le speranze della squadra di casa, ma più che il Bologna, è il Venezia ad andare vicino al gol con Tessmann: bravo Skorupski ad impedirgli la gioia della rete. Una delle ultime chance è sui piedi di Sansone, che sbatte però contro il muro arancioverde. Il triplice fischio certifica il maggior cinismo veneziano, che torna a vincere al Dall’Ara dopo una vita (non succedeva dal 1943) e trova tre punti insperati: il pubblico di casa riconosce comunque lo sforzo della propria squadra, applaudita dalla maggioranza dello stadio.

(foto Bologna fc)

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