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L’altro spogliatoio: il Torino di Ivan Juric

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fonte immagine: Twitter ufficiale Torino FC


Riprendere la marcia. È l’imperativo di casa Bologna, Sinisa Mihajlovic e scendono in campo all’Olimpico Grande Torino per vincere e rimanere attaccata al treno che si chiama Europa. Di fronte il Torino di Ivan Juric, squadra tanto difficile da affrontare in giornate e momenti positivi, quando discontinua e spesso travolta dagli eventi della partita.

DISCONTINUITÀ – Il Torino di Juric gioca con un modulo molto simile a quello del Bologna. Il 3-4-2-1 o, a seconda degli interpreti 3-4-1-2, si sa, è il modulo di riferito per Juric, allievo di Gian Piero Gasperini. Il Toro gioca uomo su uomo a tutto campo, pressando e cercando immediatamente la verticalizzazione per cogliere impreparata la difesa avversaria. La linea a tre di difesa, guidata da Bremer, è molto aggressiva e cerca sempre l’anticipo. Mentre i due centrocampisti centrali orchestrano il pressing offensivo dando i tempi di salita e attesa dell’avversario. In particolare, Tommaso Pobega è lago della bilancia della fase di non possesso grazie alla sua intelligenza tattica senza il possesso. Il Torino tuttavia è una macchina imperfetta, difensivamente lascia molti spazi, non è un caso che non abbia ottenuto i risultati sperati finora. È infatti molto lontana dalla perfetta macchina difensiva che era l’Hellas dello stesso Juric. La continua ricerca del pressing, del baricentro alto, ha provocato più volte grosse difficoltà. Uno degli ultimi esempi è senz’altro la partita contro l’Empoli, quando dopo 20 minuti di assoluto dominio tecnico e tattico, un’amnesia difensiva ha provocato l’espulsione di Singo e una rapida serie di eventi avversi che hanno portato poi al 2-2 finale.

FASE OFFENSIVA – In avanti Juric ama giocare con un solo tre anti che apra gli spazi per i trequartisti o la seconda punta che parte larga sulla fascia. Quando il Torino riesce a recuperare il pallone in avanti, l’azione subisce un’accelerazione improvvisa che porta la squadra granata a verticalizzare e trovare il centravanti che gioca il pallone spalle alla porta o attacca la profondità. Molto della partita del Bologna passerà dalla capacità della cerniera di centrocampo di filtrare gli inserimenti dei trequartisti.

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