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L’altro spogliatoio: l’analisi del Cagliari di Walter Mazzarri

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fonte immagine: Twitter ufficiale Cagliari Calcio


È un Cagliari in difficoltà quello che si ritroverà davanti il Bologna nell’impianto dell’Unipol Domus del capoluogo sardo. Una squadra proveniente da una vittoria, certamente fondamentale se solo si pensa che mancava da quasi un girone, ma che presenta ancora enormi problemi tecnici e soprattutto di autostima.

MODULO – Dopo l’addio di Leonardo Semplici, che nel corso della sua esperienza aveva alternato l’utilizzo di due moduli il 3-5-2 e il 4-4-2, il Cagliari si è affidato a Walter Mazzarri da sempre affezionato al 3-5-2, modulo col quale ha ottenuto quasi sempre risultati durante la sua carriera. La squadra isolana è dunque ripartita dal 3-5-2 (a volte variabile in un 3-4-1-2), ma i risultati hanno faticato enormemente ad arrivare. 

DIFESA – In fase di non possesso, la squadra di Mazzarri si è sempre mostrata svagata nelle marcatura, poca attenta alla linea del fuorigioco e soprattutto vulnerabile da un punto di vista mentale. Nonostante una buona dose d’esperienza con Diego Godin a guidare il reparto, la linea difensiva ha subito tante reti, alcune delle quali sono sembrate più conseguenza di una condizioni mentale preoccupata e preoccupante. Il fatto che l’uruguaiano, leader difensivo dei rossoblù, sia sembrato in evidente calo fin dal suo arrivo non ha fatto altro che aumentare i problemi della difesa che hanno visto il loro culmine nella partita contro l’Udinese. Per questo motivo, le partite sul quale provare a capire che difesa del Cagliari si troverà davanti il Bologna sono appena una: quella della vittoria sulla Samp. Una partita che, al di là dell’errore di inesperienza dell’ex Olbia Altare, ha mostrato il neoacquisto Lovato perfetto regista della fase di non possesso e due giovani come Carboni e lo stesso Altare riuscire a mantenere la concentrazione per 90 minuti. Spesso comunque i sardi si presentano molto schiacciati indietro e la loro formazione è più simile a un 5-3-2.

CENTROCAMPO E ATTACCO – Un altro problema importante per il Cagliari è quello che riguarda il centrocampo. La scommessa sul nome di Kevin Strootman ha finora pagato poco. Ora, nel periodo in cui l’olandese si è dovuto fermare per i soliti guai al ginocchio, il Cagliari ha trovato una sicurezza nell’inserimento di Alberto Grassi davanti alla difesa. L’ex Napoli fa una regia ordinata col pallone tra i piedi ed è sempre molto dinamico e presente in non possesso. Ai suoi lati ci sono mezzali altrettanto dinamiche che lo aiutano nel coprire l’ampia porzione del centrocampo. L’uomo imprescindibile però è Razvan Marin, mezzala tuttofare che nel centrocampo del Cagliari è il vero fato tecnico. Il romeno è mezzala di corsa e tiro dalla distanza, ma il suo piede molto educato spesso gli permette di essere il rifinitore sulla trequarti, zona nella quale idealmente dovrebbe farsi trovare per ricevere il pallone.

In avanti, ecco l’unica vera grande certezza del Cagliari, Joao Pedro. L’attaccante ormai italo-brasiliano (è attesa la sua convocazione per i playoff mondiali dell’Italia) è il bomber della squadra. Fisico da seconda punta e colpo di testa da centravanti, Joao Pedro può essere pericoloso sia in area di rigore che appena fuori essendo dotato anche di un buon tiro. Accanto a lui giocherà Pavoletti, in assenza di Keita in Coppa d’Africa. I due hanno fatto coppia per diversi anni e amano non dare punti di riferimento venendo incontro al pallone a turno. Tuttavia, la loro migliore caratteristica in coppia è la capacità di distribuirsi perfettamente gli spazi in area di rigore non disturbando mai la giocata dell’altro. In questo senso, il Bologna dovrà essere bravo a non scoprirsi sugli esterni. Infatti, sulle fasce nonostante un atteggiamento remissivo il Cagliari riesce a portare avanti i suoi esterni e creare superiorità numerica con la mezzala che si allarga, e dalle fasce arrivano cross molto pericolosi viste le caratteristiche delle due punte.

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