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Meteore: Stephen Appiah

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Terza puntata, terza meteora. Se così può essere definita, visto che si tratta di un giocatore che ha preso parte a sole due partite nella sua esperienza in rossoblù, nella stagione 2009-2010.

Parliamo di Stephen Appiah, centrocampista classe 1980 proveniente dal Ghana.

Appiah inizia a farsi notare nelle giovanili degli Hearts of Oak, ad Accra in Ghana. Fin da subito mostra un grande talento: riesce a giocare indifferentemente in un centrocampo a tre o a quattro, ricomprendo egregiamente ogni posizione viste le sue indubbie qualità tecniche. A soli 15 anni esordisce con gli Hearts in massima serie ghanese, dove resterà fino al 1997.

La voce si sparge, molti top club si fanno avanti per tentare l’affare. Viene poi notato da Pietro Lo Monaco, capo osservatore dell’Udinese all’epoca, che lo acquista a titolo definitivo. Nello stesso anno esordisce con i friulani, ma in tre stagioni colleziona 36 presenze non andando mai a segno.

La società lo cede nel 2000 al Parma, in cui gioca 28 partite senza però lasciare mai il segno. Tra luci e ombre viene poi girato in prestito al Brescia. La sua esperienza con i biancazzurri sembra invece essere quella della svolta: il celebre allenatore dell’epoca, Carlo Mazzone, lo sposta più vicino all’area avversaria e Appiah ripaga la fiducia del tecnico chiudendo la stagione 2002-2003 con 31 presenze e 7 timbri in Serie A.

Appiah entra nel mirino di mezza Italia e la Juventus lo acquista affiancandolo a campioni del calibro di Nedved, Conte, Camoranesi e Del Piero. In bianconero non riesce però ad affermarsi: in due anni prende parte a 48 partite mettendo a segno 3 reti, ma senza mai convincere la dirigenza. Le critiche non tardano ad arrivare e il ragazzo risponde alle polemiche affermando: “Se fossi andato al Torino mi avrebbero trattato meglio”. È rottura totale con il club.

Nel 2005 viene ceduto al Fenerbahce e con i turchi riesce a vincere un campionato e una Super coppa nazionale.

Durante l’estate del 2007 subisce un grave infortunio al ginocchio che lo tiene fuori dal campo per molti mesi. Il problema però si fa più grave del previsto: in seguito all’operazione Appiah rischia di morire a causa dell’arretrata terapia anticoagulante prescritta dai medici della squadra, che provocano una tromboflebite. Oltre i problemi di salute si aggiungono anche quelli legali. Appiah risulta infatti indebitato verso l’avvocato Mattia Grassani e i suoi procuratori Dario Canovi e Santiago Morrazzo di circa un milione di euro. Inizia dunque una lunga e complessa battaglia legale che vede poi vittoriosi il suo ex-team.

Trovatosi senza una squadra dopo i problemi di salute, inizia un periodo di prova con il Tottenham. L’allenatore però, non totalmente convinto, gli chiede di prolungare questa situazione, inizialmente di tre settimane e poi ancora di un mese. Il giocatore, non soddisfatto dei continui rinvii, tenta di approdare in Russia al Rubin Kazan, riscontrando lo stesso problema. Il 1° novembre del 2009 ecco il ritorno in Italia: il Bologna gli offre un contratto per una stagione, con l’opzione di prolungamento in base al rendimento del calciatore.
Sarebbe fantastico poter scrivere di una rinascita, una rivincita contro tutto e tutti che gli ha permesso di superare le avversità e far ricredere chi lo aveva dubitato… ma non è la storia della nostra meteora.

 

Dopo pochi giorni di allenamento Appiah subisce un infortunio al ginocchio. I tempi di recupero si allungano e tra ricadute e una forma fisica non ottimale riesce a giocare solo nelle ultime due giornate di campionato. Esordisce nel secondo tempo di Bologna-Catania e subentra nella trasferta contro il Cagliari, senza ottenere il rinnovo dalla società emiliana.

Nell’agosto del 2010 viene ingaggiato dal Cesena neopromosso in Serie A, anche qui senza mai convincere. Il 2 febbraio del 2012, infine, approda al Vojvodina in Serbia, dove conclude la sua sfortunata carriera.

 

 

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