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Il Resto del Carlino – Bologna, troppi moduli e poche idee

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Esattamente come dopo la partita di andata, lo 0-0 contro l’Empoli ha portato alla luce ancora una volta i soliti problemi di un Bologna senza identità. Negli ultimi due anni, infatti, i rossoblu hanno cambiato due sistemi di gioco, adottando sette moduli diversi, ma fu proprio la gara di Empoli dello scorso 26 settembre a dare di fatto una svolta importante, con il passaggio alla difesa 3. Schieramento che Mihajlovic, integralista del 4-2-3-1, non ha mai apprezzato, come dichiarò lo stesso tecnico rossoblu dopo la gara contro i toscani. Ma in quel caso, il cambio fu quasi necessario per dare una scossa all’intero ambiente, subito dopo l’addio di Walter Sabatini e con la squadra in ritiro. Di fatti, ci fu un’ottima reazione: subito 3-0 alla Lazio, poi pareggio a Udine e le sconfitte contro Milan e Napoli, partite in cui i ragazzi di Mihajlovic hanno comunque fatto la loro parte. E infatti ecco che a Novembre arrivano 4 vittorie in 5 partite che avvicinano i rossoblu all’Europa; tuttavia, dopo la sconfitta con la Fiorentina, ecco riemergere i problemi di equilibrio, che invitano Sinisa ad una nuova riflessione. 

Arrivato a Bologna ormai 3 anni fa, nel gennaio 2019, Mihajlovic salvò i rossoblu grazie ad un 4-2-3-1 fatto di corsa, pressing, goal e spettacolo; modulo da cui il tecnico serbo non si distaccò praticamente mai più, tranne per alcune occasioni in cui i suoi erano chiamati a recuperare dallo svantaggio. Nell’ultima stagione, infatti, si era già intravisto un 3-4-1-2 offensivo per cercare le rimonte, ma era anche un Bologna che subiva goal per 40 partite consecutive. Dunque, in estate, via agli esperimenti, con il 4-1-4-1 e il 4-3-3 che avrebbero dovuto esaltare un giocatore come Nico Dominguez, nato come mezzala e messo davanti alla difesa solo a causa dell’infortunio di Schouten. La difesa però non è migliorata: i 5 goal subiti dalla Ternana in Coppa Italia e i 12 nel trittico di partite contro Inter, Genoa ed Empoli portano al passaggio alla difesa a 3 con Gary Medel centrale e leader, come con il suo Cile durante le vittorie in Copa America. 

Ma in tutto ciò resta un nodo da sciogliere: Roberto Soriano. Il capitano è infatti passato dai 9 goal della passata stagione agli 0 attuali; Mihajlovic lo ha provato mezzala, mediano, trequartista, senza particolari effetti. Ha cercato anche di dargli diverse collocazioni nel 3-5-2 nato post-Empoli, prima nel il 3-4-2-1 con Barrow o Orsolini al fianco di Soriano, poi con il 3-4-1-2, impiegato contro l’Empoli, assegnando al capitano compiti di marcatura e pressing sul regista avversario (in questo caso, Asllani). Ma anche così i risultati non sono arrivati: Mihajlovic ha provato anche a rinunciare a Soriano, inserendo Orsolini e Barrow alle spalle di Arnautovic in un 3-4-3 che avrebbe dovuto contribuire alla ricerca di goal che non arrivano; nel 2022 sono infatti soltanto 2 le reti realizzate dai rossoblu, entrambe prodezze di Orsolini, nate più dall’estro del talento marchigiano che dal lavoro di squadra. 

 

Mihajlovic è dunque chiamato a mettere mano ancora una volta a questo Bologna: dovrà fare a meno anche di Dominguez questa volta, con il neo arrivato Aebischer che al momento sembra più simile a Svanberg che all’argentino; nuove modifiche potrebbero però portare ulteriore confusione, in un Bologna che ha bisogno di ritrovare equilibrio e l’apporto dei suoi giocatori principali. 

Fonte: Marcello Giordano, Il Resto del Carlino

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