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Beppe Signori a Verissimo: “Ho passato dieci anni terribili. Ho fatto di tutto per dimostrare la mia innocenza”

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“Ero a Roma con i miei figli, quando mia moglie mi disse che dopo una perquisizione sarei finito in Questura”: esordisce così Beppe Signori negli studi di Verissimo dove, intervistato Silvia Toffanin, ha ripercorso l’inchiesta legata al calcioscommesse, iniziata nel 2011 e terminata soltanto l’anno scorso. “In tv vedevano la mia faccia, ho scoperto solo qualche giorno dopo l’arresto cosa fosse successo realmente. Dopo l’arresto non sono uscito di casa per un paio di mesi: mi vergognavo, anche se non sapevo per cosa”. 

La vicenda alla fine si è chiusa, ma senza il rito abbreviato: “Sarebbe stata una resa, volevo dimostrare a tutti i costi la mia innocenza. Sono stati momenti duri, la mia famiglia è stata fondamentale perché mi è sempre stata accanto. Oltre a tutto questo caos ho rischiato anche di morire: nel 2019 mi hanno riscontrato un’embolia polmonare, per fortuna ero già in ospedale e mi hanno subito intubato”. Suicidio? Non ci ho mai pensato”.

Sul futuro: “Mi piacerebbe lavorare in un settore giovanile. Posso allenare in qualsiasi categoria ma, avendo cinque figli, credo che i bambini possano darmi maggiori soddisfazioni”.

Fonte: Verissimo

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