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Il Resto del Carlino – Brighi: “Il Bologna è sempre lì, manca quando bisogna fare qualcosa in più”

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18 anni di Serie A, di cui 2 con la maglia rossoblu. Bologna sarà sempre una tappa importante nella carriera di Matteo Brighi, che sotto le Due Torri è arrivato da giovanissimo nella stagione 2000/2001 in prestito dalla Juventus per poi tornare 15 anni dopo per contribuire alla nascita del nuovo Bologna di Saputo. Intervistato da Marcello Giordano per il Resto del Carlino, l’ex centrocampista ha parlato proprio della situazione attuale del Bologna e di cosa sia cambiato da quando i rossoblu sono tornati in Serie A nella stagione 2015/2016. 

Brighi che si aspettava sicuramente un percorso diverso per il Bologna, viste anche le passate stagioni e l’ottimo girone d’andata dei rossoblu: “Diciamo che il Bologna è sempre li, quando deve e può fare uno scatto in avanti non lo fa mai. Il problema è che il Bologna si pone un obiettivo che non è tale. Il lato sinistro della classifica non è un real stimolo per un calciatore, specie dopo 3-4 anni. Infatti poi una volta salvato il Bologna stacca”. Prendendo come esempio il Sassuolo, squadra attualmente al 9° posto e che da anni vive nel limbo della metà classifica, Brighi spiega come il Bologna sia già di un livello superiore: “Ma se il messaggio che ti arriva da dentro è che devi arrivare decimo, a meno che tu non abbia una grande fame dentro di per te, ti spegni”. Un problema di fame, dunque, dovuto secondo Brighi anche all’evoluzione del calcio: “Quando avevo 18-19 anni dovevo fare uno o due anni interi ad alto livello per potermi considerare arrivato. Oggi ai ragazzi basta fare 4-5 buone gare e vengono etichettati come fenomeni, anche perché oggi le plusvalenze e gli incassi importanti passano soprattutto dai giovani. Così è dura migliorare l’aspetto caratteriale di un ragazzo, a meno che non ce l’abbia dentro”. E uno che a Bologna ce l’ha, secondo Brighi, è Nico Dominguez, già più avanti di giocatori anche più giovani come Svanberg, Hickey o Theate

I risultati poco convincenti hanno portato una brutta aria a Casteldebole, e in molti credono che il ciclo di Mihajlovic sulla panchina del Bologna sia giunto al termine: “Sinisa è una persona molto onesta, se così sarà lo riconoscerà lui per primo. Di certo qualche problema ce l’ha: ha voluto Arnautovic dicendo che la squadra faceva gioco ma non segnava. Di fatto ora la squadra non gioca e Arnautovic ha fatto i goal di Soriano. Insomma sono cambiati gli ingredienti ma non la sostanza, nonostante l’arrivo di un giocatore importantissimo. E questo è motivo di riflessione, come pure il fatto che si stiano perdendo per strada due investimenti come Barrow e Orsolini”. Riflessione che non coinvolge solo l’allenatore ma anche gli uomini mercato rossoblu: “Corvino aveva il compito di consolidare la squadra. Poi sono arrivati Bigon e Sabatini, ma i passi avanti che il Bologna doveva fare non li ha fatti. Oltre ai giovani serve un’ossatura di spessore, l’Atalanta così ha fatto”. E, a tal proposito, impossibile non parlare dell’uomo che ha costruito questa Atalanta, ovvero Giovanni Sartori, accostato al Bologna in caso di cambio nell’area tecnica: “Ha costruito il miracolo Chievo e il miracolo Atalanta. Le operazioni di mercato parlano per lui: un fenomeno. Bisogna capire se sia attratto dalla nuova sfida Bologna o dalla Juventus. Per come l’ho conosciuto, non mi stupirebbe se scegliesse Bologna”

Fonte: Marcello Giordano, il Resto del Carlino

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