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Il Resto del Carlino – Nazionale dal paradiso all’inferno

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Una serata surreale quella di ieri al Barbera, dove gli azzurri avrebbero meritato nettamente il passaggio del turno, ma di fatto il risultato non c’è stato, e nel calcio è quello che alla fine conta più di tutto. Cala il sipario dopo una lotta intensa, in cui il dream team degli europei meritava sicuramente qualcosa di più, ma quella magia estiva che teneva tutti incollati alla televisione sembra sia spenta già da un po’. 

Mancini è sotto contratto fino al 2026, cosa accadrà ora? “Quella di luglio è stata la cosa più bella che mi sia mai accaduta a livello personale, questa invece è la più grande delusione. Abbiamo fatto di tutto per vincere, ma certe sfide sono così…Non so cosa dire. Mi dispiace molto per i giocatori. Per adesso è troppo grande la delusione per parlare di futuro“. Mancini preserva comunque la fiducia del presidente della Figc, Gabriele Gravina, il quale spera vivamente che il progetto con il ct vada avanti e lui resti. 
 
L’immensa gioia e vittoria a Wembley sembra appartenere a un’altra epoca, ora bisognerà ripartire da zero ma pur sempre portando dentro le emozioni magiche della scorsa estate. Siamo arrivati sul tetto d’Europa contro ogni pronostico, e ora è paradossale pensare che questa Nazionale scivoli fuori alle qualificazioni.
 
Forse una volta la Nazionale era più sentita, ma oramai è decenni che non è sentita come lo era prima…” una dichiarazione pesante di Mancini nel prepartita, che allude chiaramente ai falliti tentativi di dare più spazio e tempo alla preparazione di questo evento, vitale per il calcio italiano e non solo. Dopo la gloriosa vittoria di luglio, il campionato è rientrato a gamba tesa a tutti gli effetti, insieme alle dinamiche tra Figc e Lega per gli spazi da organizzare. Lo stesso presidente Gravina ieri sera ha affermato che “Per i club la nazionale è spesso un fastidio“. 
 
Siamo affranti e distrutti, una sconfitta inspiegabile“, afferma Chiellini. Al di là di quanto è successo, va comunque evidenziato l’entusiasmo e il calore dello stadio Barbera, come gli applausi che hanno coperto i fischi all’inno macedone. Rimaniamo tutti in sospeso, con l’amaro in bocca e il ricordo gioioso dell’europeo nel cuore. 
 
Fonte: Paolo Grilli – Il Resto del Carlino

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