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L’altro spogliatoio: l’evoluzione del Sassuolo di Alessio Dionisi

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fonte immagine: Twitter ufficiale Sassuolo


All’andata fu un trionfo: l’ultimo Bologna del 2021 schiantò il Sassuolo di Alessio Dionisi 0-3 al Mapei Stadium. Una prestazione di rilievo assoluto che ripagò i rossoblù della sconfitta con la Fiorentina. Di fronte, però, ci fu un Sassuolo ben diverso da quello visto dall’inizio del 2022.

La squadra di Dionisi ha trovato nel 4-2-3-1 la sua definitiva e perfetta struttura tattica. Tuttavia, il tecnico toscano ha dovuto rivedere alcune situazioni tecniche per vedere la squadra neroverde funzionare in maniera univoca e piacevole. 

Il Sassuolo ha comunque confermato importanti difficoltà soprattutto in fase difensiva, nelle ultime trenta partite la squadra di Dionisi è riuscita a tenere la porta inviolata appena una volta. In questo finale di campionato si è abbandonato a prestazioni di basso livello perdendo a Cagliari in una partita scialba, e subendo addirittura 6 reti da un Napoli, rabbioso ma in calo. Al di là delle statistiche, il Sassuolo ha inevitabilmente concesso tanto durante questa stagione la sua propensione offensiva, tutta verticale, con due mediani poco propensi e adatti a schermare la difesa, ha comportato grosse difficoltà. Nondimeno, anche la spinta offensiva dei terzini ha levato solidità, lasciando spesso i due centrali abbandonati al loro destino e costretti anche dalle circostanze a difendere aggredendo in avanti per evitare di rimanere schiacciati.

Frattesi e Lopez hanno caratteristiche ben diversi da quelle di mediani adatti ad interpretare una cerniera difensiva a 2. Il centrocampista italiano ha mostrato grandi doti offensive e conoscenza dei tempi di inserimento, dimostrando di poter essere un perfetto interprete del ruolo di mezzala a tre; il francese ex Marsiglia ha invece dato ordine alla manovra, tuttavia nonostante l’innata grinta, i limiti fisici hanno comportato per lui una certa difficoltà nella fase di non possesso. Una situazione venutasi a creare anche e soprattutto quando Dionisi, costretto dalla cessione di Boga, ha dovuto inventarsi una variante tattica molto più simile al 4-2-3-1 che al 4-3-3 che spesso, anche col Bologna all’andata era andato a presentare. Hamed Traorè, per necessità tecniche, è stato spostato dal tecnico dal ruolo di mezzala o trequartista, al ruolo di esterno sinistro offensivo, lasciando spazio dietro il centravanti (Scamacca) a Giacomo Raspadori. Un cambio tattico e tecnico che ha permesso al talento bolognese di avvicinarsi alla porta e giocare in appoggio alla prima punta per puntare direttamente fronte alla rete, e ha fatto definitivamente esplodere il talento di Traorè, praticamente infallibile sottoporta, inserendosi da sinistra, temibile in rifinitura e soprattutto una spina nel fianco delle difese poiché in grado di aggredire nell’uno contro uno, ma anche di partecipare alla manovra. 

Difficile però intuire quale versione del Sassuolo scenderà in campo oggi al Dall’Ara. Il Bologna però ha le carte in regola per mettere in grande difficoltà la squadra di Dionisi giocando tra le linee e attaccando la profondità alle spalle della difesa neroverde.

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