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Chi più spende (alle volte) male spende – Andreas Skov Olsen

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crediti immagine: Damiano Fiorentini per 1000 cuori rossoblu


Torna la consueta rubrica settimanale dedicata agli acquisti più costosi degli ultimi sette anni del Bologna, acquisti che poi non hanno soddisfatto le aspettative sul campo.
L’articolo di oggi verterà su un giocatore che fino a soli sei mesi fa vestiva ancora la maglia rossoblù: Andreas Skov Olsen.

Il danese sbarcò sotto le due torri nel luglio di tre anni fa, dopo una trattativa parecchio lunga tra il Bologna e il Nordsjælland, club che allora ne deteneva il cartellino. 
La trattativa, come detto, non fu delle più semplici: il ragazzo chiese tempo prima di prendere una decisione definitiva, e il Bologna lo aspettò, segno di quanto la società lo volesse fortemente.
Skov Olsen aveva convinto tutti, la dirigenza vedeva in lui il giocatore adatto da alternare a Orsolini sulla destra, alla luce anche della giovane età del danese, che allora aveva appena vent’anni.
Alla fine, il Bologna la spuntò e si aggiudicò il cartellino del danese per una cifra intorno ai 6 milioni di euro. Cifra non da poco considerando il fatto che il giocatore era giovanissimo e che quella sarebbe stata la sua prima esperienza in Serie A.

Skov Olsen sottoscrisse un contratto quinquennale a 800.000 euro a stagione. Era quindi chiaro che, nei piani del Bologna, Skov Olsen sarebbe dovuto essere il futuro Orsolini.
Le aspettative sul giovane danese erano pertanto molto alte.

La prima stagione di Skov Olsen in maglia rossoblù si concluse con 26 presenze e solo un gol, rete segnata al Maradona (allora ancora San Paolo) contro il Napoli, nella gara vinta poi dal Bologna per 2-1. Ecco, quella rete aveva forse dato l’illusione a tutti che il ragazzo sarebbe potuto veramente sbocciare sotto le due torri. Tuttavia, quello fu l’unico gol in quell’annata.
Al termine del suo primo anno in Serie A, l’impressione che si aveva di lui era quella si di un giocatore dalle buone doti tecniche, ma che in un campionato difficile come quello italiano faticasse parecchio, anche per un fattore caratteriale.
Tuttavia, il Bologna puntava fortemente su di lui, anche per l’investimento fatto, motivo per cui Skov Olsen rimase sotto le due torri.

Anche nell’annata successiva (2020-2021) Skov Olsen totalizzò 26 presenze, condite da 2 gol (contro Parma e Crotone) e 3 assist. Stagione che per lui si rivelò particolarmente insidiosa anche per via di una frattura della vertebra lombare, che lo costrinse ai box per due mesi.

Era però ormai chiaro che il ragazzo faticasse ad incidere in Serie A. Ciononostante, ad agosto dell’anno scorso cominciò la sua terza stagione con la maglia del Bologna, stagione che però Skov Olsen non ha concluso sotto le due torri. A gennaio, infatti, dopo la gara di Verona, Sinisa Mihajlovic si lasciò andare ad alcune dichiarazioni in cui faceva intendere come il danese avesse tirato indietro la gamba nel momento di maggior necessità, proprio nella gara del Bentegodi. Atteggiamento che al tecnico serbo non era affatto andato giù. Motivo per cui si decise di lasciar partire il giocatore, dopo aver trovato l’accordo con il Club Bruges per una cifra attorno ai 7 milioni di euro.
Nonostante un rendimento del giocatore deludente nei due anni e mezzo trascorsi nel Bologna, la società felsinea è riuscita nell’impresa di trarne una plusvalenza.

Il bilancio dell’avventura di Skov Olsen sotto le due torri recita 70 presenze e soli 3 gol, numeri assolutamente sotto le aspettative per un giocatore che tra stipendio e cartellino è costato alla società circa 8 milioni di euro. E’ evidente come l’amore tra il danese e il Bologna non sia mai sbocciato. Forse anche per un fattore caratteriale del ragazzo, che probabilmente non si è mai davvero adattato alla città e al campionato italiano.
E questo lo testimonia il fatto che Skov Olsen abbia deciso di cercare un rilancio lontano dall’Italia, in Belgio. Con il Club Bruges ha vinto il titolo della Jupiler League, andando a segno 6 volte in 17 gare. E chissà che proprio in Belgio non abbia trovato la sua dimensione.

L’impressione che resta è quella di un attaccante dotato di discrete qualità tecniche, ma che però fatichi ancora tanto ad essere decisivo ad alti livelli. Il suo talento è spesso emerso contro avversari non di primo pelo: contro il Parma, il Crotone, oppure (guardando alle gare in nazionale) contro le Isole Far Oer e la Moldavia, solo per citare alcuni esempi.
Per diventare un fuoriclasse serve necessariamente maggiore incisività.

 

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