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Chi più spende (alle volte) male spende – Ibrahima Mbaye

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crediti immagine: Damiano Fiorentini per 1000 cuori rossoblu

Torna il consueto appuntamento con la rubrica settimanale dedicata agli acquisti più onerosi dell’era Saputo che sul campo non hanno soddisfatto le aspettative.
Il protagonista di oggi è un giocatore attualmente in uscita dal Bologna, un giocatore che ha vestito la maglia rossoblù per quasi otto anni senza però mai incidere realmente. Stiamo parlando di Ibrahima Mbaye, giunto sotto le due torri grazie a Pantaleo Corvino nel gennaio del 2015.

In quell’anno i rossoblù militavano in Serie B e la nuova proprietà (guidata allora da Joe Tacopina) si era insediata da pochi mesi. Il neodirettore sportivo del Bologna, Pantaleo Corvino, optò per una piccola rivoluzione nel mercato invernale. A gennaio arrivarono infatti Gianluca Sansone, Nenad Krsticic e appunto Ibrahima Mbaye

Il Bologna non poteva permettersi di fallire la promozione in Serie A: servivano giocatori che potessero dare garanzie al tecnico Diego Lopez.
Allora il senegalese aveva solo vent’anni, ed era considerato uno dei migliori prospetti provenienti dal settore giovanile dell’Inter, club dal quale il Bologna lo prelevò e con il quale Mbaye aveva già debuttato in Serie A.
Il 23 gennaio l’accordo fu formalizzato tra le parti: Mbaye arrivò sotto le due torri in prestito con obbligo di riscatto in caso di promozione in Serie A dei rossoblù, prestito che il Bologna pagò circa 500mila euro (dato Transferkmarkt).
Nelle idee di Corvino, Mbaye avrebbe dovuto prendere il posto dell’allora esterno destro rossoblù Marco Ceccarelli. Ciò che aveva colpito il ds salentino era la buona duttilità del senegalese, il quale era partito giocando come centrale difensivo salvo poi calarsi al meglio nel ruolo di terzino (destro e sinistro).

A fine stagione i rossoblù raggiunsero la promozione non senza diversi brividi. Per Mbaye, che aveva collezionato già sette presenze da titolare nel girone di ritorno (condite anche da un gol nell’ultima partita di campionato), scattò l’obbligo di riscatto. Il Bologna versò nelle casse dell’Inter 3,5 milioni di euro, al difensore venne proposto un contratto da 500mila euro all’anno per quattro stagioni (dato Gazzetta). Di fatto fu un investimento non da poco, tuttavia la società aveva puntato su di lui e credeva nelle potenzialità di un ragazzo ancora molto giovane.
Lo stesso giocatore aveva scelto Bologna perché considerata ”la piazza migliore per crescere”. Queste erano state le sue parole all’arrivo sotto le due torri.

Nei successivi tre anni il terzino senegalese trovò una certa continuità di prestazioni sotto la guida tecnica di Donadoni, ma lo stesso non si potè dire del rendimento, costellato di alti e bassi.
In ogni nuova stagione ci si aspettava da lui il salto di qualità, la definitiva consacrazione, che però puntualmente non è mai arrivata.
Per questo il rinnovo di contratto firmato a giugno del 2018 risultò abbastanza contrastante: al senegalese venne proposto un rinnovo di contratto per altri quattro anni (fino al 2023), a cifre decisamente più elevate, ovvero 750mila euro a stagione. Cifre e durata del contratto stonarono un po’ con l’effettivo rendimento del giocatore, che faticava a rendersi decisivo, ma soprattutto tendeva a ripetere di anno in anno lo stesso tipo di partita senza mai operare un’effettiva crescita.

Ad oggi, Ibrahima Mbaye è ancora un giocatore rossoblù, ma di fatto con le valige in mano. Negli anni si sono susseguiti diversi appelli del suo agente (nonché padre adottivo del ragazzo) Accardi in cui chiedeva più spazio per il giocatore. Il Bologna in diverse occasioni ha provato a proporre soluzioni alternative al senegalese, il quale però ha sempre declinato.
Forse questa può essere davvero l’estate dei saluti. Tanto dipenderà dal tipo di offerte che arriveranno, ma soprattutto se arriveranno.
Perché a un anno dalla scadenza del suo naturale contratto, Mbaye rischia di ritrovarsi tra meno di 12 mesi svincolato visto lo scarsissimo minutaggio avuto negli ultimi anni con Mihajlovic.

La cifra complessiva dell’operazione (sommando i costi dell’ingaggio e del cartellino) ammonta a circa 8 milioni di euro (ma il costo potrebbe salire a circa 9 milioni qualora Mbaye dovesse restare qui un altro anno), una somma parecchio elevata per un giocatore mai sbocciato e del quale si ricorda soprattutto l’espulsione contro il Pescara nella finalissima playoff in Serie B. Espulsione che al Bologna sarebbe potuta costare assai cara se non fosse stato per le splendide parate di Da Costa (e per la traversa colpita dalla squadra abruzzese negli ultimi minuti di gara).

 

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