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Corriere di Bologna – Saputo: “Motta ha la nostra completa fiducia, lo abbiamo scelto per cambiare stile di gioco. L’obiettivo resta l’Europa”

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In un intervista rilasciata al Corriere di Bologna il presidente racconta passato, presente e futuro del suo Bologna e rinnova l’intenzione di rendere grande la squadra sulle orme del modello Atalanta

Otto anni fa Joey Saputo prendeva le redini del Bologna. Tra l’entusiasmo di obietti a lungo termine fissati e le prime soddisfazioni, come la promozione in Serie A, che sono subito arrivate l’imprenditore canadese si presentava alla città come il nuovo patron della squadra rossoblù. “Il nostro orizzonte è l’Europa, ci arriveremo, è il mio obiettivo dal mio primo giorno qui”. Il presidente ha passione da vendere per “arrivare in alto” ma poi ci sono da fare i conti anche con un presente non in linea con le aspettative mosse ai tempi dell’insediamento.

Il Bologna vive un inizio di stagione difficile ma per Saputo la contestazione dei tifosi è più che legittima. “I tifosi hanno il diritto di lamentarsi su dov’è la squadra oggi. I fischi, se la squadra non gioca bene li capisco. Come tifoso sono deluso anch’io, ma vedendo il materiale a disposizione sono fiducioso: la stagione finirà bene. Ci sta fischiare, ma quando la squadra non va bene ha bisogno del sostegno dei tifosi. Non è adesso il momento di mettere più pressione sui giocatori, sennò ci facciamo del male”.

Alla vigilia di questa stagione gli obiettivi erano altri, così come durante il suo insediamento: “Siamo in una fase di transizione. Abbiamo cambiato allenatore e tipo di gioco, ci vorrà un po’ di tempo. Spero di arrivare ai punti dello scorso anno. Eravamo partiti con l’idea di migliorare, ma tant’è. Forse non faremo un passo avanti quest’anno, ma non sempre le stagioni vanno come le hai pianificate. Abbiamo iniziato il ritiro senza allenatore, i giocatori non erano al livello a cui dovevano essere, in certe partite pensavamo di fare punti e non ci siamo riusciti. Dobbiamo restare calmi però. Quando abbiamo visto il calendario pensavamo di partire bene, invece abbiamo cominciato male”.

Tornando ai tifosi e alla fiducia accordata a Thiago Motta poche settimane fa il presidente non ha dubbi: “Ha la nostra totale fiducia. Siamo tutti dalla sua parte. Vogliamo andare avanti con Motta. Lo abbiamo scelto in un periodo difficile per la società. Ha preso una squadra non costruita da lui, con un’altra mentalità, serve tempo per portare la sua. Sono convinto che i risultati gli daranno ragione”.

Motta è stato scelto a distanza dal patron che non ha ancora avuto modo di incontrarlo. “Quando è arrivato ero partito, mi riprometto di tornare a breve. È un giovane con tante idee, è importante. Voglio dargli l’opportunità di diventare un grande allenatore. Se uno lavora e lavora forte e i risultati non ci sono è giusto rimproverare, ma ha fatto di tutto per ottenerli, quindi non posso. Bisogna metterlo nella migliore condizione possibile. Se i punti non arrivano oggi, domenica arriveranno o nelle prossime partite. Gli ho detto di continuare a lavorare duro. Poi sono convinto che nelle gare successive si può e si deve fare risultato con squadre alla nostra portata”.

E quindi cosa devono aspettarsi i tifosi per le prossime partire? “La stagione da noi è lunga. Certo da qui alla sosta il Bologna ha delle partite in cui può e deve fare punti. Dopo la sosta sono sicuro che sarà un’altra squadra. Il tecnico avrà l’opportunità di lavorare”.

Le critiche riguardo l’esonero di Sinisa Mihajlovic sicuramente non sono piacevoli, ma il patron ha la coscienza a posto. “Posso dormire tranquillo la sera. Io e la società abbiamo fatto di tutto per aiutare l’uomo e l’allenatore. Non mi interessano le critiche di chi non conosce i fatti. Forse era meglio cambiare alla fine dell’ultimo campionato, ma non è la decisione che abbiamo preso, inutile guardarsi indietro. E poi sinceramente non sono un concorrente di una gara di popolarità, faccio quel che serve al Bologna: occorreva cambiare. Dopo l’esonero non ci siamo più sentiti. Sinisa ha chiamato Fenucci, spiegando di essere a disposizione per parlare con il nuovo allenatore Thiago Motta, se poteva essergli utile, per inquadrare i giocatori. Con Sinisa non è stata una rottura brutta, ha tirato fuori il massimo: voglio ringraziarlo personalmente, non via telefono”.

Joey ha già in mente quando tornare in Italia per supportare il suo Bologna. “Dovevo arrivare domenica prossima, per la partita contro il Lecce. Il Montreal si è però qualificato ai playoff e spero passi il turno: se ce la fa, rimanderò il mio ritorno di qualche giorno”.

Sulla difficoltà nel gestire una squadra da lontano è molto chiaro: “Ho tante compagnie in differenti settori, la cosa più importante è avere fiducia in chi gestisce il quotidiano. Non seguo day by day, ma mi fido di chi ho sul posto”.  Uno dei quali è Marco Di Vaio. Al quale il presidente è molto affezionato ma non si trova d’accordo sulla storia che sia stato l’ex rossoblù a portarlo in città: “Sfatiamo questo storia una volta per tutte. Non è stato Di Vaio a portarmi a Bologna e non è diventato dirigente per questo. Quando a fine carriera è andato via per venire a Montreal aveva già un accordo con l’allora presidente Guaraldi, per rientrare in società una volta terminata la carriera da giocatore. Io ho solo onorato quella promessa. La posizione che occupa Di Vaio se l’è guadagnata sul campo, con il lavoro”.

Altra scelta presa da Saputo è stata quella di cambiare il responsabile dell’area tecnica da Bigon a Sartori. “Abbiamo cambiato perché ho visto dov’era l’Atalanta e dov’è oggi. Ho visto lievitare il valore dei loro giocatori. Noi siamo una squadra media che vuole stare ad alto livello. Sartori ci può portare lì. Non è vero che sono mancate le risorse per il mercato. Abbiamo venduto giocatori che quando li abbiamo presi nessuno conosceva e ci hanno criticato. Ora ne abbiamo comprati di nuovi e siamo convinti faranno bene e meglio di quelli ceduti. Le plusvalenze sono importanti per il club, non sono uno a cui piace buttare via soldi. Vediamo alla fine se porteranno i risultati sperati. Il lavoro di Sartori è stato ottimo”.

Uno sguardo anche alla Fiorentina che con i giusti investimenti è arrivata in Europa. “A Firenze hanno fatto un buon lavoro, sono riusciti a qualificarsi per le coppe in fretta. Ma per me il modello da seguire è l’Atalanta, la crescita può essere lenta, l’importante è che sia costante. Non significa che i tifosi devono aspettarsi una prossima sessione senza colpi di mercato. Non mi sono mai tirato indietro e non lo farò stavolta, non ho mai avuto paura di investire. Se c’è da cogliere un’occasione non mi tiro indietro e il Bologna avrà quel che serve. Però non prendo giocatori tanto per farlo: una rosa con 35 elementi non serve, i calciatori in quel contesto non si valorizzano”.

Con l’arrivo di Sartori si erano alzate delle voci per cui Percassi potesse aver intenzione di comprare il Bologna: “Nessuno è mai venuto a chiedermi niente: non ho intenzione di vendere. Se qualcuno serio proponesse l’opportunità di entrare in società per far crescere il Bologna, allora sì la valuterei. Chiaramente, non ho bisogno di un socio, non voglio né cedere né andarmene. Non prima di aver raggiunto l’obiettivo: portare il Bologna in Europa. Sono uno che non si spaventa davanti alle difficoltà, non mi faccio scoraggiare”. Ma cosa manca al Bologna per arrivare in Europa? “Ogni anno abbiamo la possibilità di farlo. C’è il desiderio, la forza della città e dei tifosi, l’ambiente, l’allenatore è giovane. Ma per arrivare al traguardo serve una combinazione perfetta di questi elementi. Noi dobbiamo far sì che accada e miscelarli bene”.

Passando ai giocatori tra acquistati e ceduti si parala anche di legami umani. “L’acquisto che non rifarei non lo dirà mai, neanche sotto tortura: non sarebbe giusto né per il calciatore né per chi l’ha comprato. Resto molto legato a Maietta, Poli e Dzemaili che ancora mi chiamano. L’acquisto di cui vado più fiero è Arnautovic. Fu una decisione difficile, non dal punto di vista tecnico, ma per l’impegno economico. Ci ho pensato molto, fu la decisione giusta. Dà tanto dentro e fuori dal campo. I giocatori vivono la miglior situazione possibile: la città ci crede, l’ambiente c’è, i tifosi ci danno la possibilità di crescere. Hanno buoni valori. Mi stranisce quando sento di alcuni allenatori di Serie A che dicono che i giocatori non mettono l’impegno necessario in partita, Ma come? Si gioca una volta a settimana. Ecco questo ai miei non posso rimproverarlo”.

Il presidente si è anche espresso sulle differenze calcistiche tra Canada e Italia. “Lo stile è diverso, ma anche lì quando non vai bene ci sono le contestazioni con gli striscioni e soprattutto la gente non viene allo stadio. Chi paga vuole vedere la squadra giocare, in Italia è ancora più passionale”.

Poi finalmente anche qualche parola sul restyling dello stadio: “L’iter per la ristrutturazione è ben avviato, conto di avere entro marzo il via libera definitivo per il rifacimento del Dall’Ara, se ne sta occupando l’ad Claudio Fenucci. L’impianto è vitale per crescere. All’estero guardano tutti la Premier League, noi siamo rimasti indietro. Gli imprenditori stranieri vedono una grande opportunità nel calcio italiano per margini di crescita. Gli impianti fanno la differenza assieme ai diritti tv. In Canada la Premier League la vedono tutti e tutti sanno su che canale la trasmettono. La Serie A in tv non si sa mai dove andarla a cercare. Quando la trovi vedi immagini di stadi vuoti: non invogliano i tifosi.”

Ultima chiosa su cosa aspettarsi dai rossoblù: “L’ho detto anni fa, l’obiettivo è sempre migliorarsi. Vero, ci stiamo mettendo un po’ più tempo di quello previsto. Ma non perdo il desiderio di stare qui, abbiamo il potenziale per essere migliori. Sono focalizzato sul lungo termine: il focus è l’Europa. Ci arriveremo tutti insieme: club, squadra e tifosi”.

Fonte: Corriere di Bologna, Guido De Carolis

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