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4 maggio 1949: il Grande Torino entra nella leggenda

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Il 4 maggio 1949, verso le cinque del pomeriggio il trimotore di linea che collega Lisbona a Torino si perde nella bufera e poco prima dell’atterraggio si infrange contro un muro della Basilica di Superga, che sovrasta Torino. I ventisette passeggeri e i quattro uomini dell’equipaggio muoiono carbonizzati. Scompare in questo modo una delle più grandi squadre della storia del calcio: il Torino. Il “Grande Torino” era stato forgiato nell’estate del 1942 e già al suo primo campionato raggiungeva il massimo alloro: lo scudetto, a cui faceva seguito nel campionato di guerra un secondo posto (1943/1944) ed altri tre scudetti 1945/46, 1946/47 e 1947/48. Nella stagione 1948-49 i granata sono lanciati verso l’ennesimo alloro che, causa il fato, non potranno mai gustare. Il campionato 1948/49 inizia per il Torino nel migliore dei modi, vince e mette in mostra un buon gioco, ma a metà stagione ecco che entra nei giocatori un attimo di appannamento che permette alle avversarie di riavvicinarlo. Due partite diranno la verità sulla squadra che dovrà fregiarsi il titolo, infatti il Toro incontrerà prima la Juventus, nel derby della Mole, poi l’Internazionale a San Siro. Ma la forma è ritornata e i granata prima battono la Juventus per 3 a 1 poi, pur privi di Valentino Mazzola, pareggiano per 0 a 0 a Milano con l’Internazionale. In quella che sarà per i giocatori granata l’ultima partita disputata in Italia. Dopo la partita con i nerazzurri il Torino parte per una missione di amicizia. Si reca a Lisbona per disputare un amichevole con il Benfica, per festeggiare l’addio al calcio del vecchio campione portoghese Ferreira, grande amico dei granata.

Terminata l’amichevole i granata si imbarcarono per fare ritorno in Italia. Dopo un volo regolare da Lisbona a Barcellona vengono messi al corrente che su Torino vi si trova il maltempo: il comandante del Trimotore decide di partire lo stesso per poi decidere in volo se atterrare a Torino, a Firenze o a Milano a seconda delle condizioni meteorologiche. A Torino piove a dirotto ed il cielo è coperto da immensi nuvoloni che impediscono la visibilità ottimale, i dirigenti del Torino si mantengono in contatto con gli uffici dell’aeroporto torinese per sapere dove sarebbero atterrati i propri giocatori in quanto non pensano possibile un atterraggio nella loro città. E alle 16.45 quanto una telefonata li informava che un grosso plurimotore aveva cozzato contro i fianchi della collina di Superga e si era schiantato non volevano credere che fosse l’aereo da loro tanto atteso. Ma le notizie che arrivarono subito dopo agghiacciarono il Presidente granata Ferruccio Novo: nel terribile rogo che ardeva ai piedi della Basilica di Superga avevano perso la vita tutti i suoi ragazzi. Dalle poche testimonianze che riuscirono ad ottenere i giornalisti dell’epoca la sciagura si può cosi ricostruire: L’apparecchio tentava di scavalcare la collina per sorvolare la piana torinese e puntare verso la pista dell’aerodromo. La rotta sembrava giusta nella direzione, lievemente inesatta in altitudine. Sembra che il plurimotore abbia urtato in pieno contro il muro perimetrale posteriore della basilica juvaresca precipitando nel terrapieno sistemato a giardino, adiacente alla monumentale costruzione. Precipitato in uno sconquasso di rottami, il fuoco era divampato istantaneo. I primi accorsi tentarono l’impossibile ma invano. Non appena si riuscì a domare le vampate non si poté rimuovere quanto era restato della catastrofe. Al momento del disastro il Torino era primo in classifica, ed era imbattuto sul suo campo dal 17 gennaio 1943, di 93 partite disputate davanti al suo pubblico ne aveva vinte 83 e pareggiate 10.

Il calcio italiano si chinò riverente davanti all’immagine della sciagura. Le Società che erano state rivali del Torino in quegli anni, la stessa Internazionale in quel momento più direttamente interessata, proposero alla Federcalcio che al Torino fosse assegnato il titolo ad honorem pur mancando quattro giornate al termine. Le quattro gare alle quali avrebbe partecipato il Torino per onorare il campo sarebbero state giocate dalla squadra Ragazzi, contro i coetanei della Fiorentina, del Genoa, della Sampdoria e del Palermo. Per la cronaca i giovani granata vinsero tutti gli incontri.

Questi i nomi delle vittime con un breve curriculum.

Martelli Danilo
Nato a Castelluccio (Mantova) il 27 maggio 1923 Apparteneva al Torino dalla stagione 1946-47. Campione d’Italia 1946-47, 1947-48

Mazzola Valentino
Nato a Cassano d’Adda il 26 gennaio 1919 Apparteneva al Torino dalla stagione 1942-43. Partite di- sputate in nazionale A 12. Capitano del Torino e della squadra nazionale. Campione d’Italia: 1942-43,1945-46, 1946-47,1947-48.

Menti Romeo (II)
Nato a Vicenza il 5 settembre 1919. Apparteneva al Torino dalla stagione 1941-42. Partite di- sputate in nazionale A 7. Campione d’Italia 1942-43,1946-47 (nel 1945 46 giocò nella Fiorentina), 1947-48.

Operto Pietro
Nato a Torino il 20 dicembre 1926. Apparteneva al Torino dal 1948-49. Ossola Franco Nato a Varese il 23 agosto 1921. Apparteneva al Torino dalla stagione 1939-40. Campione d’Italia 1942-43, 1945-46, 1946-47,1947-48.

Rigamonti Mario
Nato a Brescia il 17 dicembre 1922. Apparteneva al Torino dalla stagione 1945-46. Partite di- sputate in nazionale A 3. Campione d Italia 1945-46,1946-47, 1947-48.

Schubert Julius
Nato a Budapest il 12 dicembre 1922. Apparteneva al Torino dal dicembre 1948.

Fadini Rubens
Nato a Jolanda di Savoia il 21 giugno 1927. Apparteneva al Torino dal 1948-49.

Gabetto Guglielmo
Nato a Torino il 24 febbraio 1916. Apparteneva al Torino dalla stagione 1942-43. Prima era stato centrattacco della Juventus con la quale aveva vinto il campionato d’Italia 1934-35. Partite disputate in nazionale A: 6. Campione d’Italia: 1934-35 (con la Juventus), poi 1942-43, 1945-46, 1946-47, 1947-48 col Torino.

Grava Ruggero
Nato a Claut (Francia) il 25 aprile1922. Proveniente dalla Francia dove aveva giocato nel Roubaix. Passato al Torino nell’autunno 1948.

Grezar Giuseppe
Nato a Trieste il 25 novembre 1918. Apparteneva al Torino dalla stagione 1942-43. Partite disputate in nazionale A 8. Campione d’Italia: 1942-43, 1945-46,1946-47,1947-48.

Loik Ezio
Nato a Fiume il 26 settembre 1919. Apparteneva al Torino dalla stagione 1942-43. Partite di- sputate in nazionale A 9. Campione d’Italia 1942-43,1945-46, 1946-47, 1947-48.

Maroso Virgilio
Nato a Crosara di Marostica (Vicenza) il 26 giugno 1925. Apparteneva al Torino fin dall’inizio dell’attività calcistica, cioè da giovanissimo. Partite disputate in nazionale A 7. Campione d’Italia 1945-46. 1946-47, 1947-48.

Bacigalupo Valerio
Nato a Vado Ligure il 12 febbraio 1924. Apparteneva al Torino dalla stagione 1945-46. Partite disputate in nazionale A 5. Campione d’Italia 1945-46,1946-47, 1947-48.

Ballarin Aldo
Nato a Chioggia il 10 gennaio 1922. Apparteneva al Torino dalla stagione 1944-45. Partite disputate in nazionale A 9. Campione d’Italia 1945-46,1946- 47, 1947-48.

Ballarin Sergio
Nato a Chioggia 1’11 dicembre 1925. Fratello di Aldo. Portiere.

Bongiorgi Milo
Nato a Boulogne-Billancour (Francia) il 19 marzo 1921. Proveniente dalla Francia. Passato in forza al Torino nel novembre 1948.

Castigliano Eusebio
Nato a Vercelli il 9 febbraio 1921. Apparteneva al Torino dalla stagione 1945-46. Partite disputate in squadra nazionale A 7. Campione d’Italia 1945-46, 1946-47, 1947-48.

Va ricordato che tra i numerosi record detenuti da questi giocatori vi era quello delle presenze in nazionale: ben 10 atleti avevano vestito la maglia azzurra nella medesima partita, quella disputata a Torino l’undici maggio 1947 contro I Ungheria e vinta dagli azzurri per 3 a 2. Per quello che riguarda la nazionale non dobbiamo dimenticare che causa l’interruzione bellica per molti giocatori significò una sicura diminuzione di gettoni di presenza. Oltre ai menzionati giocatori perirono anche Arnaldo Agnisetta (presidente della Lega del Piemonte), Ippolito Civalleri (dirigente), Ernesto Erbstein (direttore tecnico), Leslie Levesley (allenatore), Ottavio Cortina (massaggia- tore), Andrea Bonaiuti (organizzatore), Renato Casalbore (direttore di Tuttosport), Luigi Cavaliere (de La Stampa), Renato Tosarti (della Gazzetta Sera), Pier Luigi Meroni (pilota), Cesare Biancardi, Antonio Pangrazi e Celeste D’Inca (membri dell’equipaggio).

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