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Dell’Aquila e il Leone S2 #36 – Guida Galattica per fortitudini dal cuore forte

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La risposta alla domanda fondamentale sulla Fortitudo, il suo universo e tutto quanto è 42? Come suggerisce il Pensiero Profondo e per quanto ne sappiamo potrebbe anche essere, ma per chi non conosce gli scritti di fantascienza umoristica di Douglas Adams la risposta potrebbe essere nascosta all’interno delle ultime due prestazioni biancoblu. La Guida Galattica per fortitudini dai cuori forti pone le sue fondamenta su due punti:

1) credere nelle proprie capacità.

2) aggiungere un po’ di Adrian Banks (neanche troppo).

Mettendo il tutto sul parquet la squadra cambierà faccia nel giro di pochissimi giorni andando a ribaltare quasi ogni pronostico pessimista sul finale di stagione. Quanto accaduto nella serie finora va effettivamente oltre ogni più rosea premessa tanto da mettere Cento, come dichiarato da Coach Mecacci dopo gara 3, “spalle al muro”. 

La differenza di energie, determinazione e motivazione al momento è abissale e completamente sbilanciata dalla parte di Bologna, tanto da rendere difficile immaginare una rimonta della Tramec stasera (pronti chiaramente ad essere smentiti). Dalla precisione al tiro all’avvio sprint, dalla tenuta nel secondo tempo ai canestri della sicurezza quando più è necessario, questa Fortitudo guadagna sicurezza minuto dopo minuto rendendo inerme il tentativo avversario che si affievolisce con lo scorrere del cronometro. Il cambiamento totale di registro è tanto evidente quanto piacevolmente enigmatico; se la letteratura fantascientifica non è in grado di spiegarlo, le parole di Banks alla sua presentate e ripetute  a Luca Baccolini su Repubblica ci danno qualche indicazione in più sebbene rimangano velate dal mistero. 

“Ho trovato uno spogliatoio di ragazzi delusi ma non demoralizzati, felici di poter ripartire da zero ai playoff. C’è stato un reset.” Dice l’americano, in grado di portare nel roster quella dose di leadership che sprona il collettivo pur senza elevarsi a superscorer della squadra ma mettendo i compagni nelle migliori condizioni per esprimersi. La chiave del suo innesto ancor più azzeccato del previsto sta nel non aspettarsi da lui 30 punti a partita ma di vederlo lavorare per gli altri facendo crescere in loro la fiducia. Ovviamente, poi, non ritrae la mano se c’è da finalizzare o addirittura chiudere una sfida, ma il protagonismo non è la sua priorità.

E’ qui, con questo scatto sottolineato anche da Coach Angori al quale non si possono sottrarre meriti, che la Fortitudo cambia faccia e marcia sia nelle prestazioni dei singoli sia in quella collettiva. Gara due fa intravedere la scintilla, gara tre la conferma, gara 4 la certificherà cambiando realmente l’obiettivo dell’anno?

Chiaramente centrare il tris stasera significherebbe dare la sterzata decisiva all’asticella ponendola indefinitamente in alto. Lo stesso Angori però, ha riportato tutto l’ambiente con i piedi per terra ricordando che vincere due partite non equivale a vincere la serie. Seguendo le regole playoff, due senza tre non è tanto diverso da 3-0. L’allenatore ha esortato a prendersi quanto di buono accaduto ma anche a limare su certi aspetti magari trascurabili in serate dove va tutto bene. In altre occasioni una presenza più costante a rimbalzo, per dirne una, potrebbe risultare decisiva. 

Se questo pensiero è stato interiorizzato e fortitudinizzato con il giusto mindset, allora la Effe può eliminare Cento anche stasera, altrimenti bisognerà ricercare altrove la risposta fondamentale sulla Fortitudo, il suo universo e tutto quanto. 

Si piangeranno lacrime amare? (cit.) Forse, stavolta no.  

 

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