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Il Personaggio Della Settimana – Mick Schumacher

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formula1.com


Biondo e occhi azzurri simili al cielo. Un viso dolce come un strudel alle mele ma in pista un pilota in grado di mangiarsi i suoi avversari. Mick ha avuto un percorso diverso dai suoi colleghi ma anche da chi come lui porta con se il cruccio di avere un cognome importante sulle spalle. Vuoi perché il nome Schumacher legato ai motori non può certo passare inosservato, vuoi perché nella storia del motorsport è scritto a caratteri cubitali e questo non gli ha reso le cose facili, soprattutto all’inizio. Il piccolo Schumacher è cresciuto a pane e corse, aveva pochi anni quando correva nei paddock di Formula 1 insieme a mamma Corinna che lo seguiva da lontano, con occhio sempre vigile. Le foto insieme a papà Michael nel box o vicino al go kart che usava per correre sono l’emblema della sua carriera che oggi forse, secondo molti, avrebbe avuto altri risvolti se il Kaiser potesse essere presente e vicino al figlio costantemente. L’ultimo ad ammetterlo è stato Bernie Ecclestone che è convinto del fatto che Mick con suo padre accanto avrebbe raggiunto risultati diversi. Corinna lo ha protetto fin da bambino quando correva le sue prime gare perché sapeva la difficoltà e la pressione che ci sarebbero state su un bambino che portava quel nome, colui che poteva essere, almeno anagraficamente l’erede del grande Michael. Mick ha ammesso che nelle categorie minori gli è capitato di correre con un nome fittizio per non farsi riconoscere ed anche per far sì che non fosse avvantaggiato rispetto ai suoi colleghi. Però la campana di vetro eretta dalla famiglia non poteva durare per sempre e quando Schumi jr. è arrivato nelle categorie propedeutiche alla Formula 1 non ha potuto più nascondersi ed oltre il suo talento ha cominciato a farsi sentire la pressione di correre con un nome che rappresentava una garanzia. Soprattutto dopo che Mick ha scelto di crescere nell’Academy della Rossa.

Mick davanti alla F2004 con cui suo padre ha vinto il suo ultimo mondiale – credits to formula1.com

Nelle formule minori Mick si mette in mostra nella F3 Europea e nella Formula 2. A differenza però di altri piloti che hanno dominato le categorie propedeutiche vincendo di anno in anno, lui ci ha impiegato almeno una stagione prima di aggiudicarsi i titoli. Una delle sue caratteristiche più importanti è la costanza. Nel suo anno iridato in F2 non ha vinto molte gare, solo due a Monza e Sochi, ma raramente usciva dalla zona punti riuscendo così a rimanere nelle zone alte della classifica, fino alla proclamazione finale. Nel 2019 entra nella FDA alimentando i sogni dei tifosi Ferrari di vederlo in rosso dopo qualche anno, pronto a ricreare un binomio leggendario. Però si sa che molto spesso portare lo stesso nome non è sinonimo di una carriera uguale. A prescindere non è mai giusto paragonare le carriere di padre e figlio così come tra fratelli, perché ognuno una volt arrivato ad alti livelli scriverà sempre la propria storia. Mick sta cercando di farlo ma per entrare tra i grandi della F1 di tempo ce ne vuole. Nel 2021 esordisce in Haas e complice anche una vettura poco prestazionale non riesce ad ottenere molto, ma come primo anno di apprendimento ci può anche stare. Nel secondo anno serviva però una conferma ed invece la sua seconda stagione in F1 non è stata all’altezza di quanto fatto nelle categorie minori. Nel 2022 con i cambi regolamentari sembra poter arrivare una ventata di aria fresca ma Mick non riesce ad esprimersi come sa fare. Molti botti, alcuni anche paurosi e le macchine divise a metà non rendono felice Steiner e Gene Haas. Kevin Magnussen, richiamato in extremis per sostituire Mazepin gli sta davanti quasi costantemente e alla fine della stagione riuscirà a siglare anche una Pole Position in Brasile. Mick non sembra tenere il passo, se non per un paio di sprazzi tra Inghilterra e Austria dove va a punti per le prime volte. Tenerissimo il team radio post gara con la sorella Gina che lo incita a Silverstone dopo i primi punti raccolti nella sua carriera in Formula 1. Eppure i suoi sforzi non sono bastati, a fine anno Haas ha deciso di tenere Magnussen e prendere Niko Hulkenberg per formare una coppia più esperta.

Voglio essere per lui, quello che suo padre è stato per me“. Poche parole ma di una bontà unica, così Sebastian Vettel si rivolgeva a Mick in una sua intervista. Il rapporto tra i due è sempre stato speciale così come tra Seb e Michael. Un mentore per un allievo, si potrebbe riassumere così. La loro alchimia unica, così come il loro rapporto che difficilmente di vede in un paddock di F1. Eppure Vettel è sempre stato al fianco di Mick, soprattutto da quando Michael non è più presente come prima. Dopo l’incidente del padre, il piccolo Schumacher aveva bisogno di una figura in pista che gli disegnasse le orme da seguire e Seb così ha fatto. Lo ha sempre difeso e sempre incoraggiato affinché non mollasse mai. Da alcune edizioni condividono la ROC in Svezia. Si divertono a condividere la sua più grande passione ed è bello sapere che Mick può contare su una figura come quella del 4 volte campione del mondo pronto ad aiutarlo nei momenti di bisogno. 

 Mick a soli 23 anni ha dovuto salutare momentaneamente la griglia di F1 e di questo non può certo esserne contento. Ma una grande porta si è aperta sul suo mondo. A fine anno ha lasciato la FDA, che potrebbe essere la soluzione giusta per questo momento della sua vita motoristica e ha deciso di sposare Mercedes come terzo pilota oltre a ricoprire lo stesso ruolo anche per McLaren. Che futuro attende Mick non lo sappiamo, ma questo può rappresentare un nuovo inizio per lui nel tentativo di riguadagnarsi un sedile titolare in un’altra squadra. Schumi jr ha occhi diversi da quelli del padre, un carattere più docile e non diresti che trasuda fame come era per Michael a suo tempo, eppure io non credo nei pregiudizi e penso che se lo vorrà davvero Mick potrà ritagliarsi il suo posto nel mondo della F1, non sarà mai come suo padre ma è pur sempre uno Schumacher, ancora in cerca della sua vera possibilità.

Mick ai test in Bahrain nel 2019 con i colori Ferrari in quanto rappresentante della FDA pronto a svolgere le sessioni in pista – credits to formula1.com

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