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STORIE DI MAGLIE – Il Bologna Femminile

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A questo punto mi sembra doveroso dedicare un articolo al calcio femminile, raccontato naturalmente dal punto di vista delle maglie, che sono la mia specialità, molto più del calcio giocato, della storia delle squadre o dei giocatori.

Il calcio femminile in Italia esiste da molto prima di quanto si pensi, infatti ci sono foto e notizie di partite amichevoli anche negli anni 30, ma è alla fine degli anni 60 che viene ufficializzato ed iniziano i primi campionati. Per le notizie ufficiali, quel poco che si trova su internet, vi rimando a Wikipedia e Google, mi sembra inutile ricopiare in questa sede ciò che potete trovare da soli, preferisco concentrarmi sulla storia delle divise, che è completamente sconosciuta.

Faccio una sola precisazione, più che doverosa, viste le polemiche nate intorno alla assurda richiesta del Genoa di farsi assegnare lo scudetto del 1925, foss’anche ex-aequo : sempre da parte genoana, si tende ad attribuire al Genova (che è appunto il nome della squadra femminile della capitale ligure) il primo scudetto di calcio femminile della storia, ignorando bellamente che quell’anno, come per molti altri a seguire, c’erano 2 federazioni, cosicchè il Genova ha vinto il campionato di una delle due federazioni, mentre nell’altra il titolo è andato al Bologna, che tra l’altro ha concesso il bis l’anno successivo. Nell’albo d’oro, nei campionati con più federazioni, compaiono entrambe le squadre vincitrici del titolo, senza che da nessuna parte sia indicato che uno dei due campionati sia quello ufficiale e più importante rispetto all’altro!

Questo va detto, perché ci sono pagine facebook gestite da ex calciatrici che prendono in considerazione solo quel che fa loro più comodo, e, fatto ancor più grave, sono stati scritti anche un paio di libri celebrativi dei primi due scudetti vinti da Genova e Roma, i cui autori sono giornalisti veri e propri, che in quanto tali, dovrebbero fornire un’informazione imparziale…

Bene, detto ciò che andava detto, concentriamoci ora sulle divise.

Narra la leggenda che il Bologna fece dono di un’ intera muta le ragazze che poterono così utilizzarla per iniziare a giocare. La differenza tra il Bologna e la sua incarnazione femminile, sostanzialmente, consiste nel fatto che nelle divise delle ragazze non c’erano le classiche 4 bande rossoblu ma si trattava semplicemente di maglie a righe verticali molto strette, quasi sempre di cotone leggero, a manica lunga o a tre quarti, e ovviamente di dimensioni più contenute rispetto a quelle della squadra maschile.

La divisa bianca invece era molto simile a quella della prima squadra, con la banda rossoblu che però aveva una inclinazione diversa, e a volte era addirittura rovesciata (partiva cioè da destra verso sinistra).

Nella foto a lato potete ammirare la bellissima (e bravissima) bomber Edi Provvedi.

Il Bologna di quegli anni era molto forte, e nei primi anni 70 arrivarono anche le sponsorizzazioni, che nel calcio maschile non erano ancora ammesse, ma qua erano fondamentali per garantire la sopravvivenza delle società, che spesso, come nel basket, adottavano proprio il nome dello sponsor. Fu proprio Maria Pia Parrini, veterana della squadra, a procurare le divise e a trovare i vari sponsor: una vera calciatrice/manager!

Anche in questo caso gli sponsor erano ricamati a catenella, e in un favoloso esemplare che ho la fortuna di possedere, appartenuto proprio alla Parrini, anche il numero sulla schiena è interamente ricamato, una vera particolarità, ed una maglia semplicemente magnifica. La Parrini era una vera fuoriclasse, ed in tanti anni di carriera ha giocato in quasi tutti i ruoli, come testimoniano le sue maglie, che hanno tutte numeri diversi.

A fine anni 70 avviene il declino della squadra, che prima sparisce, poi cambia varie denominazioni e colori sociali.

Ad inizio anni 90 torna in serie A per due stagioni, di nuovo con i colori rossoblu, e con lo sponsor Standa.

Ho dei ricordi particolari legati a questa maglia: ne avevo notata una su un sito di aste online, e mi sembrava stranissima per essere una maglia del Bologna : non ricordavo avesse mai avuto quello sponsor, le righe erano troppo sottili, e lo sponsor tecnico non aveva mai avuto a che fare col Bologna, perciò la reputai un falso clamoroso, cosa confermata da un grosso collezionista bolognese di cui, all’epoca, mi fidavo molto (ero ancora agli albori della mia collezione)

Successivamente mi imbattei nella stessa maglia in versione bianca, e pure in una rossa da allenamento; a questo punto ho capito subito che nessuno avrebbe falsificato delle maglie da bancarella in ben tre versioni, e capii che le maglie erano buone e dovevano in qualche modo avere a che fare col Bologna, anche se non sapevo ancora come. E’ qua che si vede il vero appassionato che studia e fa ricerche, così diverso dal semplice accumulatore seriale che acquista in maniera compulsiva, spesso senza neanche sapere cosa sta prendendo, e che si fregia ingiustamente del titolo di collezionista. Quando ho scoperto che si trattava appunto del Bologna Femminile, grazie ai cattivi consigli di chi in teoria ne doveva sapere più di me, purtroppo era tardi per rintracciare quelle maglie, ma fortunatamente nel tempo sono riuscito a reperirne due esemplari su tre.

Dopo quest’ultimo ritorno in serie A, la società disputerà soprattutto campionati di serie C con qualche sporadica promozione, per poi scomparire e rimanere attiva solo nel settore giovanile.

Tuttavia esiste un altro Bologna Femminile…il calcio in rosa è un mondo un po’ particolare, ad esempio la neonata Juventus Women, che si è già aggiudicata un paio di campionati e che ha fornito anche giocatrici alla nazionale che abbiamo visto in TV agli ultimi mondiali, non è la vera Juventus Femminile che giocava negli anni 70.

Questa cosa è successa anche con molte altre società, va tenuto presente che per tanti anni questo è stato un mondo dilettantistico ed anche adesso è ancora semi-professionistico…dunque, l’attuale settore giovanile del Bologna che sta disputando il campionato di Serie C, si chiama ASD Bologna FC 1909 Femminile, mentre l’altra, quella che detiene i titoli sportivi compresi i due scudetti, sia chiama semplicemente Bologna Calcio Femminile (infatti nelle maglie degli ultimi anni campeggia lo stemma, del tutto simile a quello del Bologna, ma con la sigla BCF anziché BFC, cosa che in un primo momento sicuramente non tutti notano)

L’attuale ASD Bologna FC 1909 Femminile usa le stesse divise della società maschile, chiaramente senza sponsor, oppure con gli sponsor della primavera e, nel passato recente, con sponsor nuovi di zecca, come potete vedere nella foto delle maglie qua sotto, utilizzate a fine anni 2000: Alce Nero, in questo caso.

L’ ASD Bologna Femminile sta giocando dei buoni campionati e dopo aver mancanto la promozione alla Serie B la scorsa stagione, in quella attuale si è quasi rifondata cambiando parecchie giocatrici e salvandosi. Ovviamente lo scopo è quello di tornare nella massima serie, cosa che ci auguriamo tutti, per poter tornare a competere a grandi livelli come hanno fatto le pioniere di questa gloriosa squadra! Il settore giovanile è poi in forte crescendo, anche se in passato ha perso una finalissima scudetto ed in questa stagione le Under17 sono state bloccate nella corsa verso le finali nazionali dall’emergenza conoravirus, ma la competitività delle giovani rossoblù fa ben sperare per il futuro anche della prima squadra.

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