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Anche gara 2 dice Virtus Segafredo, che passa con un perentorio 72-83 sull’Armani

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A|X ARMANI EXCHANGE MILANO – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA   72 – 83  (21-16; 41-40; 59-58)

A|X Armani Exchange: Punter 12, Hines 4, Leday 11, Rodriguez 13, Moraschini, Wojciechowskj n.e., Datome 6, Delaney 10, Biligha, Brooks, Shields 16, Cinciarini n.e. All. Messina

Virtus Segafredo: Belinelli 13, Pajola 5, Alibegovic 7, Markovic 3, Ricci 15, Adams n.e., Hunter 4, Weems 11, Nikolic n.e., Teodosic 21, Gamble 4, Abass. All. Djordjevic

Arbitri: Paternicò, Attard, Paglialunga

Tiri liberi: MI  21/26; BO 14/15

Falli: MI  19; BO 26

Rimbalzi: MI  39; BO 36

Tiri da 2: MI  9/30; BO 15/29

Tiri da 3: MI  11/30; BO 13/33

L’Armani Exchange Milano non riesce a dare la giusta impostazione alla propria gara, si dimentica di avere altri giocatori oltre ai temibilissimi esterni e senza un adeguato giro palla cede a una Virtus Segafredo che ripete l’impresa di gara 1, imponendo ancora una volta il proprio basket fatto di grande difesa e un attacco che, almeno a tratti, riesce ad essere efficacissimo. Ancora una serata magica di Teodosic, coadiuvato, tuttavia, da tutta una serie di compagni che danno la misura di quelle che possono essere le potenzialità della squadra di Djordjevic, che costringe gli avversari a medie al tiro non proprio da finalissima. Resta da vedere quale sarà la sua tenuta fisica in un play off così intenso, ma intanto la Virtus è avanti 2-0 sui favoritissimi di Ettore Messina.

Quintetto iniziale virtussino: Markovic, Abass, Weems, Ricci e Gamble; l’Olimpia si presenta invece con Delaney, Shields, Datome, Leday e Hines. Milano parte anche stasera fortissimo col 5-0 di Datome e Delaney; Ricci risponde però per le rime e Weems ai liberi dà il primo vantaggio bolognese, 5-7, dopo i primi due minuti. Poi inizia una vera battaglia, che continua a vedere leggermente davanti le Vu Nere anche dopo l’inizio delle rotazioni, perché Milano viene presa da una frenesia per lei inconsueta che la induce a commettere errori anche banali. Ma è prestissimo e soprattutto il punteggio è bassissimo, per cui sembra quasi di essere sullo 0-0 per i primi 6-7 minuti, pure quando le mire si aggiustano un pochino. A questo punto Paternicò decide di salire alla ribalta e inventa un fallo su Pajola (il secondo) che scuote gli equilibri e ribalta l’inerzia della gara. Quando Punter mette la tripla del 16-12 Djordjevic chiede time out e manca un minuto e mezzo alla sirena. Un tiro da 4 di Belinelli dà un nuovo effimero pareggio poiché alla prima sosta è 21-16.  

La Virtus non gioca più bene come all’inizio, cominciando ad affidarsi più alle invenzioni dei suoi “dei” che al giro-palla. L’impressione è che cominci già a sentire la fatica, soprattutto un Teodosic che sta perdendo palle in modo inusitato. Milano tuttavia non sa approfittarne e quasi incredibilmente torna sotto, 21-23, costringendo l’infuriato Messina ad un nuovo time out al 14°. Segue una serie di azioni tra il circo e il wrestling con gli arbitri che stanno perdendo il controllo della gara, che procede con piccoli strappi a vantaggio ora dell’una, ora dell’altra, con Shields e Leday sugli scudi dei milanesi e Ricci – ma in particolare SantTeodosic, ancorché visibilmente affaticato – su quelli bolognesi. 41-40 all’intervallo. Viene da chiedersi se il trio Markovic-Teodosic-Belinelli riuscirà a reggere a questi ritmi.

Paternicò è geloso dei giocatori? La cosa più eclatante dei primi minuti al rientro sono l’assurdo tecnico che fischia a Weems e poi a Djordjevic, col rischio di rovinare del tutto la partita. La Segafredo reagisce senza mollare la presa soprattutto in difesa mentre i padroni di casa si tengono a galla con i colpi di classe che ora arrivano anche da Punter. Ma mamma che botte da una parte e dall’altra! Rodriguez si ritrova improvvisamente, come in gara 1. Belinelli colpisce da par suo, a volte forse forzando esageratamente. All’ultima sosta 59-58: come non fosse ancor iniziata, se non fosse per la fatica accumulata e il carico di falli, 12 a 18, a vantaggio dei milanesi.

Rodriguez e Teodosic si chiamano a vicenda a colpi di magia; gli arbitri non vedono una netta gomitata di Shields su SanTeo e poi non fischiano un evidente antisportivo a suo favore: perché il basket italiano deve proporre una tale differenza di qualità fra il gioco prodotto e chi lo arbitra? Si accendono, però, Markovic e Pajola, mentre l’’Armani ha fatto 0 su 13 al tiro su azione fino al time out di Messina a due e mezzo dalla conclusione. Segnano solo dalla lunetta, a differenza dei virtussini che in lunetta nel periodo vanno solo a 2’05” dalla fine. La tripla di Shields a 1’23” dalla fine è il primo canestro dal campo dell’Armani, importantissima perché prova a ricucire lo strappo bolognese del +10. Quindi Paternicò inventa il quinto fallo di Teodosic all’ultimo minuto, sul 70-77. Ridicolo pure l’antisportivo fischiato a Leday su Pajola quando peraltro la gara sembra già decisa. Infatti, in un Forum ammutolito, la Virtus Segafredo, guidata da un Djordjevic che si può dire non abbia sbagliato alcunché, vince anche gara 2 addirittura in doppia cifra, 72-83. Tutti alla Segafredo Arena, allora, mercoledì sera. Si attendono fuochi artificiali.

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