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Amarcord – 13 marzo 2011, Lecce-Bologna 0-1

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Appuntamento domenica all’ora di pranzo (12:30), stadio Via del Mare, per quella che sarà l’ennesima Lecce-Bologna. Una sfida che arriva in un momento fondamentale per entrambe le squadre: il Bologna cerca continuità dopo la prestazione di grinta e qualità (soprattutto nella ripresa) che ha portato al successo casalingo contro il Torino; il Lecce, invece, è chiamato a ritrovare una vittoria che manca ormai da più di due mesi, e proverà a farlo davanti al proprio pubblico, che, come al solito, sosterrà in gran numero i giallorossi.

I rossoblù, dicevamo, sono pienamente lanciati per la corsa all’Europa e – anche alla luce dei risultati delle altre – non sapendo ancora bene quale: perché con le romane funzionanti a singhiozzo, una Fiorentina che ha rallentato e un’Atalanta altrettanto altalenante, all’orizzonte sembra poter esserci non soltanto la Conference, ma addirittura l’Europa League, coi felsinei sempre più padroni del loro destino.

Il Lecce, dal canto suo, aveva iniziato il torneo in maniera splendida: tre vittorie e due pari nelle prime cinque, e un terzo posto mantenuto per diverse giornate. Poi, però, da fine settembre sono arrivati solo pareggi e sconfitte, e nonostante il margine sulla zona salvezza si mantenga su uno stabile +5, la mancanza dei tre punti inizia a farsi sentire.

In attesa di vedere come andrà questa volta, l’odierno episodio di Amarcord ci riporta a dodici anni fa, quando alla 29° giornata i felsinei riuscivano a imporsi al Via del Mare grazie alla rete (decisiva) di Gaston Ramirez. 

Il 2010 delle due squadre

Un classico cammino da metà classifica quello del Bologna nel 2010-2011. Sei vittorie, sette pareggi e sette sconfitte, al giro di boa, per un tredicesimo posto in coabitazione con Parma e Chievo: i match persi sono soprattutto fuori – e soprattutto con le big – col Dall’Ara che diventa un fortino, ma la mancanza di continuità sul lungo termine non permette il decisivo salto di qualità. Alla 28° giornata, prima del match contro il Lecce, lo score è leggermente migliorato ma la posizione di classifica non troppo: ora i felsinei sono all’undicesimo posto, con trentasei punti e a tre lunghezze dal Cagliari nono. Da ricordare, tuttavia, che la squadra è penalizzata dai tre punti tolti nel corso della stagione, e originati dai continui dissidi e avvicendamenti societari, che già nel mese di novembre avevano portato al deferimento del club da parte della Procura Federale.

Decisamente in chiave minore il torneo del Lecce. Al termine del girone di andata, le ben undici sconfitte e le sole cinque vittorie proiettano i giallorossi al terzultimo posto – in piena zona retrocessione – e la situazione non sembra migliorare molto almeno fino al mese di gennaio. Lì arrivano cinque risultati utili consecutivi, che portano la squadra a crederci nuovamente e a trascinare nella bagarre anche Cesena, Parma, Catania e Sampdoria. Al termine della 28° giornata, tutte e cinque sono raggruppate in appena tre punti, e ogni gara dà la sensazione di poter diventare quella decisiva.

Le formazioni

Il Lecce di De Canio si schiera con un classico 4-4-2, dove a protezione di Rosati agiscono Tomovic, Gustavo, Fabiano e Brivio; a centrocampo, la linea a quattro è formata da Giacomazzi, Vives, Olivera e Munari; davanti, spazio alla coppia Corvia-Jeda.

Il Bologna guidato da Malesani viene invece disposto con 4-3-1-2, che vede Viviano in porta con davanti Casarini, Portanova, Britos e Rubin; trio di centrocampo formato da Perez, Mudingayi e Mutarelli; quindi, Della Rocca con il compito di inventare alle spalle di Ramirez e Di Vaio.

La partita

Pronti via, si parte subito fortissimi. Ritmi forsennati e tanti scontri, soprattutto a centrocampo, che fanno prontamente intendere il valore della posta in gioco. Le prime due occasionissime sono a marca leccese: Viviano alza in angolo un colpo di testa a pochi centimetri di Corvia; sul corner seguente, è Jeda a vedersi respinta la palla sulla linea, grazie al perfetto posizionamento di Della Rocca.

Ma appena dopo – siamo al 33’ – arriva il vantaggio ospite: palla recuperata a centrocampo, filtrante di Mutarelli a tagliare l’area di rigore e cercare Di Vaio; quindi, anticipo di Fabiano ma sfera che schizza a Ramirez (perso da Gustavo), bravo a colpire di prima e infilare in diagonale Rosati.

Jeda prova a riequilibrarla dalla distanza ma senza successo e, qualche minuto dopo, ritentando al volo e sfiorando la rete di pochi centimetri. A pochissimo dalla fine del primo tempo, poi, l’episodio destinato a far discutere: rimpallo e contro-rimpallo, con la palla che giunge a Corvia a tu per tu con Viviano; bordata della punta che si stampa sulla traversa, quindi rimbalzo sulla linea, con i salentini che gridano subito al goal. Il guardalinee, tuttavia, non è dello stesso avviso, e la goal line technology non è ancora a disposizione dell’arbitro. Neanche il tempo di discuterne, comunque, che sul ribaltamento di fronte si apre la possibilità per il raddoppio bolognese: Ramirez viene lanciato a rete, e Rosati è costretto al salvataggio miracoloso di piede.

La ripresa si apre con una manovra abbastanza sterile da parte dei padroni di casa, portando De Canio a inserire Chevanton e Mesbah per provare a cambiare le cose, con l’algerino che – effettivamente – poco dopo il suo ingresso sfiora il pari con un gran sinistro da fuori.

La gara scorre senza particolari azioni pericolose, al netto di una spaccata di Corvia su corner che lambisce la traversa, e il canovaccio che sembra rimanere lo stesso almeno fino al 72’: qui, l’ennesima azione controversa: punizione di Olivera a rientrare sul secondo palo, mischia e tocco di Vives che serve Corvia per il colpo di testa del pareggio. Tuttavia, l’arbitro fischia fallo e punizione per il Bologna: perché Vives insieme alla palla ha colpito anche Viviano, che si ritrova (o meglio, si ritroverà) con diciassette punti di sutura tra labbro e naso, un trauma cranico e una distorsione cervicale. 

Negli ultimi dieci di gioco il Bologna riesce abilmente a bloccare le fasce, amputando molto il gioco giallorosso, ridottosi a cercare il lancio lungo sistematicamente respinto dai difensori felsinei. L’arbitro fischia quindi la fine, mettendo termine a uno scontro durissimo e consegnando la matematica salvezza al Bologna (oltre che qualche rimpianto, considerando anche i punti di penalizzazione). Malesani sorride, De Canio molto meno, costretto a rincuorare i suoi, fischiati da buona parte dello stadio.

 

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