Basket
Fortitudo, zero punti e tanto orgoglio: ripartire da qui
L’alfabeto di V ed F inizia con la lettera B. Ok, non facciamo ulteriore confusione: la B è quella di Belinelli e Baldasso, le quattro mani fatate di Virtus e Fortitudo in questo derby numero 110. Il primo aveva indirizzato già la sfida: 14 punti a due minuti dalla fine del primo quarto, roba che a certi giocatori riesce in tutta una partita. 26-13 dopo il primo quarto, un doppiaggio che andava nella direzione del rispetto dei pronostici. Poi, al rientro, il +17 man mano si faceva 41 pari. Perchè poi la Fortitudo ha sfoderato la sua B, intesa come Tommaso Baldasso, uno che la Effe l’andava a vedere in curva, tra i ragazzi della Fossa dei Leoni. E’ stato l’MVP dei suoi con 24 punti, mentre Belinelli ha eguagliato il suo record stagionale di 21. E’ stato un derby bello, vibrante, combattuto, come ai vecchi tempi, alla faccia dell’impegno di Eurocup della Virtus contro Badalona di soli due giorni fa. E la cornice del pubblico sarebbe stato la ciliegina sulla torta che avrebbe ancor più nobilitato la faccenda.
A cinque e trenta dalla fine il time-out chiamato da Dalmonte è arrivato dopo una palla sanguinosa persa da Baldasso a beneficio di Teodosic che ha mandato nel retino il sorpasso dopo un quarto e mezzo di assoluta sofferenza. Il resto lo ha fatto la stanchezza ospite dopo una rincorsa memorabile. La Fortitudo perde un derby che per diversi minuti aveva condotto, prima del grande quarto periodo giocato dai padroni di casa, con un Teodosic salito in cattedra quando conta, come fanno tutti i grandi campioni. E lo perde con una giustificazione non da poco, ossia con il poter ruotare solo 7 giocatori e senza Saunders e Withers, due pezzi importanti del puzzle.
Dopo due prestazioni opache contro Treviso e Brindisi, e buttiamoci dentro pure la vittoria striminzita e col brivido contro Reggio Emilia, la Effe si presentava a questo derby come vittima sacrificale. Non è stato così: e la cosa che manda a letto tranquilli Dalmonte e i suoi è soprattutto la reazione sfoderata dopo il pallidissimo primo quarto. Nona vittoria nelle ultime undici di campionato per la Segafredo, terza sconfitta nelle ultime quattro per la Fortitudo, ma la certezza di aver fatto ciò che almeno chiedeva la piazza: tirar fuori quell’orgoglio fortitudino che è il tratto distintivo e il miglior trofeo in bacheca. di questo club
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