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Atletica leggera – Domani Tamberi a Chorzów per ritrovare sé stesso

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Diamondleague.com

Domani sera in Silesia, più precisamente nella città polacca di Chorzów, andrà in scena l’ottava tappa della Diamond League 2023: il Kamila Skolimowska Memorial. Le gare saranno visibili sui canali Rai a partire dalle 16 e si concluderanno con i 100 metri donne in programma alle 17.53. Sono molti i nomi prestigiosi che solcheranno la pista blu dello stadio polacco: questi vanno da quello di Duplantis nel salto con l’asta maschile a quello della sprinter giamaicana Jackson nei 100 donne, fino a quello della fortissima venezuelana Rojas nel salto triplo femminile. Nella pedana del salto in alto ci sarà anche il nostro Gianmarco Tamberi, che cercherà di dare una svolta ad una stagione nella quale sembra far fatica ad esprimere tutto il suo talento e le sue potenzialità.  

IL LEONE DI ANCONA 

Gianmarco Tamberi, anconetano classe 1992, è da anni uno dei protagonisti dell’atletica mondiale sia per le sue prestazioni che per il grande carisma e la spiccata personalità (si ricordi la moda dell’half shave, vezzo scaramantico che lo trasformò in un personaggio iconico dell’atletica e non solo) ed è uno dei più incredibili “animali da gara” che ci siano nel panorama internazionale. 

L’INFORTUNIO 

Basterebbe ricordare il suo oro olimpico a Tokyo 2020 (conquistato appena qualche minuto prima di quello di Jacobs) per chiudere egregiamente una scheda sportiva di Gianmarco (Gimbo) Tamberi. Vale la pena però di ricordare l’aspetto più umanamente toccante di Gimbo, la sua rivalsa dopo il terribile infortunio nel 2016. In quell’anno Tamberi è in forma smagliante ed è in pedana nella Diamond League di Monaco per l’ultima gara di avvicinamento ai giochi di Rio de Janeiro, dove arriverà da campione mondiale indoor. Quando salta 2.39, stabilendo il nuovo primato italiano, sfiora l’olimpo dei saltatori in alto rappresentato dalla barriera dei 2.40. Ecco però che al tentativo di superare i 2.41 la caviglia sinistra (quella di stacco) non regge la grande velocità che rompe di netto un legamento: Gimbo atterra sul materasso urlando in lacrime, il dolore fisico si unisce a quello umano, niente olimpiadi per lui, nessun oro. Erano in molti a dare per finito il saltatore marchigiano. In effetti, una lesione del genere sul piede di stacco non è uno scherzo, ma da quel giorno Gimbo inizia a sognare una rivincita che costruirà stagione dopo stagione. 

LA LUNGA RINASCITA 

Nel 2017 quando scende in pedana è diverso, lento nella rincorsa, timoroso nello stacco; ai mondiali di Londra si ferma ad un 2.29 che non gli consente nemmeno il passaggio in finale, ma non demorde. Già nel 2018 Gimbo torna su misure rilevanti, saltando un 2.33 che gli vale l’ottava posizione nel ranking mondiale della stagione, mentre, l’anno seguente, sale sul gradino più alto del podio agli europei indoor di Glasgow con la misura di 2.32. Siamo nel 2020, arriva finalmente l’anno olimpico ma, a causa della pandemia di Covid 19, i giochi vengono spostati all’anno seguente e Gimbo è costretto ad attendere ancora. 

2021 FA RIMA CON RIVALSA 

Arriviamo infine all’agosto 2021, il covid inizia a diminuire la sua morsa e la nazionale di calcio di Mancini ha appena vinto gli europei cancellando l’onta della non qualificazione ai mondiali del 2018; come hanno fatto gli azzurri a Wembley, anche Gianmarco quell’estate fa i conti con il passato. A Tokyo, in quella che probabilmente è la più magica delle serate nella storia dell’atletica italiana, Gimbo sconfigge i suoi incubi vincendo (a pari merito con il suo amico Mutaz Barshim) quella medaglia d’oro che aveva immaginato al collo soltanto un mese prima di partire per Rio, in quel fatidico e dannato 2016. 

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