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Jorge Lorenzo: “In Ducati un peccato non aver continuato. Ma sono sicuro che con Dall’Igna torneranno a vincere il mondiale”

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Marco Montrone

Durante il weekend delle Gare Aci Sport a Imola abbiamo avuto l’occasione di incontrare e intervistare il pluricampione del motomondiale Jorge Lorenzo, ex pilota Ducati. Insieme al nostro amico e collega Gigi Ravaglia abbiamo toccato vari argomenti dalla sua avventura in Porsche Cup alla MotoGP attuale, senza dimenticare la rossa di Borgo Panigale

Da Campione a Leggenda. Da poco al cinque volte Campione del Mondo spagnolo della MotoGP è stato riconosciuto questo titolo, precisamente a Jerez de la Frontera durante il fine settimana del motomondiale, sul circuito nel quale l’ultima curva porta il suo nome: “Sono stata appena nominato Leggenda a Jerez e sono molto contento di avere questo riconoscimento. Ora siamo a Imola per una nuova tappa e una nuova carriera con le macchine. C’è molto da fare perché gli esperti delle quattro ruote vanno veramente forte come è normale che sia. Io invece devo imparare molto, però questa mattina ho fatto un buon tempo piazzandomi diciassettesimo per la qualifica così da poter partire in una buona posizione per la gara e fare una buona partenza per vedere di prendere qualche punto”.

Nuova avventura per un Lorenzo più maturo e con più esperienza ma sempre pronto a mettersi in gioco: “Cosa voglio fare da grande? Io sono già grande, relativamente grande! Ci sarà sicuro qualcuno più grande e qualcuno anche più giovane. Noi guardiamo gara per gara soprattutto per divertirmi. La carriera importante in MotoGP l’ho già compiuta, anche questa tappa è importante per la mia vita ma è un’altra storia. C’è meno pressione ed esigenza, ma è chiaro che una persona competitiva come me vuole affrontarla al meglio e fare bene. Io ci provo sempre a stare in alto. Qualsiasi cosa voglia fare voglio vincere, però ho la consapevolezza che devo migliorare ancora tanto.”

Una domanda sulla MotoGP 2022 non poteva mancare per chi come lui ne ha scritto la storia: “Se sapessi il vincitore per questa stagione, avrei fatto il veggente ma faccio ancora il pilota! Quartararo per ora è stato molto regolare ed è l’unico che non ha ancora fatto degli zero, e questo è molto importante, ma Bagnaia è tornato forte e sembra che abbia capito come guidare la nuova Ducati. Senza dimenticare Aleix Espargarò che sta sorprendendo con l’Aprilia. Al momento sono loro i favoriti, ma poi può cambiare tutto da un momento all’altro. Tra i giovani vedo competitivo Jorge Martin che l’anno scorso ha vinto qualche gara e ha fatto molte pole positio e Bastianini è stato in testa al mondiale fino a qualche gara fa. Loro due sono quelli che mi sorprendono di più”.

Non può mancare un ricordo per la sua avventura in Ducati con qualche rimpianto riguardo cosa avrebbe potuto fruttare un binomio così forte: “Sì, è stato un peccato. L’unico rimpianto importante che ho avuto nella mia carriera perché la Ducati mi aveva preso con molto entusiasmo così come io ero felice della scelta fatta dopo nove anni in Yamaha. Ero molto motivato. Con la decisione che ho preso tutti hanno capito la difficoltà che c’è nel cambiare squadra e moto. Prima forse non era chiaro quanto per un pilota possa essere difficile cambiare ambiente e adattarsi ad una moto completamente nuova. Dopo si è capito anche perché altri piloti hanno fatto fatica nel passaggio da un team all’altro. È mancata un po’ di pazienza da parte di chi decideva per Ducati, perché con un po’ più di tempo forse adesso avremmo vinto qualche altro campionato tutti insieme. Il pacchetto era competitivo e lo sarebbe stato ancora di più in futuro”.

Rispetto a quando è arrivato nella Motor Valley adesso Ducati è la squadra da battere, ma Jorge si sente parte dello strapotere che ha oggi la casa di Borgo Panigale? “Io ho dato le mie indicazioni per me stesso e per il mio pacchetto con Ducati, per vincere io. Avevo molta esperienza e molti progressi che abbiamo fatto dopo sono serviti anche ad altri piloti Ducati che oggi ne beneficiano ma non l’ho fatto per loro. L’ho fatto per me. Però ad oggi ne sono felice di ciò e sono sicuro che più prima che poi Ducati insieme a Dall’Igna, che per me è un genio, vinceranno un altro mondiale dopo l’unico conquistato con Casey Stoner”.

Una passione che non finisce mai: “È difficile fermarsi e non gareggiare in pista. Le macchine ti consentono di sentire ancora l’adrenalina e la competitività con gli altri, di metterti in gioco con il cronometro e i sorpassi ma in modo più sicuro, con meno rischio, un’esigenza fisica minore e una pressione molto più bassa”.

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