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Mondiali atletica leggera – Budapest day 1: Leonardo Fabbri argento mondiale

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Iniziano col botto i Mondiali di Budapest. Ieri sera, nella pedana del getto del peso, il toscano Leonardo Fabbri scaglia la sfera di ferro ad uno strepitoso 22.34 metri, disintegrando il proprio primato e prendendosi un fantastico argento forse insperato fino alla mattina. Nel turno di qualificazione infatti, il toscano era sembrato spento, macchinoso, tanto da qualificarsi per la finale soltanto per ultimo. Ma l’emozione maggiore non ci giunge però al 22.34, ma due lanci dopo, quando galvanizzato dalla sua impresa il giovane toscano fa volare il peso con una forza inaudita oltre la misura dell’americano Crouser (saldamente in prima posizione), oltre l’oro quindi, nei dintorni dei 23 metri; ma Leonardo tanto carica il lancio che non rimane dentro la pedana, rimediando così un nullo che riesce, solo per qualche istante, a rendere amaro persino l’argento.

L’altro pesista in finale: Weir

Avventura mondiale al contrario rispetto a Fabbri per il suo compagno di disciplina Zane Weir, il quale dopo un’ottima qualificazione nella mattinata (qualificato con la seconda miglior misura), non brilla in finale giungendo solo undicesimo.

Gli azzurri della giornata

Giornata piena di azzurri in Ungheria, con diversi risultati interessanti che sono valsi la qualificazione per i turni successivi. Cominciamo da Larissa Iapichino, che con un 6,73 al primo salto conquista la finale, nella stessa città dove la madre (Fiona May) giunse seconda agli europei del 1998. Si qualificano per le semifinali dei 1500 femminili Gaia Sabbatini e Ludovica Cavalli, mentre in quelli maschili a strappare il biglietto per la semifinale è Pietro Arese, autore di una gara magistrale. Nei 100 maschili subito eliminazione per Samuele Ceccarelli, il quale dopo una bellissima partenza non riesce a mantenere la velocità e la frequenza chiudendo in 10″26. Ce la fa invece Marcel Jacobs, che con fatica chiude in 10″15 la sua prova. La gara di Marcel non è stata certo entusiasmante, ma ha influito molto il fatto di non aver gareggiato praticamente mai in questa stagione (salvo un mediocre 100 a Parigi in Diamond League); forse oggi pomeriggio, in semifinale, con una gara appena corsa nelle gambe potrebbe togliere un po’ di quella polvere che tiene il nostro campione lontano dal se stesso di Tokyo, quando con 9″80 vinse l’oro olimpico davanti alla crème dello sprint mondiale.

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