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Quando l’Olimpiade di Tokyo si fermò: una storia da non ripetere

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fonte immagine: LaPresse

Anche la fiaccola olimpica si è fermata. La torcia, che aveva iniziato il suo viaggio appena 3 giorni fa come di consueto da Olimpia, ha dovuto interrompere il suo percorso. Fermata dal coronavirus, come quasi tutto lo sport a livello mondiale. La fiaccola diretta a Tokyo, in vista dell’apertura dei quadriennali Giochi Olimpici il prossimo 24 luglio, era partita in un clima surreale a Olimpia. La cerimonia d’accensione si era svolta di fronte solamente ad uno sparuto gruppo di invitati, per la prima volta senza pubblico.

Così Tokyo vive l’incertezza di poter ospitare i prossimi Giochi Olimpici. Una storia che potrebbe ripetersi. Già, perché Tokyo è stata già protagonista di un episodio che portò all’annullamento delle Olimpiadi.

Nel 1940 infatti, 3 anni dopo lo scoppio della Guerra Sino-Giapponese, il Giappone e il CIO furono costretti dalla guerra in atto a rinunciare ai Giochi Olimpici in terra nipponica.
Allora organizzazione e Comitato Olimpico si resero conto delle difficoltà nel radunare un numero cospicuo di atleti per le gare a 5 cerchi e decisero di annullare la manifestazione. I Giochi allora vennero spostati a Helsinki, ma lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale impedì definitivamente lo svolgimento dell’Olimpiade.

Oggi la storia potrebbe tristemente ripetersi, la pandemia che in questi giorni sta mobilitando l’intero panorama mondiale mette a dura prova anche la fede dello sportivo più appassionato. Una triste coincidenza, anche se nel frattempo Tokyo ha ospitato le Olimpiadi nel 1964, il timore è che la storia possa ripetersi.
Gli organizzatori di allora, nonostante la rinuncia, pubblicarono ugualmente il budget per l’evento: 20,5 milioni di yen. Un’inezia se pensiamo a quanto oggi il Giappone ha speso e spenderà per l’organizzazione dell’edizione 2020. Il costo reso noto dal Comitato giapponese ha stimato il totale in 1,35 trilioni di Yen, circa 12 miliardi di euro. Un eventuale salto della manifestazione avrebbe ricadute sull’intera economia del paese del Sol Levante. Infatti, è stato calcolato che l’annullamento dei Giochi potrebbe costare addirittura un abbassamento del PIL dello 0,2%. Un’enormità.

L’avvenimento del 1940 fu oggetto di incredibili racconti. Il mancato svolgimento ispirò i prigionieri di diversi Stalag, i primi campi di concentramento per i prigionieri di guerra, ad organizzare delle competizioni interne a quei luoghi di morte. Una storia di speranza e ispirazione, tanto da diventare il soggetto di un film polacco nel 1980, «Olimpiada 40», e di una miniserie tv curata dalla RAI nel 2012, «L’Olimpiade nascosta».
Certamente film meno noti rispetto ad altre pellicole dedicate a drammi legati alla manifestazione dei 5 cerchi, da sempre simbolo di pace, ma talvolta veicolo di violenza e freddi messaggi di guerra.

 I Giochi Olimpici del 1940 sono stati i secondi della storia a saltare, ma furono seguiti anche dall’edizione di Londra 1944, anch’essa fermati dalla Guerra. Se Tokyo 2020 dovesse non avere luogo, ancora una volta l’Olimpiade potrebbe essere fermata da una guerra, ma questa volta la guerra è ad un nemico invisibile.

 Rimettendoci però alle parole del Presidente del CIO, Thomas Bach, questi Giochi non sono in discussione, come non è in discussione il loro svolgimento dal prossimo 24 luglio al 9 agosto. Di certo se si svolgeranno, sapremo che ce l’avremo fatta.

 

 

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