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Statistiche e curiosità – Da Reutemann a Fittipaldi: quando i piloti della F1 si danno alla politica

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Credits: Formula1.com

Due campionati mondiali, 14 Gran Premi vinti e una candidatura al senato italiano, il 25 settembre il curriculum di Emerson Fittipaldi potrebbe allungarsi ancora. La candidatura dell’italo-brasiliano presentata in questi giorni per il partito di Fratelli d’Italia per la circoscrizione del Brasile ha fatto chiacchierare a lungo ma non è il primo caso in cui il destino di un ex pilota di Formula 1 si incrocia con la politica. 

CARLOS REUTEMANN. Il caso del vicecampione del mondo 1981 è forse quello più noto tanto per il successo nella carriera automobilistica del pilota svizzero-argentino quanto per quello nella propria avventura politica. I dodici Gran Premi vinti ed i quattro podi in classifica generale consacrarono Reutemann come uno dei grandi piloti dell’epoca d’oro della Formula 1. Appeso il casco al chiodo “El rato” si dedicò ai propri poderi nella pampa argentina e saltuariamente al Rally prima di intraprendere la propria ascesa in politica facendosi prima eleggere governatore della provincia di Santa Fe (tre milioni di abitanti ca.) e poi come Senatore della Nazione Argentina rimanendo così in ambito politico per tutto il trentennio che va dal 1991 al 2021, anno della sua morte a seguito delle complicazioni derivanti da un tumore al fegato diagnosticato quattro anni prima.

SAKON YAMAMOTO. Il quarantenne giapponese non ha lasciato un grande ricordo di sé nel mondo delle quattro ruote disputando appena 21 gran premi spalmati sue tre stagioni di Formula 1 in cui gareggiò per tre diverse scuderie: Super Aguri, Spyker e HRT. Mai una prima guida, Yamamoto è sempre stato assunto come terzo pilota salvo poi guadagnarsi nel corso delle varie stagioni il posto in pista. L’acuto in Formula 1 risale al 2007 quando il giapponese si piazzò 12° nel Gran Premio di casa, poi nel 2019 un primo tentativo di entrare alla Camera del Consiglio Giapponese senza venire eletto, la fortuna si rivolse finalmente a lui poco dopo, nel 2021, quando venne eletto come Consigliere alla Camera dei Rappresentanti giapponese per il Partito Liberal Democratico.

ALESSANDRO NANNINI. Parlando di carriere politiche spezzate sul nascere non si può dimenticare il caso di Alessandro Nannini. Senese di nascita, Nannini gareggiò in Formula 1 per cinque anni prima in Minardi (86/87), quindi con la Benetton (88/89/90). Con la scuderia italo-inglese riuscì a conquistare 8 podi tra cui un primo posto al Gran Premio di Giappone del 1989. Nel 2011 Alessandro decise di correre come Sindaco alle elezioni comunali della sua città natale, Siena, in qualità di rappresentante del centro destra venendo però sconfitto dall’avversario di turno Franco Ceccuzzi. Nonostante la sconfitta all’ex pilota venne comunque eletto come consigliere comunale in qualità di candidato a sindaco.

E se c’è chi attivamente ha provato un percorso nell’amministrazione, dall’altra parte c’è anche chi è stato nominato inconsapevolmente per la carica istituzionale più alta del nostro paese. Durante gli scrutini per le elezioni del 13° Presidente della Repubblica Italiana, Roberto Fico scandì tra gli altri nomi dei votati anche quello di Mario Andretti. L’ex campione del mondo 1978, originario di Montona in Istria, ci scherzò su dicendosi pronto per accettare l’incarico:

In generale, specialmente parlando del coinvolgimento nei confronti di tematiche di carattere politico/sociale dei piloti facenti tutt’ora parte del circus, le posizioni di stampa e organizzazioni sono state negli anni più che divergenti, ne è un esempio la doppia dichiarazione di giugno di Ben Sulayem, presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile, che si espresse così a riguardo: “A Niki Lauda e Alain Prost interessava solo guidare. Ora Sebastian Vettel guida una bicicletta arcobaleno, Lewis Hamilton è appassionato di diritti umani e Lando Norris si occupa di salute mentale. Tutti hanno il diritto di avere le loro opinioni, certo, ma dobbiamo decidere se sia corretto imporre in ogni momento i nostri pensieri in qualcosa legato allo sport“ salvo correggere quasi subito il tiro appellando i piloti come promotori di sostenibilità, diversità e inclusione sociale.

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