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Alberto Bucci premiato con “La Torre di Maratona” – 14 Dic

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Il Panathlon Bononia, ieri sera, ha premiato Alberto Bucci con ‘La Torre di Maratona’. Un prestigioso riconoscimento conferitogli per la promozione dello scorso anno e, soprattutto, per“i valori umani e professionali”. Oltre a Bucci, erano presenti anche il Presidente della Fondazione, Fornaciari, il Gm bianconero Trovato ed il vice Presidente Sermasi.

 

STIMA E AMARCORD. Oltre ad Alfredo Cazzola. L’ex patron della Virtus ha parlato del legame con Bucci ed è tornato su alcuni ricordi, legati al suo passato in bianconero. “Parlare di Alberto vuol dire parlare di un amico – dice l’ex patron bianconero – È una persona che stimo moltissimo. Lo conosco da molto tempo e già da ragazzo aveva una grande personalità. Poi, ci siamo ritrovati nel basket. Io come Presidente e lui come allenatore. Due bolognesi alla guida della Virtus. Alberto è una persona leale e trasparente. E insieme abbiamo ottenuto risultati straordinari”. Poi aggiunge: “Quando è tornato a fare il Presidente sono stato orgoglioso di essere stato io il primo a chiedergli di ricoprire quella carica. Era il 1996. Alberto era l’allenatore di quella Virtus, ma aveva la personalità giusta per essere anche il Presidente. E quando ero io il patron avevo coniato lo slogan ‘panchina lunga, società corta’. Mi fidavo delle scelte tecniche e, poi, mi muovevo per operare sul mercato. Oltre a questo, ricordo anche quando partecipammo al McDonald’s Open. Nel 1993. Dopo aver battuto il Real Madrid in semifinale, ci scontrammo con i Phoenix Suns in Finale. Si giocava a Monaco. Purtroppo abbiamo perso, ma abbiamo toccato con mano il fatto che la Virtus stesse decollando”.

 

 

BUCCI. Parola, poi, all’attuale Presidente bianconero. “La Torre di Maratona è un riconoscimento importante. Questa serata mi ha riportato alla mente il passato e devo dire che mi sono emozionato. Cazzola è un tipo combattivo. Voleva vincere e non potevo dirgli no quando mi ha chiesto di diventare Presidente. Alla fine ci muovevamo in due. Io, lui e nessun altro. Cazzola era sempre presente. Eravamo vicini di casa e spesso andavamo a cena insieme”. Dal passato al presente. “Ho parlato con Baraldi e gli ho espresso i miei pensieri. Sono convinto che verremmo fuori da questa situazione difficile. A volte, per farlo, devi prendere anche decisioni difficili. Quando lavori per un obiettivo comune, ognuno deve fare qualcosa per centrarlo. Vorrei citarvi una frase molto bella che mi hanno mandato: i bambini litigano, ma subito dopo giocano. La felicità è più importante dell’orgoglio. Abbiamo giocato quattro gare che un po’ ci hanno illuso. La prima a Trento, poi Milano, Venezia e Brescia. Finite quelle abbiamo affrontato squadre più deboli. Ci siamo adeguati alle squadre che affrontavamo. Se avessimo giocato come contro Milano, avremmo vinto anche quelle. Bisogna mettere a posto i cocci. Occorre sapere che si può perdere. E mi sono arrivati messaggi che mi hanno commosso. Mi hanno scritto che saranno 5 mila a tifare Virtus fino in fondo. Abbiamo bisogno di trovare tranquillità e di fare le cose con calma, senza cancellare quello che abbiamo sbagliato. L’errore è un compagno meraviglioso nella vita. Ma solo se si comprendono e se ci si assumono le responsabilità. Solo così possono essere un’opportunità di migliorare. Se l’errore lo nascondi e dai la colpa ad altri non risolvi nulla. Ramagli? Ho fatto anche io l’allenatore e so cosa vuol dire passare momenti in cui occorre rimescolare il cervello. E farlo con la massima lucidità per trovare ciò in cui hai sbagliato. Non è semplice, ma se c’è qualcosa che non va bene occorre correggerlo. Ad esempio, molte volte ho detto ai miei giocatori di aver sbagliato. Questa situazione rappresenta un’occasione di crescita. Non la vedevo certo come paura di perdere personalità. Quando mi auto accusavo dei miei errori, lo facevano anche i giocatori. In questi momenti è determinante andare a scoprire i propri errori e metterli a disposizione degli altri”.

 

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