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Dell’Aquila e il Leone #20 – Lo stallo del Presidente

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Come per gli italiani curiosi di sapere chi sarà il nuovo presidente della Repubblica, anche per i fortitudini questi sono giorni d’attesa. 

Attesa di sviluppi, conferme o smentite dopo le dimissioni del presidente Christian Pavani al termine di Fortitudo-Tortona. Scelta conseguente ai fischi nei suoi confronti scesi copiosi dagli spalti al 40′? E’ il pensiero più immediato e forse la goccia che ha fatto propendere Pavani per quella decisione.

Decisione che lo stesso aveva già preso tempo fa poi respinta e che anche questa volta potrà essere rispedita al mittente dal consorzio oppure accettata. In quest’ultimo caso, qualcuno dovrà prendere il posto vacante in un momento delicato della stagione, o, meglio dire, in una stagione complessivamente delicata dove i biancoblu ne hanno e ne stanno passando tante.

Un indizio che, però, potrebbe avvalorare l’ipotesi di un rigetto delle dimissioni sta nel processo di ristrutturazione del debito che la effe ha avviato. E cosa significa, giustamente ci si chiederà? Si tratta, senza scendere ulteriormente nei dettagli della definizione, di una procedura che prevede un accordo che modifica le condizioni originarie di un prestito per alleggerire l’onere di un debitore. Per questo il consorzio preferirebbe che il presidente rimanesse in sella almeno fino al termine della stagione. Una situazione di stand by che deve essere sbrogliata in tempi rapidi per consentire di tornare a ragionare sulla squadra, la quale in questo momento non può rimanere abbandonata a sé stessa. 

Lo stallo societario porta, infatti, in secondo piano la pallacanestro. Visto che tanti campioni come un certo Kobe Bryant che esattamente due anni fa ci lasciava ci hanno dimostrato che la parte più bella del basket è proprio l’essenza del gioco, mentre si attende un qualche tipo di aggiornamento sul futuro del presidente (oggi potrebbe essere un giorno buono), passiamo al campo.

Dopo quanto visto sul parquet è inevitabile ravvisare un passo indietro rispetto ai successi delle ultime settimane. Passo indietro, a dire il vero, fino a un certo punto. Se si considera il sudore attraverso il quale sono stati raggiunti ed il livello mostrato da Tortona al Paladozza, è più semplice capire che siamo davanti ad una squadra che tanto più di così non può fare. Il roster guidato da Ramondino è poi meritatamente in zona playoff, dimostrando anche lontano dal parquet di casa, soltanto per la seconda volta quest’anno, di essere l’opposto della Kigili per pallacanestro corale espressa in campo ma anche per progetto di ampio respiro complessivo.

Al minuto 5 di domenica sera l’epilogo del match si è palesato con largo,  anticipo mettendo in luce tutte le lacune della Fortitudo, dalla difesa alla mancanza di continuità nella manovra offensiva, con un Durham in pausa, un Benzing dalle mani fredde ed un Martino in panchina nervoso e non capace di spingere i suoi ad una reazione. Si aggiungano poi il reiterato momento no di Groselle ed un nuovo infortunio al rientrante Feldeine (fortunatamente non grave) e l’inerzia è ancora più marcata.

Così la gara scivola via in poco tempo, e se i primi minuti del quarto quarto illudono il pubblico che una rimonta possa completarsi, la classifica dopo il 16° turno disillude tutti. Complice la vittoria contro-pronostico di Cremona su Venezia, i biancoblu ritornano penultimi, ovvero retrocessi se il campionato terminasse oggi. Fortunatamente siamo al 26 di gennaio e non d’aprile ma il prossimo weekend sarà necessario tifare Virtus. 

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