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Fatal Reggio Emilia. La Virtus retrocede in A2 – 5 mag (2)

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GRISSINBON RE: Aradori 11, Polonara 12, Lavrinovic 3, Della Valle 10, De Nicolao 13, Parrillo, Veeremenko 3, Kaukenas 19, Silins 2, Gentile, Golubovic 9. All. Menetti.

OBIETTIVO LAVORO BO: Pittman 13, Fabiani n.e., Vitali 7, Cuccarolo n.e., Gaddy 11, Collins 22, Fontecchio 12, Mazzola 7, Oxilia n.e., Hasbrouck 4, Penna n.e., Odom 2. All. Valli.

 Parziali: 20-15; 38-38; 56-60; 82-78

Ebbene sì, è tutto vero. L’imponderabile è realmente accaduto. La Virtus Bologna retrocede sul campo per la prima volta nella sua storia, a seguito di una prestazione globalmente positiva dove tutto ciò che questa squadra era in grado di offrire è stato messo in campo. La precisione di Reggio Emilia, finalista lo scorso anno e assoluta pretendente al titolo anche in questa stagione, è stata fatale nell’ultimo periodo di gioco. Il tutto mentre sugli altri campi le dirette concorrenti nella lotta per la tanto agognata salvezza compivano il proprio dovere. Torino ha infatti ragione di una Pesaro già salva, mentre Trento non riesce ad espugnare Caserta che si impone in volata per sole tre lunghezze. Prende così corpo il peggior scenario pronosticabile, ovvero un arrivo alla pari con campani e piemontesi che possono esultare per la raggiunta permanenza nella massima serie in virtù dell’esito degli scontri diretti tra andata e ritorno. La dolorosa discesa in Serie A2 viene così ufficializzata.

La gara parte in salita sin dalle prime battute per i bianconeri, costretti ad inseguire a metà della prima frazione sul 11-2. Gaddy, in uscita da un obbligato timeout chiamato da Valli, trova le energie per muovere finalmente il punteggio dei suoi segnando cinque punti in fila. Bologna gioca già la carta della zona 2-3, immediatamente punita dalla bomba di De Nicolao alla quale replica subito Hasbrouck che gli rende pan per focaccia (sponsored by GrissinBon? Non lo sappiamo…). Lavrinovic è nervoso e si prende un tecnico, mentre Mazzola è preciso solo a metà a cronometro fermo. Reggiani avanti al 10’ sul 20-15. Aradori guida i suoi in un nuovo allungo che produce la doppia cifra di vantaggio (27-17). Le V nere faticano e non poco nel trovare il fondo della retina. Ci pensa Fontecchio a dare la scossa giusta. Prima esplode una bomba importante, poi serve un assist al bacio per Vitali e infine si “concede il lusso” di sbagliare una bimane a causa anche del fallo subito dall’azzurro Polonara. Il match è intenso e ricco di ribaltamenti di fronte che sembrano premiare ancora i biancorossi dopo il tentativo di recupero ospite firmato Collins. Ancora Fontecchio si rende protagonista, questa volta realizzando la schiacciata con cui si fa perdonare il precedente errore. Pittman è l’arma vincente per la Valli band: prima costringe Lavrinovic al quarto personale poi prende bene posizione nel pitturato, tramutando il rimbalzo offensivo nei punti della parità a quota 38 .

Al rientro in campo le bocche da fuoco reggiane sembrano avere le polveri bagnate. La Virtus non si lascia sfuggire l’occasione, approfittandone grazie ai soliti protagonisti. Collins è una scheggia impazzita tra le maglie della retroguardia casalinga, Pittman continua a imporre la propria legge sotto le plance e Fontecchio brucia la retina dalla distanza. Il tutto frutta il massimo vantaggio ospite (38-47) che costringe coach Menetti all’immediato timeout. La reazione dei vice campioni d’Italia è veemente. L’evergreen Kaukenas guida i suoi alla rimonta, segnando il canestro della nuova parità. De Nicolao tramortisce gli avversari segnando ancora dalla distanza, ma Bologna non ci sta. Prima sfrutta l’asse a tutto a stelle e strisce Gaddy-Collins, poi, dopo l’ennesima dimostrazione di talento del lituano mai domo, trova i punti del nuovo vantaggio con il layup di Odom. Al 30’ Virtus avanti sul 56-60. Sembra andare tutto per il verso giusto, ma il fato ha ben altri programmi per i bianconeri. Sulla banale persa di Gaddy, i padroni di casa accorciano le distanze, poi trovano il nuovo sorpasso con Della Valle, colpevolmente lasciato solo dopo una rocambolesca carambola a rimbalzo. Reggio colpisce ancora dalla distanza con Polonara, aumentando così il proprio vantaggio (66-62 al 33°). Pittman si getta letteralmente tra la folla nel tentativo di recuperare una palla vagante prima di una pura boccata di ossigeno firmata dalla tripla di Vitali. Le compagini si sfidano a suon di colpi continui, lasciando la scena ancora ai binari dell’equilibrio che dicono: Virtus ad una sola lunghezza di distanza a meno di quattro giri di lancette sul cronometro.  “La faccia cattiva di Amedeo” è sempre presente, aiutando il numero 8 a segnare due bombe in fila. Il ferro non aiuta, invece, quella esplosa da Collins. Tutto gira storto per Bologna che non ha nemmeno la fortuna dalla propria parte. La stramaledetta freccia (speriamo venga tolta il prima possibile perché non ha mai fatto parte di questo sport!) regala il possesso ai padroni di casa. Polonara colpisce ancora da oltre l’arco per il nuovo +10 (79-69) quando mancano solo 2’ al termine. La OL non molla segnando un parziale di 6-0 sull’asse Gaddy-Collins. Ancora il play americano ha un’altra chance dopo l’ottimo recupero di Fontecchio, ma questa volta la sua conclusione non ha esito positivo. Gaddy si fa stoppare dal solito Polonara che completa la giocata difensiva catturando anche il rimbalzo difensivo, spegnendo così le residue speranze bianconere. Reggio si impone per 82-78 mentre dagli altri campi giungono notizie nefaste. Torino batte a domicilio Pesaro e Caserta fa lo stesso con Trento. È ufficiale. Si retrocede.

 

Si conclude così la stagione della Virtus. Un’annata ricca di errori commessi da tutti e su più fronti (societario, tecnico e medico). Forse è ora inutile puntare il dito e accusare i singoli e/o tutti gli addetti ai lavori. Di sicuro le colpe vanno ripartite con percentuali differenti, con la consapevolezza che si poteva certamente fare di più, e meglio, in un campionato il cui livello non si è certo dimostrato inarrivabile. Anzi. Fa male e dispiace vedere scorrere lacrime amare sul volto di chi ha cercato sino all’ultimo di salvare il salvabile, anche con la forza della disperazione. Distrutto coach Valli al termine delle ostilità, visibilmente commosso e quasi senza parole. Lo stesso per gli italiani bianconeri che non hanno voluto rilasciare dichiarazioni, al contrario degli americani anch’essi apparsi frastornati e decisamente abbattuti, ma in grado di rispondere alle domande poste dai colleghi delle Tv regionali. Di certo si dovrà ripartire, e probabilmente lo si farà completamente da zero. Tutti i giocatori saranno liberi dai loro contratti, supponendo che non vi siano clausole né possibilità che possano consentire a qualcuno di loro di accettare la serie A2. Ci si augura che l’abbassamento dei costi di gestione del futuro, possa aprire le porte a qualche facoltosa buon’anima che intenda rifondare tutto l’ambiente bianconero, magari “Saputo Style”. Nel frattempo consoliamoci con la colonna sonora più azzeccata per questo momento di buio storico: “Il giorno di dolore che uno ha”. Comico come il destino riservi le parole di un reggiano doc, Ligabue, a coloro per cui Reggio Emilia è stata fatale. Per gli amanti del genere, una sbirciatina al testo potrebbe aiutare anche in chiave futura. 

Nota a margine. Finalmente a Bologna tornerà, probabilmente, il tanto atteso derby. La speranza è che possa essere motivo di rilancio per quella che fu “Basket City”, e non di soli, ed ovvi, goliardici sfottò di gruppo. Uniti si può ripartire. Sfruttiamo questa occasione. 

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