Basket
La Virtus Segafredo verso una chimica sempre più giusta
La Virtus Segafredo non è invincibile. Grazie, qualcuno pensava il contrario? La sconfitta di Napoli non ha riportato sulla terra una squadra stellare, ha semplicemente dimostrato ancora una volta che nello sport esistono vittorie e sconfitte e che alle prime non è sempre facile arrivare se vi si avvicina con l’atteggiamento sbagliato, con eccesso di sicurezza o senza l’indispensabile intensità fisica e mentale. Poi si possono trovare giustificazioni legate alle assenze, sicuramente importantissime, ma è anche vero che il roster virtussino è così profondo che suonerebbe piuttosto come un accampare scuse, cosa che, a dire il vero, sia il coach che la società non hanno assolutamente voluto fare. Ieri la vittoria con Ulm in Eurocup mi è parsa invece più importante: primo perché in questa torneo ogni partita conta tantissimo ed al contempo ci si deve preparare a quando si arriverà, nella seconda fase – se ci si arriverà, ma allora sì che sarebbe un mezzo fallimento il contrario – a partite secche dentro e fuori con un format spietato ma probabilmente di grande spettacolarità; secondo, perché la Virtus, ritrovandosi finalmente al completo, ha potuto verificare la buona compatibilità tra tutti i nuovi innesti, visto che non è assolutamente scontato che mettendo insieme ottimi giocatori si trovi sempre la chimica giusta. Ieri non tutti hanno giocato al meglio: alcuni sono in ritardo di preparazione, altri un po’ spompi per surmenage, altri perché devono completare il proprio ambientamento; io però mi sento di affermare che Scariolo stia trovando se non proprio la chimica giusta quanto meno la via per arrivarci, a partire dall’atteggiamento di quello che non è mai del tutto soddisfatto ma non per questo deve ringhiarlo al mondo con acredine animalesca, sport diffuso presso tanti allenatori che fanno di certi stereotipi il proprio vangelo. Una buona indicazione per i giocatori, non sentirsi mai del tutto a posto col proprio lavoro, perché se non si cresce ogni volta si finisce per rimanere indietro, come dimostra la parabola della maggior parte dei giocatori italiani giunti troppo presto alla ribalta. Scariolo ha risposto ieri alla richiesta se fosse voluta una certa frenesia della propria squadra, che può provocare errori tecnici, che a suo parere l’intensità non sarebbe ancora quella sufficiente. Bell’imprinting, viene da dire: la sua Virtus non può che essere da corsa, il che aiuta lo spettacolo, oltre che l’efficacia del gioco, e spiega tante scelte a livello della costruzione dell’organico. Ora come ora vengono tracciati dei solchi oltre i quali i suoi giocatori devono dimostrare di saper stare; penso valga per tutti, italiani e stranieri, con gerarchie già definite ma non definitive. Sarà interessante constatare a fine stagione chi o quanti non avranno dimostrato di possedere le caratteristiche giuste. Oggi come oggi l’impressione è che tutti ce la possano fare, anche se diversi hanno decisamente spigoli da smussare con la tenacia del lavoro in palestra e forse anche con un lavoro su sé stessi sul piano mentale. Una bella avventura, quella di questa Virtus Segafredo, che per ora sta dimostrando di valere il prezzo del biglietto. Anche se, bisogna riconoscerlo, in questa fase forse ha toccato picchi che potrebbero essere stati controproducenti sotto taluni aspetti e lasciano qualche dubbio sul piano dell’efficacia di alcune scelte sul piano del marketing.
Infine, la novità dell’ultima ora: Zanetti presidente. Fin qui il proprietario, di fatto, della società aveva mantenuto una posizione formalmente defilata: il suo totale coinvolgimento, la decisione di metterci pienamente la faccia non può che rivelare intenzioni di prospettiva che si fanno sempre più interessanti. Staremo a vedere, ma gli auspici si fanno sempre più intriganti.
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