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VIRTUS – Virtus irriconoscibile cede il passo a Capo d’Orlando. Finisce 64-76 per i siciliani – 18 ott

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OBIETTIVO LAVORO BO: Pittman 15, Fabiani n.e., Vitali 10, Cuccarolo, Gaddy 12, Williams 14, Fontecchio 6, Mazzola 6, Oxilia, Graziani n.e., Odom 1, Ray n.e. All. Valli.

BETALAND CdO: Basile 2, IIievski 8, Laquintana 11, Perl 12, Nicevic 15, Jasaitis 18, Vujicevic 2, Munastra n.e., Metreveli 4, Oriakhi 4. All. Griccioli.

Alla Unipol Arena è di scena la terza giornata di Serie A Beko. A fare visita ai bianconeri padroni di casa la Betaland Capo d’Orlando, compagine ben assortita e avversario decisamente ostico, in grado di rischiare il colpaccio esterno in quel di Venezia una settimana fa. Entrambe le squadre si presentano ai blocchi di partenza orfane di pedine importanti. Capitan Ray per le V nere e per i siciliani l’ex Hapoel Unet Laurence Bowers, entrambi out per infortunio. Gara che si conclude con un esito non previsto, poiché alla vigilia la Virtus partiva in leggero vantaggio, consapevole di poter contare anche sul calore del proprio pubblico. Vince meritatamente la Betaland, autrice di una gara gagliarda, di sostanza e lotta costante in ambo le fasi di gioco. Prestazione più che sottotono per la Obiettivo Lavoro, incapace di sfoderare qualsiasi arma del proprio arsenale. Da rivedere con grande attenzione l’intera fase difensiva, troppo passiva e remissiiva sugli 1vs1 avversari, ma brava allo stesso tempo a realizzare break importanti con cui il recupero pareva possibile.

La gara si apre con la chiacciata di Fontecchio, illusioria. Sul fronte opposto si accende l’asse Jasaitis (argento con la Lituania agli ultimi Europei) – Ilievski, ex di turno. Un parziale di 9-0 con cui gli ospiti prendono la testa del match, senza più lasciarla. Le V nere accusano il colpo e tentano di reagire, ma con affondi troppo confusionari ed inefficaci. Al 10′ il gap da recuperare ammonta già ad otto lunghezze (12-20). Secondo quarto che si apre con uno scatto di orgoglio della Valli band, in grado di rossichiare terreno ai siciliani in fuga grazie alle bombe esplose dal solito Jasaitis. Svantaggio dimezzato e inerzia che pare assumere tinte bianconere, interrotta dal  sagace time-out di coach Griccioli. Al rientro dallo stesso sono ancora gli ospiti a produrre azioni degne di nota, trovando in Nicevic la chiave giusta per arginare anche la zone-press architettata da Valli. Esito: Betaland in controllo all’intervallo sul 23-38. Vitali segna in contropiede grazie al recupero di Odom, ma sono ancora i siciliani a fare la voce grossa. La retroguardia di casa è passiva e troppo morbida, incapace di ostacolare i banali pick&roll e pick&pop orchestrati da Laquintana e compagni. Gli ospiti si portano con facilità sino al +20, lasciando di stucco tutti i presenti. Ferita nell’orgoglio la Valli band riesce a dimezzare il distacco al termine della ternza frazione, guidata dalle iniziative di Williams, Vitali e del sempre presente Pittman. La bomba di Williams in avvio dell’ultimo periodo porta i padroni di casa nuovamente sotto la doppia cifra di svantaggio, dando così una scossa positiva all’intera squadra. Collettivo capace di arrivare sino al -4 (52-56) con ancora gli ultimi 5′ sul cronometro. Tutto vanificato nelle successive azioni, nelle quali gli errori dei bianconeri si susseguono con inesorabile continuità. Capo d’Orlando ne approfitta, trovando punti pesanti dal giovanissimo tandem Perl-Laquintana. La forbice si amplia nuovamente e questa volta senza margine di recupero per le sorti virtussine. Finisce 64-76 per i sicikiani, che escono tra gli applausi mentre una velata ma decisa contestazione accopagna negli spogliatoi la Valli band.

Bruttissima prestazione offerta dai padroni di casa, che non possono celarsi dietro l’alibi dell’assenza del proprio capitano. Il solo Pittman non può bastare e non può ergersi sempre come salvatore della patria. A questo si aggiungono le pessime percentuali dal campo alle quali è fondamentale trovare un rimedio e una difesa assolutamente lontana dai propri standard. Serve meno confusione e più personalità da ognuno dei singoli, in particolare da chi siede in cabina di regia. Work hard, play hard.

 

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