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Bologna, Due Chiacchiere con … Thomas Fantoni

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Torna la rubrica completamente incentrata sulla Primavera rossoblù! in questa quinta intervista ai giovani della società felsinea abbiamo raggiunto Thomas Fantoni!

Thomas, classe 2001, si è messo in mostra lo scorso anno con l’Under 17 di Paolo Magnani e, questa stagione, punta alla titolarità anche in Primavera!

Ecco cosa ci ha raccontato Thomas su di Lui, sulla sua carriera e sui suoi sogni, sia nel breve che nel lungo periodo!

 

Come hai iniziato ad approcciarti al mondo del pallone? Era un chiodo fisso già da quando eri piccolo o è una passione che si è sviluppata dopo? Come è iniziata la tua carriera calcistica? 

 “Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 5 anni nel Bassano Virtus, squadra di Lega Pro che ora si è fusa con il Vicenza. La passione per il pallone ce l’ho avuta sin da piccolo, trasmessa da mio papà: giravo per casa con la maglia di Ronaldo il Fenomeno e la palla tra i piedi, anche se il mio desiderio di diventare portiere nacque dopo, verso l’età di 7/8 anni, quando la società iniziò a fare le selezioni a fine anno. Quando dovevo andare in porta piangevo: volevo correre e divertirmi come tutti i miei compagni, pensavo che il ruolo del portiere fosse noioso, senza muoversi, senza rincorrere il pallone. Poi però un giorno cambiò qualcosa. Il mio Mister mi mise in porta e mi accorsi che forse era meglio provarci … Pensandoci bene decisi di tentare questa nuova avventura e da lì inizio tutto!”

 

Tu, così come Cassandro e Mantovani,  che ho intervistato le scorse settimane, non sei originario di Bologna bensì veneto. Come è stato doversi trasferire lontano da casa?

 Sì, sono originario di Bassano del Grappa. Il pensiero di dovermi trasferire lontano da casa, lontano dalla famiglia, in realtà non mi turbava molto. Bologna l’avevo vista già due anni prima, quando ebbi l’opportunità di svolgere due provini. Mi sono sempre trovato bene con tutti: gli addetti ai lavori, i compagni e i mister. Avevo già visto anche la “mia nuova casa” e sapevo a cosa andavo incontro e ciò che era certo era che la partenza non mi faceva stare male. Anzi …”

 

Quest’anno sarai molto probabilmente il portiere titolare della squadra, anche alla luce dell’ottimo campionato Under17 dello scorso anno. Come percepisci la titolarità?

 Le prime due partite di campionato, contro Spal e Brescia, le ho fatte da titolare però nulla è sicuro e certo. Ciò che devo fare è continuare a lavorare duro in campo e a testa bassa, facendo del mio meglio. Poi le decisioni  finali spettano al mister e allo staff. L’anno scorso è stato un buon campionato, fatto di soddisfazioni e delusioni, però appartiene al passato. Ora penso a quest’anno: la differenza tra U17 e Primavera è abissale. L’idea della titolarità non mi consola, anzi, mi da la voglia di dimostrare ancora di più ciò che sono e ciò che voglio diventare.”

 

Se ti dovessi descrivere, anche alla luce del tuo stile di gioco, come lo faresti? 

Sono un discreto portiere, ”abile” nelle letture delle traiettorie e nel gioco con i piedi. Mi reputo molto istintivo, aspetto positivo in certe circostanze, in altre meno. Sicuramente c’è ancora molto da migliorare”

 

Negli ultimi anni il portiere ha assunto maggior importanza soprattutto in termini di costruzione di gioco: sei uno a cui piace dialogare coi difensori e far partire l’azione o ti trovi meglio in porta, quando si tratta solo di parare?

“Mi piace fare entrambe le cose: dialogare con i compagni è importantissimo, noi siamo l’undicesimo giocatore e da dietro vediamo tutto. Alle volte anche una nostra singola parola può aiutare”

 

Quale pensi che sia la caratteristica fondamentale per essere un buon portiere?

Per essere un buon portiere, a mio parere, la caratteristica fondamentale è la presenza ma soprattutto la CONCENTRAZIONE, che si ha in allenamento e in partita. Quello del portiere portiere è un ruolo delicato, se sbagli quasi sempre subisci gol. Devi riuscire ad azzerare e ricominciare da capo:  se perdi un giocatore, perdi l’intera squadra.”

 

Sono arrivati tanti giocatori nuovi rispetto all’anno scorso e altrettanti hanno salutato la squadra: quali sono i tuoi obiettivi personali e quali quelli del gruppo? Vi siete rinforzati?

“Uno dei miei obiettivi principali è quello di migliorarmi caratterialmente … Per certi versi, essere istintivo non va sempre bene. Il portiere è anche cervello, pensiero, razionalità. L’obiettivo di squadra è sicuramente quello di, partita dopo partita, battaglia dopo battaglia, riuscire a ritornare in A1. Sì, ci siamo rinforzati, sono stati acquistati buoni giocatori, però poi resta tutto a noi.”

 

Un tuo punto di forza e un aspetto sul quale vuoi migliorare

“Un mio punto di forza è la voglia di non mollare mai,qualunque cosa accada. Devo lavorare maggiormente sul mio istinto.”

 

Hai un sogno nel cassetto?

“Il mio sogno nel cassetto è quello di diventare un portiere professionista. Sono molto attratto dal campionato inglese, che a mio giudizio è il più bello.”

 

 Giocatori a cui ti ispiri?

 Il mio idolo in assoluto è sempre stato Cristiano Ronaldo, sin da piccolo: esempio di giocatore e di atleta.

Come portiere mi piace molto De Gea, istintivo e molto abile nel gioco con i piedi.”

 

Che dire? A soli 17 anni Thomas conosce già i suoi punti di forza e i suoi punti deboli a menadito e sembra davvero lavorare giorno dopo giorno per migliorarsi, sia dentro che fuori dal campo.

A lui vanno i nostri migliori auguri per la sua carriera!

 

 

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