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Bologna, è il momento della consapevolezza e dell’umiltà

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La vittoria sull’Inter, per il modo in cui è giunta e il momento in cui è arrivata, ha messo la ciliegina sulla torta al lavoro di Thiago Motta che ha reso questo Bologna bello, efficace e anche indipendente dalla presenza di Arnautovic. Ora, però, arriva il momento più difficile per Thiago e i suoi, confermarsi ad un certo livello di prestazioni e costanza, e bisognerà farlo con un problema in più l’attenzione mediatica.

Sì, perché il successo casalingo contro l’Inter ha acceso l’interruttore delle luci del palcoscenico e ora anche il Bologna ha la sua luce personalizzata, puntata addosso. Con questo è evidente che non ci sia e non ci possa essere la pressione di continuare questo filotto di risultati per conquistare a tutti i costi il settimo posto, anche perché la pressione è tutta sulle spalle della Juventus che tra le pretendenti all’ingresso in zona Europa è evidentemente la più attrezzata. Ma il campionato o meglio il pubblico del campionato guarda ora anche al Bologna e la squadra si dovrà adattare a questa nuova realtà.

Una nuova realtà che per forza di cose, anche a seconda del risultato del derby di Torino di questa sera, entrerà nell’economia dell’umore dello spogliatoio. Dovrà essere Thiago Motta, con l’aiuto del suo staff e della dirigenza tecnica (nelle persone di Sartori e Di Vaio), l’ago della bilancia, il vigile del fuoco, il calmieratore dell’entusiasmo. Il rischio è quello di un sovraccarico e conseguente cortocircuito. E in qualche modo ci sarà da fare i conti coi favori del pronostico, magari con qualche spogliatoio avversario che si motiva con il bel momento altrui con l’intento di metterci sopra il proprio marchio con la parola “fine”, sul campo.

Ora i rossoblù sanno cosa possono fare, contro chi lo possono fare (tutti) e come possono farlo: con concentrazione, grinta e umiltà. Più si sale in graduatoria, più si fanno vittorie e punti, più ci sarà la necessità di essere umili, fare, sempre, tutte le cose fatte bene: dall’allenamento all’ultimo secondo di gara. Questo è il primo vero diktat da cui ripartire lunedì, contro il Torino che in quanto a grinta e aggressività non è secondo a nessuno.

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