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Bologna: prima di volare, c’è bisogno di alleggerirsi?

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Bologna FC 1909

In queste prime due settimane di attività, sull’onda lunga di una seconda parte di stagione scorsa che ha riacceso più di un’ambizione in quel di Casteldebole, le parole che più vengono utilizzate quando si parla del Bologna a Bologna sono tre: salto di qualità. È quello che si aspettano un po’ tutti dai Rossoblù, per una serie di incastri che fanno ben sperare: una buona base di giocatori, un allenatore giovane e ambizioso, un dirigente al quale non sono mai mancati i colpi di qualità e un entusiasmo attorno all’ambiente sempre più in crescendo. Tutto ciò è percepito anche e soprattutto dai diretti interessati: chiunque, in quel di Valles, sia stato interpellato davanti ad un microfono ha parlato di ripartire da dove ci si è lasciati. La convinzione è quella giusta, l’intensità del lavoro è alta e la voglia di far bene è tanta. Ma (in questi casi c’è sempre un “ma”, ndr) perché allora ci si aspetta ancora di più?

Tra il “volere” e il “fare” c’è il “rientrare” 

I rapporti tra la società e l’area tecnica sono buoni, lo dimostrano l’unione d’intenti e la visione condivisa su come e dove andare a migliorare la rosa attuale, oltre che i costanti colloqui che avvengono tra mister e dirigenza. Proprio oggi, giorno in cui a Casteldebole la squadra torna ad allenarsi dopo il ritiro, sarà l’occasione per trovarsi di nuovo attorno ad un tavolo a sondare le possibilità che il mercato offre. Thiago Motta, a più riprese, ha ribadito che Sartori e Di Vaio sanno cosa manca a questa squadra, e come loro anche noi tutti lo sappiamo: un terzino sinistro e uno, se non due, esterni offensivi. Di nomi per tutti questi ruoli ne sono girati tanti ma l’affondo decisivo non è mai arrivato, e il motivo è uno solo: ci deve essere un rientro a bilancio in questo mercato. Attenzione, il Bologna di soldi ne ha investiti: i riscatti di Posch e Moro, l’ultimo arrivato El Azzouzi e il fiore all’occhiello della campagna fino a questo momento, e cioè Sam Beukema. Il puntellamento della rosa e il graduale inserimento di giocatori i ruoli chiave è un bel segnale, ma anche al di fuori questo deve essere percepito: non si può attaccare un giocatore al primo errore, soprattutto alla seconda amichevole. Il protagonista di questa storia è proprio l’olandese Sam: una sbavatura contro il Palermo, e via di dubbi su quello che sarà. Se si punta al salto di qualità, bisogna credere in ciò che si ha ed avere fiducia, perché le sentenze non sono mai chiuse ad inizio processo.

Rinnovi o acquisti, il passo sembra inevitabile

Se riguardo le entrate i nomi sono stati fatti ampiamente, anche riguardo le uscite (il fulcro del piano di rientro) gli indiziati sono noti da tempo, ma più per il loro contratto in scadenza rispetto alle vere offerte recapitate al Bologna: stiamo parlando di Nicolas Dominguez e Riccardo Orsolini. Il primo è ritenuto fondamentale dal proprio allenatore e lo stesso centrocampista, dal ritiro, ha dichiarato che per ora di offerte lui non ne ha sentite, come da aprile non ha sentito la società per il rinnovo. Orsolini, invece, è alle prese con altri problemi attualmente: l’esterno si è infortunato nei primi giorni di raduno e non ha preso parte al ritiro di Valles. Il percorso di terapie che ogni giorno lo vedeva a Casteldebole è stato anche l’occasione di mediare sempre di più un avvicinamento tra la sua richiesta e la proposta del Bologna, e l’operazione sembra essere andata a buon fine. Le parti si sono avvicinate anche se non hanno trovato la quadra definitiva, ma c’è ottimismo sul raggiungimento dell’accordo. Questa è una strada che il Bologna sta percorrendo ma ai propri tempi: la società è consapevole che, nel caso dovesse perdere giocatori chiave attualmente in rosa, la mano sul mercato dovrà essere ancora più pesante, viste le mancanze che hanno lasciato i contratti scaduti che però hanno portato un netto risparmio nelle casse della società. Il passo va fatto anche per chi, in un mese di campagna abbonamenti, ha dimostrato che la passione non è mai stata in discussione, al di là di quello che succede dietro le scrivanie: 13000 abbonamenti (superata la quota dello scorso anno con ancora un’intera fase a disposizione), una curva stracolma che non vede l’ora di cantare per i loro ragazzi, per la loro maglia.

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