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Canta che ti passa: Dove fuggi? – 6 Giu

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Alessandro Sgarzi


“Ho fatto la scelta che mi rende più felice. Non è stato un ‘no’ alla città di Napoli, ho sempre detto di non avere intenzione di lasciare Bologna a gennaio, squadra con cui ho iniziato un processo di crescita che voglio continuare fino a giugno”. Il 16 gennaio, ai microfoni di Sky Sport, Simone Verdi spiega il perché non ha voluto finire l’avventura in rossoblù.
Premessa: inutile criticare l’ormai ex giocatore rossoblù per la sua scelta. La maggior parte di chi si sta esprimendo nei suoi confronti non lo conosce. Le parole pronunciate poco dopo la partita con l’Olanda sono coerenti col suo pensiero di sei mesi fa e, quindi, perché spalare letame su un giocatore che fino a poco tempo fa era idolatrato?

Le tue bugie sono vecchie,
ma mi viene voglia di crederti per quanto le dici bene

Tutto è opinabile, figuriamoci le dichiarazioni di un giocatore in questi tempi. Ecco, però, che qui c’è un’eccezione: per com’è stata costruita questa “telenovela”, tutto porta a pensare che Verdi abbia voluto fare veramente il bene suo e del Bologna, a gennaio. Il Dio Denaro, pregato quotidianamente da chiunque, non c’entra. Verdi non è un mercenario perché, ripeto, è stato coerente con se stesso e, soprattutto, con le ambizioni personali: posto che non esistano più le bandiere, Simone ha voluto spiccare il volo in una squadra che negli ultimi anni è diventata una Grande del nostro campionato e, in prospettiva, allenata da un certo Carlo Ancelotti.
Le famose “bugie vecchie”, quindi, non riguardano il nuovo sposo azzurro, bensì di chi ne ha fatto le veci, sempre sei mesi or sono: “Riteniamo che Simone valga di più delle cifre circolate in questi giorni”. Anche in quel periodo si parlava di un assegno da circa 25 milioni di euro. Quindi, Fenucci, perché non alzare l’asticella? Tutto fa pensare che il gioco l’abbia condotto il Napoli e che “non abbiamo necessità di vendere giocatori per finanziare la gestione corrente” sia stata una frase buttata lì per alimentare la fiducia nella squadra e nella società. Ci avevamo creduto tutti, forse, ma a giocar col fuoco spesso ci si brucia.

Dove fuggi? Dove ti butti?
[…]
Io mi conosco, sì, ma non so
Io non so come mi comporterei al tuo posto

Simone va, visite mediche permettendo. Fugge in una squadra che, per uno come lui, è un punto di arrivo: Primavera del Milan, Torino, Empoli, Eibar, Carpi, Bologna. Insomma, tanta voglia di rivalsa dopo essere stato nel settore giovanile di una grande squadra e, completato il tirocinio, a 26 anni non si fa sfuggire l’occasione. Si butta in un gruppo che ha un valore tecnico nemmeno paragonabile a quello dei rossoblù, e cercherà di farlo giocandosi le sue carte, nascondendo qualche asso nella manica, perché con un attacco come quello che offre la squadra campana è ovvio che partirà in svantaggio. Ma che fai? Blocchi il tuo volo dopo essere risorto stile fenice? Verdi, come tanti, ha deciso di fuggire e buttarsi. Ci sono sicuramente tifosi rossoblù che non comprendono la scelta perché loro ragionano col cuore. Come Verdi, alla fine, solo che lui l’ha fatto a gennaio, mostrando la fotta; ora vuole far valere la sua cazzimma.

(“Dove fuggi?” – Fabri Fibra)

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