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Corriere di Bologna – Il Dall’Ara abbraccia Sinisa

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Damiano FiorentiniNella giornata storica in cui il Bologna sbanca e ottiene un incredibile quarto posto solitario, le emozioni cominciano prima del fischio d’inizio. Tanta commozione per la presenza della moglie e dei figli di Sinisa Mihajlovic a bordocampo pochi minuti prima del fischio d’inizio. Il rapporto viscerale tra l’allenatore e il pubblico è tangibile nella splendida atmosfera che coinvolge lo stadio. Tanta riconoscenza sportiva, certo, per un allenatore capace di risollevare un ambiente scosso e spaventato nel gennaio 2019, ma è soprattutto l’aspetto umano da tenere presente. Quel coraggio e quella generosità, esaltate da una relazione solida e, ieri sera, apparsa struggente con i tifosi. 

Prima del fischio d’inizio

Con le squadre ancora nel tunnel, la presenza di Sinisa si sente già, coadiuvata dalla proiezione di un emozionante video che si chiude con l’immagine simbolo, quella che è tutta Sinisa: l’allenatore, con cappotto e guanti, che saluta la Bulgarelli con la Torre di Maratona sullo sfondo. Il pubblico esplode e accoglie con un lungo e sincero applauso il momento della consegna alla moglie Arianna della stessa immagine come “presente alla memoria”da parte del presidente Saputo. Poi c’è spazio per un momento di affetto con tutto lo staff e i suoi giocatori. Niente di eccessivo, una cerimonia schiva e rapida, ma colma di quell’emozione che solo il Dall’Ara poteva dare. Emozione che riporta ai ricordi di quelle stagioni di lotta, di sogni e sorrisi, ma anche di una fine che fa ancora soffrire. I minuti che hanno preceduto l’ingresso in campo sono arrivati al culmine di un lungo omaggio portato dai media, amici, collaboratori o semplicemente da chi l’ha amato. Le ore e i giorni precedenti al match sono stati di grande intensità e rispetto per un grande uomo, come certificato dalla forza con cui la tifoseria ha risposto.

Durante la partita

Tanti applausi. Il pubblico, prima di porre la propria attenzione sulla straordinaria partita, si concede completamente al suo leader. Si legge “Ciao Guerriero” in uno degli striscioni srotolati nella Bulgarelli, “Sempre nel cuore” dice un altro. Per poi arrivare al più sentito di tutti: “Il ricordo è un modo di incontrarsi. Il tuo sarà indelebile. Ciao Sinisa.” Poi l’atmosfera si scalda e cominciano i cori, come fosse ancora lì ad ascoltare, come non fosse mai andato via. Ma poi la macchina da presa fa il suo giro e in un film, ma come nella vita, accade quello che succede sempre. Bisogna andare avanti, ma senza dimenticare mai, neanche per un istante.

La famiglia

Per Arianna e figli la giornata deve essere stata piena di emozioni, vissuta in grande intimità con la dirigenza rossoblù, che l’ha protetta e accompagnata in un giorno così difficile. Guardare oggi Arianna fa impressione, soprattutto se pensiamo all’intervista uscita sul Corriere della Sera il giorno dell’anniversario della sua morte. Parole di solitudine, ma anche di incredibile vicinanza. Quasi come potesse sentirlo ancora di fianco a sé. Ha raccontato di un amore sbocciato a Roma nel 1995, ma che ha gli ha portato in dono il trofeo più bello e importante: i cinque figli della coppia. Racconta di un Sinisa mai duro, come la stampa sportiva lo dipingeva, ma dolce: una qualità di cui si poteva godere una volta che si faceva breccia in quell’armatura mediatica che lo stesso Sinisa si era costruito addosso. 

Non è stato solo un momento di commemorazione, quello di ieri allo stadio. Ma un incontro nuovo, sotto altre vesti, con un uomo vero che ha dato speranza ad una città intera.

Fonte: Fabio Pellerano – Corriere di Bologna

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