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Bologna

E’ Svanberg il turning point di questo Bologna

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Damiano Fiorentini per 1000 Cuori rossoblù

 

 

Una formazione da inventare, quella di oggi, , dopo una settimana di conflitti reali (lontani ma assolutamente preoccupanti) e virtuali (cartacei, fatti di volantini e interviste, un botta e risposta fra le due torri e Miami), per provare a rimettere le cose a posto, chiudere una stagione che corre il rischio di essere oltremodo tribolata (in punto classifica, perché ancora la matematica non ci supporta) e provare a programmare il futuro, in maniera più efficace di quanto fatto fin qui. Dopo sette anni, d’altronde, è un desiderata più che auspicabile.

 

Oggi scende al Dall’Ara il Torino, di quel Ivan Juric, figlio della dottrina gasperiniana, che ha rivoltato quel Torino tremebondo e incapace visto la passata stagione, con rischi anche di retrocessione. Questo Torino, dopo la cura Juric, ci sopravanza (per quanto di un solo punto), è rimasto a lungo senza il “suo Arnautovic” (Belotti) per infortunio e ha perso per strada qualche punto, cosa che gli avrebbe permesso di avere la salvezza matematica già a marzo. Quindi un match probante per la squadra del tecnico rossoblù, con una squadra di pari levatura tecnica. Almeno sulla carta.

Dal canto suo Mihajlovic, senza Dominguez (lo rivedremo, forse, a maggio) e Arnautovic (lo rivedremo domenica prossima), si affida ad alcune certezze e a qualche incognita: che si scelga il  3 4 3 o 3 5 2 che dir si voglia, sarà la prestazione di Soriano a fare la differenza (imprescindibile l’anno scorso, ancora alla ricerca di una precisa collocazione in campo in questa campionato) che, arretrato sulla diga di centrocampo, dovrà cantare e portare la croce, lasciando spazio in avanti ad altri interpreti. Già ma quali ? Nel 3 4 3 Orsolini, Barrow e Sansone, mentre nel 3 5 2 uno dei tre si dovrebbe accomodare in panchina insieme al redivivo Falcinelli e al giovanissimo Raimondo, che potrebbe avere una chance colossale di quelle che, se sfruttate bene, potrebbe aprirgli la strada della prima squadra, in maniera stabile dalla prossima stagione, viste le aspettative che si ripongono sull’attaccante ex Cesena.

In difesa l’unico dubbio si erge fra l’utilizzo di Soumaoro (più difensore) e Bonifazi (con maggiori qualità al piede e abilità di impostazione), invariato il resto (Medel, Theate e Skorupski).

Ma quello che, secondo noi, dovrebbe essere l’altro valore aggiunto insieme a Soriano, imprescindibile per questo Bologna, è Mattias Svanberg, lo svedesino tuttocampista, capace, insieme al ritrovato Schouten, di fare cerniera e portare pericolosità, allo stesso tempo, in area granata. La sua presenza è necessaria, utilizzando quel 3 5 2, dove le fasce saranno presidiate da De Silvestri e Hickey. Con buona pace di Aebischer, che ad oggi rimane un’incognita, almeno fino a che la condizione piena non verrà ritrovata.

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