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EuropaCalcio.it – Intervista a Lorenzo Morosini – 2 ott
Ancora una bellissima esclusiva targata EuropaCalcio: oggi vi mostriamo un’intervista a Leonardo Morosini, giovane talentuosissimo giocatore del Brescia, fra un mese esatto di scena al Dall’Ara con le Rondinelle. Grazie ad EuropaCalcio e buona lettura.
Ricambio generazionale, quello che in Italia tarda ad arrivare. In molti settori, quasi tutti, i giovani faticano ad emergere. Questo accade anche nel mondo del calcio, dove nell’ultimo decennio i talenti italiani stanno trovando sempre più difficoltà a dire la loro. Le qualità non mancano ed andrebbero sfruttate al massimo. Qualche ragazzo che però pian piano si sta affermando c’è, ed uno di questi è sicuramente Leonardo Morosini, trequartista classe ’95 del Brescia, che in questa stagione si sta confermando come uno dei volti più interessanti del campionato.EuropaCalcio.it l’ha raggiunto in esclusiva, ecco le sue dichiarazioni:
Questa con molta probabilità sarà la stagione della tua consacrazione in Serie B, dopo gli sprazzi di partite alle quali hai preso parte nella scorsa annata. Ti senti pronto a questo definitivo salto nel calcio dei grandi?
“Questo è il mio primo vero anno in B e in generale tra i professionisti. Sono uno tra i giocatori più giovani della categoria, ma il calcio italiano tende quasi a rifiutare i giovani, e tanti Primavera hanno difficoltà a trovare spazio anche in Lega Pro. Per quanto mi riguarda ho un’opportunità d’oro a Brescia per mettermi in mostra e cercherò di sfruttarla”.
Secondo te a cos’è dovuta questa sorta di “paura” nel lanciare i nostri giovani di 19-20 anni in Serie A, ma anche in B? Perché si continua a preferire lo straniero di turno? Eppure la tradizione calcistica italiana ha pochi eguali al mondo…
“È un tema secondo me molto caldo, sul quale non bisogna sbilanciarsi né in un senso né nell’altro. Ci sono realtà italiane dove i giovani sono penalizzati dalla poca fiducia che hanno in loro gli addetti ai lavori, che non li buttano nella mischia. Diciamo che non vogliono osare. Ci sono anche casi dove un ragazzo è un fenomeno già prima di giocare, ed un ragazzo così viene troppo esaltato e poi in campo non ripaga le aspettative. Il rapporto del nostro calcio con i giovani è davvero squilibrato, ma questo squilibrio è proprio del calcio italiano e non riguarda solo i giovani”.
Chi è il calciatore più forte contro il quale hai giocato fino ad ora in Serie B e che quindi tu pensi meriti palcoscenici diversi?
“In primis vorrei dire che a mio avviso è un onore giocare in Serie B, un sogno che non va sprecato. Personalmente devo ancora migliorare tantissimo e fare bene in questa categoria. Ho avuto modo di vedere diversi buoni giocatori, quelli che più mi hanno impressionato sono sicuramente Siligardi del Livorno, Cerri del Lanciano, Taddei del Perugia e Belotti su tutti.
C’è un giocatore a cui ti ispiri in particolar modo?
“Da trequartista ho sempre amato i giocatori di fantasia. Il calcio moderno è molto più tecnico e fisico e di conseguenza i trequartisti puri stanno pian piano scomparendo. Il mio modello dentro e fuori dal campo è sempre stato Roberto Baggio”.
Quali sono gli obiettivi per questa stagione?
“Il nostro obiettivo è la salvezza in quanto fino a luglio abbiamo anche rischiato di non iscriverci al campionato. Siamo una squadra di giovani e quindi l’obiettivo minimo è quello. Poi sappiamo che Brescia è una piazza che ama sognare, per cui chi vivrà vedrà”.
Dove ti vedi tra qualche anno? Hai qualche aspirazione in particolare?
“Mi piacerebbe fare un’esperienza all’estero, dove penso sia il futuro. Inghilterra e Spagna su tutte”.
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