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EuropaCalcio.it – Intervista a Riccardo Mancini, Monsieur League 1 su Fox Sport – 13 gen

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Nonostante i drammatici e luttuosi eventi di Charlie Hebdo della settimana scorsa, la Ligue 1 non si è voluta fermare, per dare una risposta concreta contro il terrorismo ed ogni forma di violenza. Ne parliamo grazie ad una interessante intervista esclusiva concessa ai Nostri amici di Europa Calcio.it, a colui che è la voce della Ligue 1 su Fox Sports: Riccardo Mancini. Ecco quello che ci ha raccontato.

 

Domenica è iniziato il girone di ritorno, che campionato è stato fino ad ora? “È stato un campionato inaspettato e sorprendente. Il Marsiglia è in testa meritatamente perché è stata la squadra più continua e costante. Le altre sono in corsa e, ad oggi, hanno tutte le stesse chance di arrivare al titolo. Sulla carta il PSG resta la favorita numero uno, ma questo campionato ci sta insegnando che a fare la differenza possono anche essere stimoli e motivazioni.”

 

Un campionato molto equilibrato che sta mostrando spettacolo, c’è una squadra che ti ha colpito in particolare? “Quasi scontato dire il Lione. Più della metà dei ragazzi della sua rosa provengono dal settore giovanile, il migliore in tutta la Francia. E qualcuno, anche da noi in Italia, dovrebbe prendere qualche appunto. Giocano un calcio piacevole, frizzante e spettacolare. E poi sono li, ad infastidire le grandi”.

 

La Ligue 1 è il torneo più giovane d’Europa, chi sono gli elementi più interessanti che stanno emergendo? “Ce ne sono veramente tanti. Dalle grandi alle piccole, tutte hanno talenti emergenti. Oltre a Lacazette, che è un classe 91 e che ormai conosciamo tutti, il Lione può contare su Nabil Fekir, due anni più piccolo, seconda punta algerina molto promettente e su Jordan Ferri, classe 92, nel giro della Nazionale Under 21 della Francia e centrocampista in grado di ricoprire più ruoli. Come non citare poi i vari Rabiot (’95 del PSG), Origi (’95 del Liverpool in prestito al Lille) e Mendy (’94 del Marsiglia), a mio avviso già tutti molto vicini alla definitiva maturazione”.

 

Al comando, a sorpresa, c’è l’Olimpique Marsiglia, possiamo definirlo un capolavoro di Bielsa vista la situazione non facile della società? “Possiamo definirlo un mezzo miracolo. Non dimentichiamoci che lo scorso anno gli stessi giocatori che ora guidano la Ligue 1 sono arrivati, tra mille difficoltà e critiche, al sesto posto. In tanti dovevano partire e invece quasi tutti hanno creduto nel progetto Bielsa. La società che hanno alle spalle non garantisce un futuro solido alla squadra ma le novità che potrebbero presto arrivare su quel fronte avrebbero la capacità, secondo me, di far risalire il Marsiglia nel calcio che conta. Anche a livello europeo”.

 

Altra squadra che sta facendo molto bene è il Lione, si può dire che la scelta dipuntare sui giovani sta pagando? “Per il momento sta pagando, ma il merito va ricercato soprattutto nella preparazione e nella cura dei dettagli. L’academy lionese è la più fiorente e i risultati parlano per loro. Sistemando qualcosa in difesa, hanno una squadra completa in tutti i reparti. Possono fare molto bene per diversi anni se riusciranno a mantenere intatto lo scheletro che hanno costruito fino ad oggi.”

 

Chi invece sta deludendo è il Paris Saint Germain, praticamente mai al comando e molto discontinua nei risultati, distratta dalla Champions o giocattolo rotto? “Entrambe le cose. Non è un segreto che il vero obiettivo di Al Khelaifi sia la Champions League ma, oltre a questo, credo che a “distrarre” il Psg ci siano soprattutto le tante, troppe fratture interne allo spogliatoio. Servirà una mezza rivoluzione secondo me. Per rinfrescare entusiasmo e ambizioni.”

 

Come si risolveranno i casi Lavezzi e Cavani a quali ripercussioni potranno avere? “Credo che per entrambi, a questo punto, la cessione sia inevitabile. Farebbe bene a loro che non sono più contenti a Parigi, farebbe bene anche alla squadra che avrebbe meno tensione all’interno dello spogliatoio.

 

Il Monaco, dopo un avvio al rallentatore sembra in ripresa, potrebbe inserirsi anche lei nella lotta scudetto? “Non credo. Sono partiti con il freno a mano e non hanno una squadra attrezzata per competere con le altre tre. Credo che anche Rybolovlev abbia altri obiettivi in questo momento e sia concentrato su altro.”

 

Le squadre francesi, tuttavia, hanno mostrato grosse difficoltà in Europa con sole tre squadre su 6 ad essere ancora in corsa (PSG, Monaco e Guingamp) ed eliminazioni clamorose come quelle del Lilla e del Lione ai preliminari, credi che il calcio francese sia ancora lontano dai livelli dei principali tornei europei? “Il calcio francese è un calcio in crescita e non credo sia così lontano dai principali tornei europei. La gioventù è il futuro di questo sport e loro sono stati tra i primi a capirlo. Si gioca un calcio veloce e piacevole da vedere, secondo me più divertente rispetto a tanti altri campionati, come quello spagnolo.”

 

In zona salvezza c’è molta bagarre, facile aspettarsi incertezza fino alla fine? “Sarà una lotta decisamente più aperta rispetto allo scorso anno. Non ci sono squadra nettamente più indietro rispetto ad altre, quindi ne vedremo delle belle anche in quella parte di classifica.”

 

Quali calciatori vedresti bene in Italia? “Adesso mi gioco il jolly…vedrei molto bene Jordan Vertout, centrocampista e trequartista del Nantes, classe 1993. Giocatore completo a mio avviso. Quantità e qualità, sa calciare da fuori con entrambi i piedi, garantisce tra i 5 e gli 8 gol a stagione, può giocare sia davanti alla difesa, sia da esterno di centrocampo che da fantasista dietro ad una o due punte. Attenzione, perché a lui si stanno interessando già almeno un paio di club italiani. Inoltre aggiungerei Paul Ntep, altro ragazzo molto talentuoso. Velocità supersonica e tecnica ben al di sopra la media. Esterno alto da 4-3-3, sta facendo la differenza con la maglia del Rennes e potrebbe farla in qualsiasi club europeo di alta fascia. È un 92, ha segnato 6 gol e regalato 5 Assist finora: viene già considerato il nuovo Gervinho.”

 

Da esperto del torneo francese, come hai giudicato il rifiuto di Gonalons di approdare al Napoli? “Ha dimostrato che esistono ancora giocatori attaccati alla maglia e alle proprie radici. Il Napoli gli offriva un contratto più oneroso e ambizioni diverse rispetto a quelle del Lione. Ma Gonalons ha preferito portare avanti il suo credo e la sua fede: è cresciuto con quella maglia e non ha voluto abbandonarla nel momento di più grande difficoltà, soprattutto a livello societario. Detto questo, il capitano del Lione farebbe comodo a diverse squadre italiane.”

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