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FOCUS: Gianluca Sansone, il mancino che già fa sognare il “Dall’Ara” – 02 feb

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È stato il primo acquisto della nuova era del Bologna, firmando il 7 gennaio e bagnando l’esordio con una splendida rete su punizione. Scopriamo insieme chi è Gianluca Sansone, il nuovo partner di Cacia nell’attacco rossoblù.

La fiducia, per alcuni calciatori, è tutto. Mettete un giocatore dalle qualità discrete in un contesto dove si sente importante e il suo rendimento potrebbe andare ben oltre le più rosee aspettative; viceversa, prendete un giocatore di buona qualità, mettetelo in una squadra dove è uno dei tanti e dove magari l’allenatore non lo vede proprio ed ecco che si potrebbe parlare di bidone anche se magari non è proprio così.

Il trasferimento di Gianluca Sansone, primo acquisto dell’era-Corvino nel mercato di gennaio 2015 del Bologna, non ha fatto il rumore che avrebbe dovuto. Eppure le qualità di questo giocatore sono indiscutibili, e solo nelle ultime stagioni non sono state espresse compiutamente. I motivi? Scarsa fiducia nelle sue capacità, una titolarità mai acquisita, una versatilità tattica che più che essere un pregio ha finito per essere un handicap. Perché anche se questo mancino di talento, rapido e abile nel dribbling e dotato di un tiro micidiale in corsa o da fermo, sa giocare in quasi ogni posizione dalla trequarti in su, questa capacità ha finito per emarginarlo dalle partite che contano, riducendolo ad essere considerato tuttalpiù una soluzione da tentare negli ultimi minuti di gara. Invece, nel giusto contesto e con la fiducia dell’ambiente che lo circonda, il ragazzo può fare la differenza e la sua storia lo dimostra.

Nato a Potenza e cresciuto in alcune squadre locali, Gianluca Sansone – come il nuovo compagno di squadra Mancosu – è un bomber che si è fatto da se, partendo dai gradini più bassi della scala calcistica, macinando chiliometri su impolverati campi di provincia prima di avere la giusta occasione. Dopo un esordio convincente, appena maggiorenne, nell’Eccellenza Abruzzese con la maglia del Montorio 88 – squadra di bassa classifica in cui si fa notare segnando 8 reti in 30 partite – la stagione successiva il giovane attaccante è nella rosa del Pescina, che è stato promosso proprio in quella stagione in Serie D e che lo ha incrociato in campo restandone colpito. La squadra è ambiziosa, Sansone ne è una delle stelle e in maglia avezzanese coglie i primi successi. All’esordio tra i dilettanti ripete i numeri avuti al Montorio – 30 gare, 8 reti – contribuendo in modo significativo alla promozione in C2 dove, nella stagione 2007-2008 il Pescina da neo-promosso si classifica addirittura secondo, venendo però eliminato ai play-off validi per la promozione in C1 dallo sfavorito Celano.

Pur avendo mancato la promozione sul campo, per Sansone si schiudono finalmente le porte del calcio che conta: a 21 anni il suo nome è sulla bocca di diverse squadre di Serie A, che lo hanno notato come uno degli elementi migliori della C1: non solo gol, ma rapidità, dribbling e personalità. Il Siena ci crede più di altre squadre ben più blasonate e lo ingaggia, ma quando la favola sembra pronta per cominciare qualcosa non va per il verso giusto: in un’amichevole con il Parma a settembre Gianluca si rompe il legamento crociato del ginocchio sinistro, un infortunio tremendo. I tempi di recupero sono stimati nell’ordine dei sei mesi, in tempo per disputare le ultime 10 partite della stagione nel Gallipoli in Prima Divisione (ex-C1) dove nel frattempo è andato in prestito: la squadra convince – raggiungendo una storica promozione in B – Sansone molto meno, non trovando nemmeno una volta la rete. Il Siena non si fida, vuole vederci più chiaro sulle qualità di un ragazzo che ha appena subito un così grave infortunio: la stagione successiva è ancora Prima Divisione, in prestito al Lanciano, e stavolta il risultato è opposto rispetto all’anno precedente. La squadra si piazza solo tredicesima, ma Sansone torna ad essere Sansone: 25 partite, 6 reti, un futuro ripreso in mano. Non abbastanza per riprendersi la A con il Siena, però: nel giugno del 2010 finisce in compartecipazione al Frosinone, in Serie B. È una grande occasione che Sansone, ormai completamente ristabilitosi, non manca: ben 10 reti, che non bastano a salvare i laziali ma che convincono il Siena a riprenderlo in squadra.

In Toscana però questa punta che comincia finalmente a farsi un nome si ferma poco: lo vuole il Sassuolo, che lo acquista ancora in comproprietà. Gli ambiziosi nero-verdi vogliono la Serie A dopo alcuni campionati in chiaro-scuro, Sansone è scatenato e diventa la stella della squadra allenata da Fulvio Pea: giostrando intorno alla punta centrale Richmond Boakye, segna subito all’esordio contro la Nocerina e da lì comincia un’incredibile sequela di gol. Impressiona, questo giocatore mai visto così forte, segnando di rapina, con tiri da lontano e su calcio piazzato, con le punizioni che diventano un marchio di fabbrica. A fine stagione sono ben 20 le reti realizzate, che gli valgono il terzo posto nella classifica cannonieri dietro Ciro Immobile e Marco Sau, che però a differenza sua sono punte d’area. Il terzo posto è anche quello che centra il Sassuolo, che manca la promozione diretta per appena 3 punti e deve giocarsi la Serie A ai play-off: i neroverdi vengono però clamorosamente eliminati subito dalla Sampdoria, che si è qualificata all’ultimo tuffo e che alla fine sarà promossa. Nella gara d’andata Sansone si vede neutralizzare un rigore, che avrebbe potuto col senno di poi risultare decisivo, dal portiere blucerchiato Da Costa, da poco ritrovato come compagno in rossoblù.

Ancora una volta, però, quello che a Sansone sfugge sul campo arriva grazie al mercato: proprio la squadra salita in massima serie precedendo il Sassuolo, il Torino, lo vuole nel proprio organico e ne acquista la metà del cartellino proprio dai nero-verdi. L’esordio in Serie A arriva proprio contro il Pescara, l’altra squadra promossa nella precedente stagione: Sansone subentra a Rolando Bianchi, che pochi anni dopo sarà tra i responsabili della retrocessione del Bologna. Siamo nel 2012, Sansone ha 25 anni ed è stanco di perdere tempo: non convince, neanche il Torino lo fa, dopo qualche panchina chiede la cessione e a gennaio finisce proprio alla Sampdoria che lo ha fermato ai play-off l’anno prima. I blucerchiati restano estasiati dal suo esordio (3 a 1 contro la Roma) dove Sansone prima serve a Estigarribia la palla dell’1 a 0, poi raddoppia su punizione, infine chiude la gara con un preciso cross per la testa di Mauro Icardi. La stagione prosegue benino, anche se il giocatore comincia ad essere sballottato in varie posizioni di campo e segna solo un’altra rete. La stagione successiva continua su questa falsariga, con Sansone che gioca subentrando spesso dalla panchina o finendo per fare l’esterno di centrocampo, sopravanzato nelle gerarchie dai vari Gabbiadini, Edèr e Maxi Lopez. La fiducia intorno a lui è calata, il nuovo tecnico Mihajlovic lo vede al massimo come una buona riserva: non basta, non può bastare. A gennaio arriva il trasferimento al Bologna, che ha bisogno di un partner di qualità per Daniele Cacia.

Uno che sappia come si fa gol, ma anche come si serve un assist. Un esperto di calci piazzati, capace di risolvere una partita difficile con un episodio. Sansone, del resto, vuole ricominciare a correre e tornare ad essere una stella e non uno dei tanti: il 12 maggio compirà 28 anni, un’età in cui si può essere ancora protagonisti se si trova la propria dimensione, la giusta piazza, il giusto feeling con allenatore e compagni. Ecco quale sarà la forza di questo giocatore per i rossoblù: qualità e determinazione. Può essere l’ultima grande occasione, ma il grande calcio vissuto da protagonisti è lì dietro l’angolo, distante giusto qualche partita. Bologna lo sa, Sansone pure. Adesso tocca a lui.

 

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