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Forcing – Beccantini: “Non mi aspettavo un Bologna terz’ultimo. E con la Juve è una partita secca…”

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In occasione del match di Coppa Italia tra Bologna e Juventus, abbiamo intervistato Roberto Beccantini, penna bolognese dal cuore bianconero, per un parere sulle due squadre che andranno ad affrontarsi.
I padroni di casa scenderanno in campo consapevoli di sfidare un avversario che definire ostico sembra poco, ma “Beck” non si fida delle partite dopo la sosta e – soprattutto – della partita secca. Si è visto, in settimana, come le varie Coppe nazionali abbia già avuto vittime illustri, Liverpool su tutti.
Dal canto proprio, la Juve può vestire, metaforicamente, i panni del medico nei confronti del Bologna-paziente…

Roberto, inizierei con una domanda “presente” sul Bologna: si aspettava la squadra in questa posizione, dopo il girone d’andata? E come sta operando sul mercato, dopo gli acquisti di Sansone e Soriano?
“No, non me l’aspettavo. Nella mia griglia di agosto, il Bologna occupava la tredicesima posizione: forse ero stato troppo ottimista, ma che potesse ritrovarsi dopo il girone d’andata in una situazione così critica, questo no. Per quanto riguarda il mercato di gennaio, non a caso si chiama ‘di riparazione’, quindi non è che si possa scegliere ciò che uno vorrebbe, ma quello che il panorama offre. Tutto qua: non mi aspetto miracoli da parte della società”

In che posizione del campo andrebbe a riparare di più la situazione?
“Chiaro che, se non ho fatto male i calcoli, l’attacco è il terzo peggiore, dopo Frosinone e Chievo. Beh, il Bologna ha trovato Santander, Orsolini, ora ha preso Sansone, c’è Destro,… Ecco, Mattia Destro è uno di quei giocatori che ha tracciato un confine più modesto di quanto ci si potesse aspettare.
Tuttavia, lavorerei molto nella fase di difesa e centrocampo perché – oggettivamente – il Bologna non mi sembra una squadra che giochi peggio di tante altre che si trovano dalla cintola della classifica in giù, sebbene mi sembri più fragile”

Lei ha nominato Destro, la cui situazione è un po’ particolare, nonostante l’arrivo di Inzaghi sembrava potesse rivitalizzarlo. Cosa farebbe con lui, in questa sessione di mercato?
“Mah, guardi, io non sono procuratore o un dirigente. Io sono solo un giornalista, al quale – tra parentesi – il mercato non è che esalti, anzi, tutt’altro. Avendolo in rosa, lo terrei, anche se capisco che di anno in anno l’avviso di esplosione sembra rimandato. Oggi come oggi, me lo dica lei, non so che tipo di mercato possa avere un giocatore come lui: un ex grande promessa”

Assolutamente: Destro è stato pagato 10 milioni nel 2015, quindi il Bologna rischia una minusvalenza incredibile. Per quello le chiedevo se fosse meglio farlo giocare o…
“…il problema di Destro è che Santander pare essere una delle poche sicurezze di questo Bologna. Mattia mi sembra più di manovra rispetto al Ropero, ma serve che il Bologna faccia un salto di qualità nel carattere. Non deve compiere un’impresa titanica, non deve vincere lo Scudetto e metterne dietro 19: gliene basta mettere dietro tre, però deve sbrigarsi”

Chi deve vincere lo Scudetto è, invece, la Juve, che con gli acquisti di quest’estate e Ramsey sta facendo di tutto per trionfare anche in Europa.
“Sa, con Ronaldo la Juventus ha compiuto un’operazione anche storica, sotto il profilo aziendale. I bianconeri prendevano Michel Platini a 27 anni, mentre ora prende Cristiano a 33. Perché? Per l’ossessione Champions. Andrea Agnelli ha puntato tutto su questo fronte, vediamo come andrà a finire perché non è detto che con Ronaldo la vinca necessariamente.
Quanto a Ramsey, non è sicuramente un giocatore modesto e penso che possa far compiere salti di qualità, siccome in giro di fuoriclasse ce ne sono pochi”

Visto che non le piace parlarne (e viverlo), la tolgo dal mercato. Ritornerei in tema Bologna: dopo tutto quello che è successo nell’ultimo mese, tra croci e comunicati, la dirigenza come affronta i prossimi sei mesi?
“Lì ci vorrebbe un presidente più presente, scusi la cacofonia. Io sono nato e andato via presto da Bologna, ma so che è sempre stata una città lontana da questi eccessi. Vero anche che i tempi cambiano, il web s’infuria e si arriva al fatto di queste ignobili croci. Parliamo di una minoranza, sia chiaro, ma tutte insieme – aggiungendo anche quelle del razzismo – arrivano a una maggioranza.
Qui c’è bisogno che Saputo ci metta la faccia e, come si diceva una volta, ‘fare quadrato’, sperando poi arrivino i risultati: il futuro del Bologna, terz’ultimo, è molto complicato”

Infatti, tra Spal e Frosinone, ci vorrebbero minimo quattro punti…
“Sì, sì. Lo scriveva anche Civolani nel ‘Corriere dello Sport’ e sono d’accordo. La situazione è seria, anche se non immaginavo potesse scivolare così in basso. Io l’ho visto solo in TV e mi ha dato l’idea di essere una squadra non particolarmente più debole di altre, ma fragile: esce, ogni tanto, dalla partita e fatica a rientrarci. Il rigore col quale ha buttato via la partita di Reggio Emilia col Sassuolo è proprio un segno dei tempi, che si aggiunge a tanti altri che portano alla classifica che stiamo compiangendo”

Inzaghi ha portato lo stesso gioco che proponeva a Venezia, ma la Serie A è nettamente un’altra categoria.
“Eh, lo so. D’altra parte, lui è stato buttato allo sbaraglio, al Milan, dalla Primavera alla prima squadra: passo troppo grande. Questo sembrava un passo più razionale, però sa… Io credo anche che gli allenatori, oggi, sicuramente contano, però…contano troppo! Per cui i giocatori vanno in campo con l’alibi incorporato, siccome sanno che – se la squadra va male – salta il mister. Non dico giochi contro o peggio, tuttavia…”

…ci avviciniamo.
“Sì, prenda ad esempio la Juve. Se vince, merito di Cristiano: è già scritto. Questo credo non è ribaltabile e rende più difficile l’obiettivo”

Allora tiriamo in ballo Allegri. Lui è andato via dal Milan e sembrava essere la causa dei rossoneri, ma alla Juve ha fatto meglio di Conte.
“Il calcio è diventato universale, grazie al web e le televisioni, e molti juventini stessi discutono il gioco di Allegri. Lui è un gestore, non un creatore come Arrigo Sacchi o Pep Guardiola. Ho sempre l’impressione che possa giocar meglio, ovvero che la Juve debba riproporre lo stesso gioco offerto all’Old Trafford per un’ora. Alla fine, siamo sempre qua. Per alzata di mano, siamo tutti ‘prestazionisti’, ma quando andiamo in cabina e prendiamo la matita in mano diventiamo ‘risultatisti’. Questo è il punto”

Le faccio l’ultima domanda, quella più scontata: che partita si aspetta tra un Bologna in difficoltà e una Juve sicura dei propri mezzi?
“Innanzitutto, devo dire che sono felice perché c’è uno squarcio, siccome si gioca sul campo della squadra più debole. Seconda cosa: la lunga sosta, mai da sottovalutare. Terza cosa: il pronostico, più orientato di così si muore, però, quarta cosa: è una partita secca. Abbiamo avuto proprio fior di esempi in questi giorni: il Marsiglia eliminato dalla squadra di dilettanti, Leicester e Fulham eliminati da squadre di quarta serie e il Livepool fatto fuori dai Wolves. Incollando tutti questi dettagli, è chiaro che per la città – anche se il periodo non è proprio indicato – potrà essere una bella occasione, e per Inzaghi sarà importante riprendere in mano la situazione in vista della cavalcata finale. Insomma, è anche un vantaggio se torni dalle feste e affronti un grande avversario. E’ come un medico che chiede al paziente come sono le gambe, com’è la testa e – soprattutto – il gioco”.

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