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Bologna

Gli avversari: il Pescara

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Domenica al Dall’Ara arriva il Pescara di Giovannino Stroppa, una carriera ottima da giocatore , cresciuto e affermatosi con il Foggia di Zeman, maestro di calcio  da cui  Stroppa oggi ha preso moltissimo delle sue idee tattiche anche se come vedremo, nelle ultime settimane, è ritornato a proporre calcio con una maggiore attenzione alla fase difensiva.
Correva l’anno 1979, andavo allo stadio da poco più di due anni, restavo immobile e a bocca aperta quando entravano le squadre e gli altoparlanti annuciavano una delle più famose pubblicità del prepartita  “Nicoletti, Nicoletti, Nicoletti “, con le coreografie e i tamburi che ritmavano il tifo in quegli anni.
Ricordo che quella domenica, non giocava il Bologna, ma un Pescara – Monza, partita valevole per il campionato di serie B, ma il cui risultato poteva aprire le porte della seria A.
Se provate a chiudere gli occhi insieme a me e proviamo a ritornare a quella domenica, di colpo ci appare un “Comunale” completamente di un solo colore, perché quel giorno, non posso più scordarlo, c’erano 40.000 bianco azzurri nella nostra cattedrale. Una presenza che metteva i brividi, soprattuto se si pensa che quella cifra rappresentava un terzo degli abitanti di quella città. Nella mia memoria, Pescara Bologna significa anche una soffertissima vittoria salvezza con gol di Alessio, quando sulla Nostra panchina sedeva Maifreidi al suo primo anno, ma anche un gol clamoroso di Rebonato che con una girata al volo sotto la San Luca mi mandò a casa in lacrime. Per loro fu un’altra promozione con il “maestro ” Galeone in panchina.
Amavo calcisticamente parlando quel modulo di  gioco e alcuni suoi interpreti come  Leo junior e Baka Sliskovic, uno slavo che fumava 40 paglie al giorno e beveva due bocce di vino,ma con un tocco di palla da vero campione.
Oggi il Pescara è “cucito” da Stroppa, che alla prima sua esperienza in Seria A, ha già rimodellato il gioco della squadra,  perché questo tecnico, zemaniano fino al midollo, era partito, seppur con una squadra rivoluzionatissima, per giocare il classico 433 del Boemo.
Giovanni ha 44 anni e ha allenato di recente il Sud Tirol, l’attuale squadra di Riccardo Pasi ( di cui potete vedere l’intervista e la storia all’interno della rubrica “Quando Pietro (forse) non torna indietro”), in lega Pro dove fa molto bene finendo credo settimo.
Mi aveva incuriosito molto quando in estate come il suo predecessore famoso per le ripetute nei gradoni fece correre i suoi ragazzi nei campi di fieno!
Decide per tutta estate di portare avanti le idee boeme, ma non avendo i campioncini in erba di Zeman ma solo un manipolo di calciatori, per lo più sconosciuti da assemblare, si rende conto delle difficoltà a cui poteva andare incontro.
Quindi dopo due prestazioni nelle prime due partite di campionato, la prima contro l’ Inter buona come gioco ma  pessima come risultato ed una col Torino pessima su entrambi i fronti, da circa sette giorni sta provando un nuovo schema che prevede molti uomini sopra la palla in fase di possesso, ma anche due dighe sempre bloccate, in fase di non possesso , quel  4231 che poi spiegheremo meglio con gli interpreti.
La prima partita del post 433, quella con la Sampdoria,  ha avuto una sorte analoga, sempre con 3 gol al passivo, ma attenzione dal punto di vista gioco si sono visti molti miglioramenti .
In porta gioca Perin, ex Padova e ora proprietà  del Genoa, un ragazzo veramente dal futuro assicurato. Sugli esterni un trenino come Zanon e a sinistra gioca una nostra vecchia conoscenza Modesto, mentre i i due centrali saranno Terlizzi, che ha scontato la squalifica e, se recupera, Romagnoli  o Cosic. In mezzo i due centrali di centrocampo, la diga Biancazzurra, sono Cascione e Colucci, coppia molto lenta ma che dispone di una grande esperienza con capacità importanti nell’inserimento in zona gol. 
Poi ci sono tre trequartisti,uno inventato Balzano che ha sempre, anche con Zeman ,giocato da esterno basso, ma che Stroppa sta provando a far giocare più avanti vista la velocità di corsa,poi  il vero fuoriclasse della compagine QUINTERO e  WEISS o JONATHAS, ex Samp.
Punta unica e già killer dell’Inter ,uno che anche Zanzi avrebbe voluto, il croato VUKUSIC, domenica tra i migliori, sempre immarcabile e il più pagato dal sodalizio Abruzzese, con un esborso di circa 2 milioni.

Questo modulo, che ricordo usato nel 1988 dalla Francia di Jacquet che vinse il mondiale,  ha un suo perchè solo se hai giocatori che sanno muoversi senza palla.
Per questo chi adotta il 433, si trova poi a suo agio nel 4231 molto simile per alcuni movimenti che analizziamo insieme:

caratteristica comune è l’avere nei due centrali di centrocampo resistenza e forza, ma anche velocità nel lanciare il compagno, mentre i tre quarti devono sapersi inserire a turno e fare movimento continuo per trovare quegli spazi che il centroavanti di solito molto prestante ( vedi VUKUSIC ) crea.
Non solo sponde e spizzate devono avere sempre una certa frequenza come i cosiddetti inserimenti dei due laterali, la cui posizione in fase di non possesso viene presa da il trequartista di turno che con uno scalaggio copre l’uomo o può anche andargli in sovrapposizione.
Un gioco quindi come vediamo che deve avere tutta una sua costruzione e non può essere improvvisato  e pertanto escludo di vedere un Pescara che farà lancio lungo a saltare la mediana, ma cercherà con possesso e corsa di metterci in difficoltà.
Pioli conosce  benissimo questo atteggiamento tattico e può decidere di fare un pressing alto esasperato dove magari il Pescara che costruisce gioco dai difensori può perdere palle importanti, soprattuto se si porta pressione vicino all loro porta.
Ricordate la palla recuperata da Perez col Novara per il gol di Acquafresca?
Ecco perché non avrei dubbi nell’inserie Perez nella formazione di domenica,perchè per questo tipo di pressing alto sarebbe l’ideale se in perfette condizioni ma così non so se, ad oggi, sia in quella forma da garantire questo tipo di partita.
Gli stessi laterali avranno un pomeriggio di tutta corsa essendo soprattutto Zanon un macinatore di chilometri in fascia molto temuto.
Vanno tenuti quindi sempre ritmi molto alti e guai lasciare spazio al loro giro palla, rischieremmo di subire troppo, anche perché consideriamo pure che abbiamo due centrali molto forti fisicamente, ma che non hanno nella velocità il loro punto di forza. In mezzo oltre a Perez, l’inserimento di Pulzetti potrebbe avere una sua valenza in fase di rilancio e recupero palla, ma un Guarente, appena un po’ più mobile di quello di Roma, potrebbe inserirsi con folate improvvise e abbiamo visto come, nella partita col Milan, Tiberio abbia nel suo DNA  questa caratteristica.
Ora aspettiamo le scelte finali del Mister che secondo me ha idee molto chiare e un solo obiettivo VINCERE!

Il vostro Danieleang

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