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Bologna FC

Grandi Pensieri di Mattia Grandi

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Compitino svolto, massimo risultato con il minimo sforzo. Una pennellata da calcio piazzato di Diamanti vale la vittoria di misura sul Brescia e la conseguente qualificazione al quarto turno eliminatorio di Coppa Italia, il 4 dicembre, al Dall’Ara contro il Siena. Oggi può bastare, domani non basterà. L’avversario lombardo di turno, peraltro sensibilmente decimato in zona offensiva (out Corvia e Caracciolo, il Diamanti e il Bianchi di Brescia con le dovute proporzioni, giusto per rendere l’idea), è un cioccolatino che addolcisce l’altalenante agosto della comitiva felsinea. Serviva una vittoria, era fondamentale ottenerla, era vitale non incappare in un ko capace di gettare ulteriori ombre sulla qualità tecnica di questo Bologna 2013/2014 ancora Work in Progress. In tribuna c’è Perez, in campo non c’è Taider. L’uruguagio finisce sotto la casella IN nel calciomercato estivo emiliano, il franco algerino è già dalle parti di Melegnano nell’immaginario collettivo. La partita la risolve Diamanti, il film più o meno è quello dell’anno passato. Tutto gravita attorno al Nazionale, gioco, schemi, fantasia e goal. Appelliamoci ad una protezione divina stagionale perchè altrimenti sono guai seri. Non ci sono mica tante alternative, gli esterni greci sono ancora leggerissimi e poco ficcanti, dalla mediana spicca Della Rocca, pirotecnico Moscardelli (entrato per Kone) come seconda punta, salta l’uomo e vede la porta, non è poco. Due lampi di Rolandone Bianchi: traversa a portiere battuto nel primo tempo, clamoroso rasoterra diagonale che sfiora il montante nella ripresa, da quella zolla Gilardino fa goal. Dai lo abbiamo pensato tutti. Poi è generoso, corre e fornisce un paio di torri interessanti. In campionato, da domenica, potrebbe non bastare, anche senza condizionale. Difesa senza grossi patemi contro lo sterile attacco delle Rondinelle, Curci a referto per un paio di tuffi a favore di fotografi. Innesto di Alibec anonimo, Pazienza voglioso. I venti minuti finali di sofferenza sono catalogati da Pioli in sala stampa come fisiologici nell’andamento di un match da chiudere senza ansia molto prima. Martedì la ripresa della preparazione in vista del debutto al San Paolo in campionato contro Higuain e soci. Tutta un’altra musica. Settimanella importante anche sul fronte mercato a due week dalla conclusione delle trattative. In entrata si cerca un esterno d’attacco ed un difensore centrale per sopperire alle prolungate defezioni di Cherubin e Sorensen. Bomba Krasic che lascerei esplodere serenamente in Turchia, possibilità Grozav da vagliare cinicamente quando di colpi da sfoderare (o presunti tali) in mano ne hai uno, forse mezzo. Urge sfoltita in uscita con tanti esuberi in rosa: Abero, Gimenez, Casarini, Acquafresca (io alla fine lo terrei ma credo che i rapporti con Pioli siano al limite della sopportazione), Agliardi, Riverola & friends…in bocca al lupo a Zanzi. Cori contro Guaraldi provenienti anche ieri dalla Bulgarelli. Valutazione a meno sette dall’avvio del campionato: Bologna più scarso di quello dell’anno passato (ieri in goal Gilardino e Gabbiadini su altri lidi) che può salvarsi con due giornate di anticipo attraversando i consueti magoni annuali. Società palesemente in deficit con pianificazioni inesistenti in grado di aumentare, sensibilmente, l’asticella della zona a rischio. Puntare alla luna per rimanere tra le stelle è un mini spot pioliano da campagna abbonamenti. Una di quelle frasi che veleggia tra l’ispirazione per la nuova grafica del tattoo e la rassegna stampa della Gialappa’s Band di fine torneo. Pronunciarla significa assumersi il rischio delle conseguenti aspettative, significa avere ben nitido il valore del proprio organico indipendentemente da tutto. Massima stima nei suoi confronti, il campo, come sempre scioglierà l’arcano. Nota conclusiva per 1000 Cuori, ieri accreditato in tribuna e sala stampa. Web cronaca migliore di quella della Gazzetta (sono pronto alla sfida con la rosea, tante visite ripagano dall’ansia di prestazione generalizzata dopo tanto tempo in studio e poco allo stadio), foto, filmati, interviste, reportage e l’innata attitudine a sgavagnarsela tra cento difficoltà. Un anno fa era impensabile. Oggi con tanta umiltà si lavora, seri, coesi, con il batticuore dall’emozione ma con il sorriso sulle labbra. Ho compagni di viaggio meravigliosi, una famiglia, ieri non mi hanno fatto mancare nulla dallo stadio e da casa. In primis l’affetto, merce sempre più rara nel patinato palcoscenico odierno. Ecco il perchè di una scelta professionale ed umana. Cresceremo e cresceranno, la passione è come una famosa bibita energetica, ti mette le ali…per puntare alla luna e prendersi anche le stelle…come nelle favole!

Mattia Grandi   

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