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Grandi Pensieri di Mattia Grandi

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Alla luce del match odierno il Pescara in serie A ha la stessa logica di Alvaro Vitali nella finalissima di Mister Italia 2013. Senza un verso. Simpatico, buffo, tenero fin che vuoi ma bello, appariscente e competitivo mai. Visto che in qualche modo una sorta di selezione naturale in tutte le categorie avviene, nella massima serie calcistica gli abruzzesi, oggi, non ci possono stare. Difesa più perforata ed attacco meno prolifico del lotto, i numeri non parlano mai a caso. Gli adriatici, salvo invasione delle cavallette, non si salveranno. In caso contrario siete autorizzati a chiamarmi Cacao per i prossimi vent’anni. In soldoni, oggi il Bologna non ha fatto miracoli o imprese eroiche, ha fatto semplicemente il suo dovere. La sua selezione naturale. La squadra più forte ha vinto la partita. Spesso capita, non sempre, spesso. Poi il pallone è rotondo e non si sa mai, infatti i tre punti sono figli di un match brutto, teso, soporifero, qualitativamente scadente e con un arbitraggio pessimo. Ho avuto paura di perdere o pareggiare la partita? Sì, tantissima, troppa. Non è che le lacune del Bologna spariscono dall’oggi al domani come la barba di Moscardelli, quelle rimangono, sono li, belle evidenti. La difesa è in costante affanno, manca un faro, una guida, un uomo capace di dare sicurezza al reparto e dettarne i movimenti, le sincronie. E’ inutile girarci attorno, un goal a partita lo si subisce, a volte anche due. Poi se l’attacco risponde con un tris d’assi siamo tutti felici, contenti e vincenti. Però la solidità di un reparto è un’altra cosa e il Bologna, difensivamente, c’è lontano anni luce. La bazza qual è? Quest’anno anche con una media di 1,43 goal al passivo a giornata non si rischia nulla, anzi si allunga più cinque sulla retrocessione. Questo l’hanno capito bene anche Guaraldi e Zanzi. Se i rinforzi del Pescara si chiamano Sforzini, Sculli, Zauri e forse Kasami di che cosa vogliamo parlare? Del Siena che batte l’Inter e lotta per la salvezza? Stramaccioni è un bluff grande come una casa, i punti con l’Inter si fanno, eccome che si fanno. Il Palermo di Gasperini? Nel carrello dei bolliti e concretamente con un piede in B. Lo scoppiettante Cagliari che ridicolizza la Roma di Zeman? Una squadra con ambizioni di successo non assume Zeman, lo dice la storia, non io. Infatti il boemo il resto del campionato lo guarda, ben remunerato, su Sky. Risalirà il Genoa perché il carrello della spesa di Preziosi parla chiaro: Portanova, Manfredini, Cassani, Matuzalem, Floro Flores, Rigoni e Ballardini in panca. Taaaac. Torniamo alle cose di casa nostra. Motta a destra in fase propositiva non azzecca un cross, Morleo a sinistra ne imbrocca uno e Kone fa goal. Guarda che coincidenza. Sulla linea di mezzeria giganteggia Perez che sarebbe poi anche da clonare prima o poi. Taider continua a non convincermi, Kone è veloce e salta l’uomo, oggi, nel Bologna, un valore aggiunto. Diamanti e Gilardino (anche Gabbiadini quando c’è) sono la parte più funzionale dell’ossatura felsinea. L’attacco. Quello gira a meraviglia, 32 reti in 23 partite disputate, media da salvezza tranquilla. Gilardino vale il miglior Di Vaio? Sì, ne sono fermamente convinto, qualche procuratore lo dava per finito anche su questo sito. Una bella cappella da addetti ai lavori. De Marco & C. regalano qualche pulsazione vitale al Titanic adriatico e una sana boccata di ansia al popolo rossoblu che tanto ha il defibrillatore piantato di default nel cuore. Quanto godo per questo successo esterno? Molto meno rispetto a quello dell’Olimpico, infinitamente poco al cospetto della serata al San Paolo. Perché? Il Bologna oggi a Pescara può solo vincere. E’ una prova del nove, un test attitudinale, una semplice questione di sopravvivenza. Se un giorno capiterà il contrario me ne farò una ragione. Oggi no, non è quel tempo.

Mattia Grandi

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