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Bologna FC

IL GRILLO PENSANTE – Il bello della normalità

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Anche percorrendo il tunnel più lungo e tenebroso prima o poi comparirà quel puntino luminoso che farà accendere la speranza, il segnale flebile ma inequivocabile che la fine dell’incubo esiste e non è un miraggio. La quarantena imposta dal Covid-19, sciagura che ha democraticamente flagellato l’intero pianeta, ha catapultato l’umanità in una segregazione coatta contemplata soltanto nei film narranti scenari apocalittici che credevamo distanti anni luce dalla nostra realtà. Ed invece no, tutto è diventato tremendamente vero.

L’isolamento forzato ci ha sbattuto in faccia l’importanza di non dare nulla per scontato, il valore di tante piccole cose che nella quotidianità ordinaria scorrono in sordina ma la cui assenza rammenta quanto siano preziose…a cominciare dal contatto fisico e dalla condivisione delle emozioni, siamo un paese decisamente latino ed è trapiantato nel nostro DNA la necessità di comunicare tramite strette di mano, pacche sulle spalle, abbracci, baci. Non poterlo fare è innaturale, una tortura vera.

Questa forma carnale di affrontare la vita si proietta naturalmente anche sul gioco del calcio: il puntino luminoso in fondo al tunnel è rappresentato dalla semifinale di Coppa Italia tra Juventus e Milan (bissata il giorno seguente da Napoli-Inter) che riprende il discorso interrotto ben 95 giorni fa ma gli spalti sguarniti sono una cicatrice che impoverisce drasticamente la bellezza dello spettacolo. Niente cori, nessun boato di gioia. La riscoperta del valore (inestimabile) della componente “tifosi” balza immediatamente all’occhio, gli stadi vuoti sono cattedrali nel deserto tanto da tentare di surrogare il fuoco passionale delle tifoserie con cartelloni, registrazioni in filodiffusione e coreografie televisive posticce. Tentativi miseramente falliti ma il bicchiere è sicuramente mezzo pieno, il pallone ha ricominciato a rotolare sul manto erboso e pertanto uno dei tanti elementi “abituali” si è riaffacciato nella vita quotidiana per riavvicinarci quanto prima alla normalità.

In una stagione tanto burrascosa è quasi fiabesco il percorso di Sinisa Mihajlovic: nel Luglio scorso il fulmine a ciel sereno della leucemia ed ora, a meno di un anno di distanza, immortalato in gran forma mentre sottoscrive il suo matrimonio col Bologna fino al 2023. Esistono i periodi bui ma anche i lieti fine per fortuna. E lunedì (all’inusuale orario notturno delle 21:45) sarà comunque un successo per il coach serbo veder nuovamente scendere in campo i propri ragazzi contro l’osso più duro del campionato, quella solita Vecchia Signora a strisce che si è già scrollata di dosso un po’ di ruggine grazie al provvidenziale rodaggio della Coppa Italia. I rossoblu non giocano una partita dal 22 Febbraio e si troveranno di fronte i campioni d’Italia feriti dalla sconfitta ai rigori col Napoli, onta che ha gettato nello scompiglio l’ambiente juventino e spedito sulla graticola mister Sarri.

Superfluo dichiarare che lo scontro è impari e ripresa più accidentata non poteva esserci ma l’entusiasmo di esserci nuovamente e poterci provare è impagabile; il fattore entusiasmo gioca dalla parte del Bologna e di Bologna intesa come città intera, il sogno nel cassetto di strappare un passaporto per l’Europa non è ancora svanito e 12 partite sono una lavagna molto ampia per poter scrivere una storia indimenticabile. Tante cose difficili da superare sono accadute ma 90 minuti di pallone ci restituiscono il conforto di una vita “normale” più bella di quanto ricordassimo.

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