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Il Resto del Carlino – L’ex Pecci avverte il Bologna: “Il Toro ti aggredisce, perché quello è il timbro di Juric”

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Il lunch match di domenica prossima fra Bologna e Torino sarà una gara speciale per un grande ex di entrambe le squadre, Eraldo Pecci, ex centrocampista che iniziò la carriera da professionista proprio con il Bologna nella stagione 1973-1974. Dopo due stagioni in maglia rossoblu, Pecci si trasferì quindi proprio al Torino di Ciccio Graziani e Paolo Pulici, dove visse i suoi anni migliori e vinse lo scudetto nella stagione 1975-1976. Poi, dopo quattro stagioni alla Fiorentina e una con il Napoli, Pecci torna a Bologna, la squadra dove è cresciuto e con cui ha esordito in Serie A: ci resterà per 3 stagione, contribuendo al ritorno nella massima serie dei rossoblu. 

Intervistato da Massimo Vitali del Resto del Carlino, Pecci ci tiene a ripetere il suo mantra: “non sono gli allenatori a farti vincere le partite, in campo vanno i giocatori”. E a proposito di giocatori, non ci sarà la sfida interna fra i due bomber Marko Arnautovic e Andrea Belotti, entrambi fermi per infortunio. A tal proposito Pecci vede un involuzione dell’attaccante del Torino e della nazionale, che non riesce più ad essere determinante come prima, mentre invece sottolinea quanto sia pesante l’assenza di Arnautovic: “È quello che con la Fiorentina ti avrebbe consentito di fare tutta un’altra partita”. Parole anche per Nico Dominguez e Roberto Soriano da parte di Pecci, con il primo che, secondo l’ex centrocampista, sta facendo una grande stagione, mentre il capitano non è riuscito finora a ripetere il grandissimo campionato dello scorso anno. “Purtroppo può succedere”, dice Pecci, secondo cui il Bologna merita la posizione di classifica attuale, con 5 punti di vantaggio proprio sul Torino. Un processo naturale spiega Pecci: il Torino ha cambiato parecchi allenatori negli ultimi anni e ha dovuto anche lottare per non retrocedere, cosa che al Bologna non capita da un bel po’ di tempo. 

Inutile chiedere a Pecci un pronostico o una preferenza: “A Bologna calcisticamente sono nato e sono arrivato a fine corsa. Torino, invece, mi ha fatto diventare un ometto”. Pecci ci tiene a spiegare cosa vuol dire giocare in una squadra come il Torino, in una città dove sono la Juventus e gli Agnelli a comandare su tutto: “Il Toro invece era e resta la squadra del popolo”. Tornando alla partita di domenica, Pecci mette in guardia i rossoblu dal Torino di Juric, che definisce una squadra aggressiva, come il suo allenatore, ma che va in difficoltà quando è sotto nel punteggio. Ripensando, invece, alle vecchie sfide fra rossoblu e granata, Pecci ricorda una partita al Comunale di Bologna nel stagione 1974-1975: sulla panchina dei rossoblu c’era “Petisso” Pesaola e anche quel Bologna partì molto bene in campionato, arrivando alla 7° giornata da capolista a pari punti con la Juventus. “Poi arrivò quella partita”, dice Pecci, “doppietta di Pulici, gol di Graziani e buonanotte ai sognatori”. Sogni che, almeno per quest’anno, secondo l’ex di turno non ci saranno né per il Bologna né per il Torino, destinate ad un campionato di metà classifica fra il 7°/8° e il 13° posto. Ma, al di là di tutto, i conti si fanno a fine campionato e, come ribadisce ancora Pecci in chiusura di intervista, “sono i giocatori bravi che ti fanno vincere le partite”. 

Fonte: Massimo Vitali, Il Resto del Carlino

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