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Il Resto del Carlino – Mihajlovic si gode l’animo della squadra: “Non siamo mai morti”

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Damiano Fiorentini - 1000cuorirossoblu.it


E’ la terza rimonta di fila che il Bologna fa e la firma non può che essere di Sinisa Mihajlovic, un uomo che ha vinto la sua battaglia per la vita: “Noi non siamo mai morti”. L’ultima, quella di ieri, da un segnale forte a tutti, perché, come dice lo stesso tecnico: “Riuscirci oggi, viste le condizioni di alcuni giocatori e considerato quelli che mancavano, è stata un’impresa. I ragazzi sono stati meravigliosi”. E ha ragione. Pensate ai tanti indisponibili e a quelli che, non al pieno delle forze, sono dovuti comunque scendere in campo ad aiutare la squadra, a dare quelle minime chance in più di giocarsi una partita che ormai si poteva dare per persa. 

Invece, tutto e bene ciò che finisce bene. Nel secondo tempo sono entrati proprio quei giocatori che hanno cambiato il volto della partita, distruggendo in nove minuti le certezze della Dea di vincere. “Ma il pari e meritato. Nel secondo tempo abbiamo cambiato qualcosa e siamo riusciti a raggiungerli. E’ questo lo spirito giusto, quello che serve a partita in corso. Uno può essere decisivo anche se gioca cinque o dieci minuti, vedi Orsolini e Paz. Se vai in campo con questa mentalità può succedere di tutto”

Tutto, compreso sfiorare anche la vittoria, dopo che l’Atalanta ha dominato il Dall’Ara per settanta minuti. Settanta minuti dove per il Bologna non è stato semplice, in balia degli avversari e della sfortuna. Dijks, per esempio, uscito ancora una volta dal campo in lacrime, dove però non essersi fatto nulla di grave. Poi c’è Baldursson, dall’animo guerriero, che si è fatto un po’ intimidire dagli avversari che nel primo tempo erano più grandi e furbi di lui: “Per me – continua Sinisa – ha fatto quel che doveva fare. L’ho messo in quanto simile per fisicità e resistenza ai giocatori dell’Atalanta. Svanberg e Dominguez erano diffidati, volevo avere più scelta possibile nella ripresa”. E in effetti il vento è cambiato e da qui la differenza effettiva di avere cambi in panca con dell’esperienza nella massima serie: “Con tutto il rispetto per i ragazzi della Primavera, avere uno o due cambi di reparto facilita le cose per un allenatore”.

Con l’Atalanta si chiude quindi l’anno 2020, dove comunque alla squadra e a Mihajlovic è richiesto di fare un Bilancio: “Sono rimasto vivo in questo 2020. Non chiedevo di più – scherzando, ma non troppo -. Quest’anno non potevo chiedere di più. Chiudiamo l’anno solare con 15 punti, che per quello che abbiamo fatto potevano essere di più… Dopo la Roma le prestazioni ci sono sempre state, segno che i ragazzi rispettano il piano d’onore”.

Per gennaio la testa è rivolta più all’infermeria che al mercato: “mi aspetto di recuperare qualche infortunato. Al mercato si vedrà se c’è qualche elemento che può fare a caso nostro e se lo si potrà prendere”.

 

Fonte: M. Vitali / Il Resto del Carlino

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