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IL ROSA DEL CALCIO – INTERVISTA: EMILIA “PROGETTO LIBRA” – 17 mag

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Questa settimana la nostra giornalista Valentina Cristiani ha incontrato Emilia Siano. Emilia nasce in provincia di Salerno il 2 maggio 1984. Il suo percorso artistico comincia in giovane età, quando nel piccolo laboratorio della madre apprende le tecniche di taglio e cucito e di lavorazione del cuoio proprie della tradizione artigianale tuttora viva e fervente nel suo territorio. Si laurea in Industrial Design presso l’Università La Sapienza di Roma, con una tesi sul tema da lei privilegiato dell’autoproduzione e delle tecniche di prototipazione rapida alternative e non convenzionali. Terminata la carriera universitaria collabora da subito con studi di architettura e laboratori di prototipazione e modellazione 3D. Il contatto con macchine CNC e tecniche di lavorazione on demand, propri della produzione industriale, spingono la designer a sperimentare la combinazione di materiali come il plexiglass e l’alluminio con altri legati invece a processi di lavorazione artigianali, come il cuoio e la pelle. Nel dicembre 2010 nasce il brand “Libra”.

Grazie Emilia della disponibilità. Parlaci di te, com’è nata la tua professione artistica?

“Sono designer, ho terminato gli studi sul design circa due anni fa quando  la passione per i lavori manuali mi spinge a fare molte esperienze  in laboratori di prototipazione e modellismo a Roma. Da qui nascono molte idee ed ispirazioni per il mio progetto . Successivamente torno in provincia di Salerno dove svolgo gran parte del lavoro presso i laboratori artigianali della mia famiglia. Il progetto Libra coniuga presente e passato e da vita a prodotti ibridi in cui convivono arte, artigianato e tecnologia”.

Sei figlia d’arte. Pro e contro? Tua mamma ti ha incitato a perseguire questa professione?

“Credo che essere figlia d’arte non abbia “contro” soprattutto nel mio caso in cui mia madre è una maestra di vita , che mi ha trasmesso una passione più che un “mestiere”. Lei ha avuto un ruolo fondamentale per la nascita del progetto : oltre l’aiuto  tecnico mi ha dato  un grande supporto morale insegnandomi soprattutto a “credere in ciò che si fa”.

Che studi hai fatto?

“Dopo la maturità classica mi laureo in Industrial Design presso l’Universita degli Studi di Roma “La Sapienza”. L’obiettivo per il nuovo anno accademico è la Laurea Magistrale presso il Politecnico di Milano”.

Nel 2010 è nato il tuo brand “libra”. Raccontaci questa tua soddisfazione.

“Il  brand Libra nasce dalla voglia di esprimere il mio concetto di fare design: un design indipendente  nel modo di progettare e nella ricerca stilistica che va oltre gli schemi imposti dal sistema moda. Per me creare vuol dire esprimersi  ed elaborare in maniera assolutamente personale ciò che si studia e che si osserva: tutto ciò che è nuovo affascina ed attrae.  I risultati positivi che riscontravo con gli accessori mi hanno invogliata a coltivare il mio progetto e attualmente la collezione prevede, oltre le borse e gli abiti anche una collezione di collari e soprattutto i lavori su commissione, che sono assolutamente pezzi unici”.

A quali fiere, gallery hai partecipato?

“Le fiere a cui ho partecipato dal 2010 ad oggi sono in ordine cronologico: Moa Casa presso lo spazio dedicato ai giovani designer, Fiera dell’Artigianato di Firenze  presso lo spazio dedicato ai giovani designer emergenti italiani, Macef (settembre) presso l’area Creazione giovani selezionata tra i brand emergenti in Europa. In fine  di recente  ho partecipato al circuito del Fuori Salone di Milano presso la galleria d’arte “gli Eroici Furori” con il collettivo PiùTrame”.

 


Prossimamente dove possiamo trovarti?

“Prossimamente spero di esplorare mercati esteri come New York , Olanda e Giappone. Know How e creatività tipiche del Made in Italy sono molto ricercate all’estero ancor di più che in Italia”.

Il tuo sogno nel cassetto?

“Il mio sogno nel cassetto è quello di continuare a coltivare il mio progetto e di poter  tramandare successivamente questo antico mestiere del cucito e della lavorazione del cuoio tipico del Made in Italy. Mi piacerebbe condividere e diffondere la filosofia del Do It Yourself che ci rende liberi e spontanei nel progettare e nello scambiarsi idee grazie a blog, social network  e piattaforme open source”.

Se ti chiedessi di descriverti con tre aggettivi, quali utilizzeresti?

“Se potessi descrivermi con tre aggettivi direi che sono tenace, ambiziosa e umile: credere in ciò che si fa significa perseverare nonostante le difficoltà che si incontrano durante  la propria carriera, dunque  è fondamentale avere sempre buoni propositi  e puntare al meglio senza mai pensare di aver raggiunto il traguardo. Mettersi in discussione e confrontarsi infatti è il primo passo per evolversi nella vita oltre che nel lavoro”.

A chi è rivolto Emilia Progetto Libra? Come scegli le tue modelle ed i tuoi collaboratori?

“Il progetto Libra è rivolto a tutti i designer che auto producono e che sono manager di se stessi, a chi per scelta o condizione obbligata decide di essere indipendente nel lavoro. Il mio è un progetto individuale che però mi spinge continuamente a collaborare con nuovi team di persone.  Durante gli eventi a cui partecipo o tramite i social network  ci si incontra con professionisti tra cui fotografi e make-up artists , con cui spesso si crea una sinergia che ci spinge a condividere la nostra passione per l’arte e la moda e la musica. Non c’è alternativa migliore che incontrarsi su un set e lavorare insieme scegliendo unanimamente modelle, trucchi location e accessori”.

Dulcis in fundo, c’è una modella che vorresti vestire, una location da utilizzare o uno staff che desidereresti lavorasse per te?

“Premetto che sono molto soddisfatta delle persone con  cui ha lavorato fino ad oggi tra cui i fotografi Alessio Giuliano, Emilio Daniele, Patrizia Fusi, , Art Box e Andrea  Pede, grazie al quale Photo Vogue mi ha pubblicato un’accessorio. Se dovesi scegliere uno staff mi piacerebbe collaborare con il fotografo Tim Walker: i suoi scatti sono onirici, ricreano atmosfere pop surrealism che rimandano al mondo dei sogni e stupiscono l’osservatore che guarda con l’anima pura di un bambino”.

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