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L’Uomo della Domenica: Antonio Mirante – 12 mar

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Il Resto del Carlino


Se ieri pomeriggio il Bologna è riuscito a reggere l’urto dei nerazzurri di Giampiero Gasperini (fintantoché il fortino è rimasto in piedi, ovvero fino alla rete di De Roon), buona parte del merito è da assegnare al portiere dei rossoblù, Antonio Mirante.

In quella che doveva essere una partita dall’esito già scritto – e così è stato, in fin dei conti – i felsinei sono riusciti a contenere e a spaventare l’avversario solamente nella prima frazione, quando le gambe reggevano e la mente era lucida. Dopo, vuoi per la stanchezza, vuoi perché l’Atalanta ha iniziato a premere con decisione sull’acceleratore, il Bologna è sparito dal campo, lasciando spazio e libertà d’agire ai bergamaschi.

Dicevamo, un solo Uomo ha saputo tenere alto il vessillo rossoblù fin quasi la fine: portare a casa un punto sembrava ormai impresa insperata, visto quanto la squadra ospite, nella ripresa, ha spinto al fine di trovare il vantaggio. Ieri pomeriggio Antonio Mirante è stato l’unico, o quasi, a meritarsi un voto ben oltre la sufficienza, soprattutto dopo un secondo tempo disastroso, nel quale la truppa di Donadoni è sembrata non essere scesa in campo.

Parate decisive, sicurezza nelle uscite e calma olimpionica quando si trattava di compiere la scelta giusta: se il Mirante visto negli ultimi mesi è il lontano parente di quello ammirato nelle ultime due stagioni sotto Le Due Torri, il portiere che ieri pomeriggio ha difeso la porta rossoblù dagli attacchi orobici è, quantomeno, suo fratello.

Il passo decisivo è capire se riuscirà a mantenere questa continuità di rendimento da qui alla fine della stagione, o se i soliti errori torneranno a galla, e con essi le critiche e i mugugni.

Buona prova, a parer mio, anche del trio difensivo De Maio-Romagnoli-Helander: dove non arrivava il portiere campano c’erano loro tre, sempre pronti a rimpallare o a murare una conclusione avversaria col proprio corpo. Immolarsi per la causa versione calcistica, mi verrebbe da dire.  Con la difesa a tre, la salvezza ormai raggiunta, un qualsiasi altro obiettivo fuori dalla portata, perché non iniziare a provare i ragazzi della Primavera, così da capire su chi puntare per l’anno prossimo?

Donsah ha dimostrato, anche ieri, che il suo posto in questo Bologna è quello da titolare fisso, con buona pace di Dzemaili. Generosità, una chiusura fantastica su Gomez e tanta corsa e dinamismo, che lo portano spesse volte a incunearsi in area di rigore.

Per Bologna – Atalanta L’Uomo della Domenica è Antonio Mirante.

Ps: chiusura finale dovuta su Davide Astori. L’esultanza di Vitor Hugo ha fatto piangere più di un amante del calcio,per la sua semplicità, per la fierezza che si porta appresso, per la spinta emotiva che quella immagine ha dentro di sé. Solo una cosa mi auguro: che tutto questo, tutto questo volersi bene, questo unirsi sotto uno stesso credo continui il più a lungo possibile. Perché è questo il Calcio che mi piace.

Il calcio dove i giocatori della Juventus sono applauditi dai supporters viola; il Calcio dove i minuti di silenzio sono veri e propri minuti di silenzio. Il Calcio nel quale, finalmente, un bambino può rispecchiarsi e trovare valori perduti ormai da tempo. Facciamolo per Davide. Facciamolo per Noi. Perché ne abbiamo tremendamente bisogno.

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