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La Gazzetta dello Sport – Sabatini: “Con Sinisa volevo sfidare il mondo. Freneremo un po’ ma lui ce la farà”

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Sara Melotti


Walter Sabatini, dirigente sportivo del Bologna e del Montreal Impact, ha oggi rilasciato una bellissima intervista a Matteo Dalla Vite su La Gazzetta dello Sport. Durante il colloquio il coordinatore tecnico dei felsinei si è espresso riguardo Sinisa Mihajilovic, l’universo rossoblù, i nuovi acquisti e gli obiettivi stagionali. Sabatini ha da ultimo esternato il proprio pensiero in merito all’addio di Totti e De Rossi alla Roma (in quanto ex dirigente giallorosso), alla questione IcardiWanda Nara nonché circa utopici acquisti che avrebbe il piacere di compiere.

 

Bologna e il Bologna

«Sto ancora in hotel, ma sotto i portici. È l’essenza. Il Bologna mi fece godere nel ’64: era la squadra antagonista di tutte le big metropolitane. Ho capito meglio il tutto una volta letto Pasolini e le sue immagini da calciatore in maglia rossoblù. Sui bolognesi niente da dire. La sera dopo la conferenza Sinisa è andato a cena in collina. Vicino a lui un banchetto di duecento persone; nessuno ha avuto il coraggio di avvicinarsi e chiedere nulla. Non so so è dovuto al fatto che i bolognesi sono snob o molto educati. Propendo per la seconda ipotesi».

Resilienza

«Cosa avrei voluto fare dopo quella notizia tragica? Mihajilovic lo sa e mi conosce bene. La cosa che mi lascia dell’amaro in bocca è che con il tecnico serbo avrei voluto sfidare il mondo intero con irriverenza. Sono fiducioso su di lui, ce la farà. Ciò che serve in questo momento è la resilienza: quella che ha aiutato il club a posizionarsi trionfalmente al decimo posto. In tutto ciò vedo molto Sinisa: c’è coesione, familiarità e sensibilità».

Ho negoziato con Dio

«Resilienza del resto è una parola a me nota. Non ho mai fatto patti con il Diavolo, ma solo con me stesso. Forse perché io sono il Diavolo. Sono morto due volte in quei quaranta giorni in cui sono stato in coma.Ero a stretto contatto con una realtà sovrannaturale che però riuscivo efficacemente a contrastare; mi opponevo. Negoziavo con Dio in maniera educata, ma con furore. Mi sentivo pronto per il Paradiso. Non mi ha dato le chiavi».

Che squadra

«Stiamo costruendo una bella squadra. Sperando poi nelle integrazioni tra giocatori, non vedo perché il Bologna non dovrebbe disputare un bel campionato. Sono fiducioso; rimango nella mia bolla sperando che il problema di Sinisa si risolva velocemente. Su Skov Olsen gran lavoro di Bigon e Di Vaio».

Lacrime e obiettivi

«Abbiamo fatto cose importanti, ma ce ne sono tante altre da compiere. A Fenucci non piace gli dica che è necessario spendere (ride, ndr). Un vice-Dijks? Non si fanno squadre forti con i vice, però anche lì. Dominguez in mezzo al campo? Ha una clausola attaccabile, ma stiamo valutando anche altre opzioni. Paura che Pulgar se ne vada? Sinceramente no. Santander in Cina? Sono stati offerti soltanto dieci milioni: troppo poco direi. Si parlava di qualche interessamento dall’Inghilterra. Il sostituto potrebbe essere Manolo Gabbiadini? Personalmente lo stimo molto, anche se Sinisa ci ha chiesto di non spendere sulla punta -per la quale fa riferimento su Destro– bensì su un valido centrocampista. A proposito di Mattia Destro, mi ha sorpreso. Non l’ho mai visto così aperto intellettualmente parlando; prima era spigoloso, ma davanti al nome di Mihajilovic ha pianto».

Lui vi stupirà

«Tomiyasu sarà quello che stupirà di più, vedrete. Può giocare sia come terzo di destra o come quarto, oltre a essere un centrale puro. Denswil ha un tocco di palla morbidissimo, usa anche il destro e si trova in campo con Dijks. Se tutti i calciatori riusciranno a fornire anche solo un 20% in più dello scorso campionato allora assisteremo ad una splendida stagione».

Saputo e Impact

«Molti dei meriti vanno a Saputo il quale è stato molto coraggioso. Ha instillato coesione e stabilità. La prima volta che ci siamo incontrati mi ha detto: “Non voglio più che il Bologna si trovi in una situazione così oscena, voglio investire soldi perché la gente sia felice”. C’è un confronto quotidiano che si amplierà anche a Montreal. Ciò che di buono accadrà sarà solo per merito suo, ciò di cattivo a causa nostra. L’operazione Lappalainen sarà la prima che vedrà la sinergia tra Bologna e Impact. Si tratta di quel famoso mercato parallelo cui ho sempre accennato. Quasi da visionario, quale sono. Se non lo fossi stato la vita mi avrebbe certamente inghiottito».

Roma, Wanda, O’Ney

«Se la Juve sarà ancora la numero uno? In Europa da subito, è la volta buona. In serie A neanche parlarne. L’assenza di Totti e De Rossi? È come togliere il centro storico. Senza di loro è anche una Roma possibile: i giocatori passano. Ma la Roma senza presidente è imperdonabile. Se avessi Icardi? Troverei a Wanda un fidanzato affinché si allontani da Mauro, padre amorevole e ragazzo magnifico. Chi comprerei se avessi tanti soldi? Neymar. Il mio obiettivo è far divertire la gente, il calcio è meraviglia».

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