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Bologna

Le barriere architettoniche negli stadi – 28 Aprile

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In un momento storico in cui si stanno portando avanti moltissimi progetti di riqualificazione del Nostro Monumentale Dall’Ara, casa dei nostri colori, abbiamo voluto dare voce ad una, fra le tante, mail arrivate sul problema di accessibilità allo stadio, problematica che deve essere assolutamente  valorizzata e di cui tenerne conto all’interno dei progetti di cui sopra, per garantire la reale istanza partecipativa a tutti e non soltanto ai normodotati. Con  il  signor Piero, tifoso ultradecennale in carrozzina, condivideremo questo percorso di analisi e di verifica, perchè anche lo Stadio, come ogni struttura che contenga eventi sportivi, sia “Sempre per unire e mai per dividere”. Buona lettura a Tutti.

 

Le barriere architettoniche negli stadi.

L’efficienza psico-fisica di una persona in buon stato di salute comporta, nella medesima, un arretramento all’individualità, facendole trascurare così le esigenze altrui.

Questa regola non dispensa nemmeno i problemi dei soggetti con disabilità, che dovendosi destreggiare quotidianamente in strutture concepite da “normodotati”, spesso rimangono vittima delle strutture stesse, subendo la cosiddetta “esclusione sociale” o handicap, non potendo arrivare dove gli altri arrivano.

Questo discorso “spezza una lancia”a favore dei “normodotati”, perché è proprio la loro normalità a portarli ad ignorare il problema. E se ignorano il problema, figuriamoci se possono conoscerne le soluzioni, che esistono legalmente da ormai 25 anni.

Altra premessa, un po’ provocatoria, è l’ invito a pensare, per un momento, che la disabilità è dietro l’angolo ed in ogni momento potrebbe fatalmente e drammaticamente abbracciare chiunque, senza più lasciarlo.

Sperando di aver dato giusto rilievo al problema, è bene sapere che le soluzioni tecniche e tecnologiche a questi problemi esisterebbero, ma il condizionale è d’obbligo perché il primo ostacolo alle loro adozioni parte dalla componente individualistica della persona, richiudendo su di sé il problema.

Questa analisi apre una nuova visione sui vizi occulti della qualità della vita, suscitando anche qualche stupore quando questi veri e propri boicottaggi sociali si rilevano in ambenti socializzanti come gli stadi di calcio.

Ma quali sono le regole che omologano le soluzioni a tanti di questi problemi? Sono poche e semplici e; se osservate in fase di progettazione, non incrementano i costi e prevengono tanti limiti all’ accessibilità, costituendo, di fatto, una ricchezza culturale ed economica, perché molte più persone potranno frequentare gli stadi.

Altro problema all’accessibilità sono i limiti burocratici fuorilegge imposti dalle società che gestiscono gli stadi. Un vero calvario, tanto da far rinunciare ad andarvi.

Per vedere il nostro Bologna? Alcuni posti nei distinti per chi riesce a far le scale ed una decina di posti in una “serra” in plexiglass trasparente nel parterre sotto la Torre di Maratona. Però i posti sono gratis, così non avendo pagato non puoi reclamare, ma se anche un disabile in carrozzina volesse acquistare un biglietto ciò non sarebbe possibile, perché poi non esiste il posto.

Un esempio pratico per capire meglio? Pronto. Se un disabile, in carrozzina, si presenta all’ ingresso, non entra, perché non è “nell’elenco” e potrebbe essere in esubero rispetto ai posti disponibili. Peccato. Perché ogni tanti posti a sedere, dovrebbe esserci uno spazio di parcheggio per una carrozzina, senza limiti di accesso.

Ma… Forza Bologna! Anche i disabili raggiungeranno la salvezza, riscattandosi da un’ ingiusta retrocessione.

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